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Blue Whale: come funziona il gioco dell’orrore

È l’ultima terribile moda lanciata dal web e un fenomeno ormai in crescita soprattutto all’estero. Stiamo parlando del Blue Whale, un gioco pericoloso che porta i ragazzi, sempre più giovani, al suicidio.
Nato e sviluppatosi in Russia ha fatto discutere e non poco l’opinione pubblica dopo essere approdato in Italia grazie ad un servizio della trasmissione televisiva “Le Iene”.
Proprio per comprendere la diffusione di questo fenomeno ne abbiamo parlato con la Criminologa calabrese Monica Capizzano, che con i ragazzi lavora ogni giorno.

Cos’è la Blue Whale

Dottoressa Capizzano, cerchiamo di capire meglio questo fenomeno: il blue whale.
“È un gioco online che si è diffuso inizialmente in Russia e nei paesi dell’Est. Il blue whale, letteralmente gioco della balena azzurra, prende il nome dal fenomeno delle balene che si spiaggiano e che quindi si lasciano morire. È un orror game all’interno del quale ci sono prove molto dure e devastanti a livello psicologico che sono richieste ai partecipanti. È un’attività criminale organizzata perché il governo russo da tempo sta inasprendo le pene per chi induce al suicidio con questi giochi della morte.”
Come vengono agganciati i ragazzi?
“Ci sono i cosiddetti ragazzi bersaglio che vengono adescati in rete con un hastag specifico -che non voglio riferire per paura di emulazione- o gruppi chiusi sui social media . Purtroppo l’epilogo è la morte. Una volta che la vittima scarica il gioco le persone che sono al di là dello schermo prendono possesso del social del ragazzo, lo costringono a giocare, lo spaventano, sostengono di essere a conoscenza di tutta la sua vita e se la vittima decide di sottrarsi a questo gioco minacciano di fare del male ai familiari.”

Blue Whale, come si gioca? Tutte le fasi

Quindi i ragazzi si trovano a che fare con un vero e proprio ricatto?
“Si, un ricatto che non si può ne interrompere né concede al ragazzo di tornare indietro. È un gioco a tappe. Ci sono cinquanta giorni e quotidianamente viene richiesto alla vittima di superare delle prove. Più passano i giorni e più il grado di violenza e difficoltà aumenta.”
Chi detta le regole del gioco?
“A ogni iscritto- vittima, è affiancato un amministratore che viene chiamato ‘curatore’ che avrà il compito di dare le regole da seguire, avere cura della persona e alla fine di ogni prova che deve sostenere la vittima, chiedere anche la testimonianza. Foto, video e documenti condivisi all’interno della chat online proprio a dimostrazione che si stanno attraversando tutte le fasi del gioco.”
Quali sono le fasi di questo gioco online?
“I ragazzi devono vedere film horror tutto il giorno, oppure si devono svegliare alle 4.20 del mattino e ascoltare una musica – particolarmente triste- che ha dato il curatore per un totale di ore. Prendere un coltello e incidere le immagini o scritte che dirà il curatore e inviargli come testimonianza le foto. Questa violenza tra il trentesimo e quarantanovesimo giorno porterà la vittima a un crollo. Avrà uno stress tale a livello psicofisico e sarà così vulnerabile che se gli verrà chiesto di uccidersi buttandosi da un palazzo lo farà.”

Il vero scopo del Blue Whale:

Qual è il motivo di tutto questo?
“Il motivo è portare la persona che è entrata in questa chat online a uccidersi. Nei video abbiamo visto con quale facilità i ragazzi si sono buttati da un palazzo. Molte testimonianze dei genitori di ragazzi morti per mano di questo gioco, parlano di figli attivi che praticavano sport, suonavano uno strumento e non un minimo cenno di depressione. È vero anche che il blue whale adesca giovani che hanno bisogno di mettersi alla prova con sé stessi, con le proprie paure e con i loro coetanei. Una regola è non far capire che ci sia un gioco in atto e non far venir fuori la depressione del ragazzo.”
Un genitore come può capire se il figlio è prigioniero di questa trappola mortale?
“Ci sono i segnali. Quando un ragazzo si chiude troppe ore in camera cercando di isolarsi; il modo di camminare e porsi con gli altri ovvero con spalle curve e sguardo basso; il non voler uscire con i coetanei; risposte date in maniera irascibile o arrabbiata; inappetenza e nervosismo. Tutti avvertimenti che ci fanno capire che qualcosa nel ragazzo non va.”
Come può intervenire?
“Ora se ci sono super controlli è ovvio che l’adolescente è invalicabile. Magari istallare dei software sui dispositivi per capire che ricerche fa su internet, quali siti guarda, quante ore passa sul web. Solo per capire chi incontra nella rete ma non in maniera ossessiva. E soprattutto senza che il genitore crei profili fake. Il mio consiglio spassionato è che al di sotto di una certa età il ragazzo non va iscritto ai social.”

Casi di Blue Whale in Italia:

Quanto è alto il pericolo in Italia?
“Per quanto riguarda questo fenomeno, pare che in Russia nell’ultimo anno le morti dei 135 adolescenti siano tutte ascrivibili a questo. In Italia pare- utilizzo il condizionale- ci sia un caso sul quale si sta indagando di un ragazzo che si è suicidato e sembra, questo secondo gli amici, stesse proprio giocando al blue whale (proprio in queste ore si è diffusa la notizia di casi di blue whale in Italia, a Verona). Un gioco che vuole la tua morte è un gioco sbagliato. Mi dispiace vedere giovani che con molta facilità si tolgono la vita. Probabilmente alla base ci sono anche altri problemi.”
Lei è una criminologa. Le va di dare a conclusione dell’intervista, un consiglio?
“Innanzi tutto mi rivolgo ai genitori: non lasciate soli i vostri figli. E per soli intendo dire di leggere i loro segnali perché sono tantissimi. Quando finisco un dibattito insieme ai ragazzi, quello che mi raccontano della loro vita, dalle esperienze sessuali al bullismo, magari non lo dicono ai genitori perché vedono la loro distanza. Hanno bisogno di loro. Teniamoli più vicino a noi in questo senso.”

Pubblicato in Interviste

Scritto da

Calabrese, testarda e con la passione per il giornalismo.

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