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Scuole statali e paritarie: la strana situazione italiana

È una questione annosa che da anni, in Italia, si dibatte e che i vari governi hanno affrontato nel corso del tempo mai in maniera definitiva data anche la scomodità dell’argomento. Le scuole paritarie in Italia e le loro differenze con le scuole statali.
Una diatriba alimentatasi nel tempo e che vede come spesso accade il nostro paese rappresentare un unicum o giù di lì rispetto alla situazione estera. Perchè in Italia si assiste da decenni ad un conflitto tra scuole statali e scuole private, come ha sottolineato in un recente intervento Luigi Berlinguer: proprio lui, l’uomo che nel 2000 da ministro della Pubblica Istruzione equiparò le scuole paritarie alle statali.
Era la legge n. 62/2000 tesa a garantire maggiore libertà di scelta educativa, pluralismo e flessibilità. Un cambiamento forse riuscito solo in parte se è vero che lo stesso autore di quella riforma ha affermato che in tema di pluralismo educativo l’Italia è ancora fuori dall’Europa e che il conflitto tra scuole private e scuole statali continua a sopravvivere a tutt’oggi.

Polemiche tra scuola paritaria e statale:

Una polemica che parte da lontano e che proprio il governo Renzi sta riportando alla luce per via di un provvedimento, inserito nella più ampia riforma scolastica, che dovrebbe riguardare anche le scuole paritarie e le detrazioni fiscali su una parte della retta.
La querelle ha finito per investire, naturalmente, anche il mondo della Chiesa (leggi anche: Insegnanti di religione: scelti dalla Curia, pagati dallo Stato) per via della grande percentuale di scuole cattoliche presenti tra le paritarie. Perchè quando si parla di istituti statali, paritari o privati si entra in un labirinto nel quale non è facile districarsi.
Ci sono alcune differenze che ancora oggi non sono del tutto chiare e che nel tempo hanno subìto diverse modifiche in virtù di leggi tese a raggiungere l’equiparazione di cui sopra.

Scuole statali e private paritarie: quali differenze:

La questione è affrontata anche nella Costituzione italiana che all’articolo 33 nel comma 2 afferma: “La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.” Detto ciò, le differenze sono le seguenti:

  1. Scuole statali: si tratta di scuole gestite direttamente dallo Stato. Si intende qui che ogni passaggio, dalla gestione al finanziamento, avviene a Berlinguer riforma scuola paritaria livello statale ed è regolato nell’ambito dello Stato sociale. Anche dette scuole pubbliche, garantiscono l’accesso e il diritto allo studio anche a chi non ha mezzi economici necessari. Dovrebbero essere garanzia di un’istruzione gratuita (fatta eccezione per le tasse scolastiche) come previsto dall’ art. 34 della Costituzione e laica.
  2. Scuole paritarie: per scuola paritaria si intende una scuola che non sia amministrata dallo Stato, ivi compresi gli istituti degli enti locali, che ha piena autonomia in materia di orientamento culturale e indirizzo didattico. Possono rilasciare titoli di studio equivalenti a quelli delle scuole statali ed è previsto il pagamento di una retta da parte degli studenti che vogliano iscriversi. Le scuole paritarie svolgono comunque un servizio pubblico e sono obbligate ad accogliere chiunque faccia richiesta di iscrizione. Sostanzialmente sono istituti non statali che richiedono di essere parificati a questi; la parità è concessa se la scuola è in possesso di determinati requisiti. Le scuole paritarie possono essere gestite tanto da enti religiosi quanto da privati laici. Le scuole paritarie sono divise a loro volta in pubbliche o private, a seconda della natura dell’ ente che le gestisce.

Questa è la prima distinzione di base che torna utile per comprendere meglio il discorso relativo alle scuole di Stato e alle scuole paritarie anche in tema di finanziamenti.

La Scuola paritaria è statale o no?

Sostanzialmente il principio sancito dalla Costituzione relativo alla libertà di educazione si esplica in questa distinzione tra scuole statali e scuole paritarie. Il tutto nel’ottica di voler concedere la facoltà di insegnare tanto a soggetti statali quanto a soggetti non facenti capo allo Stato.
A queste due tipologie si aggiungono poi gli istituti non paritari (oltre che le scuole straniere) che non possono rilasciare titoli aventi valore legale ma la cui frequentazione serve ad assolvere l’obbligo di istruzione. Alcune di queste scuole obbligano l’alunno a recarsi in un istituto statale a fare un esame finale per vedersi riconoscere il titolo.
Con il termine scuola privata si va quindi a indicare un concetto piuttosto vasto che ingloba tanto la paritaria quanto la non paritaria. Questo almeno dovrebbe essere l’assunto di partenza: perchè in Italia a seguito anche della suddetta legge n. 62/2000 di Luigi Berlunguer si tende ad inglobare la scuola paritaria nell’ambito della scuola pubblica.
In sostanza, in prima battuta la si distingue da quella statale; ma poi nei fatti sia la scuola statale che quella paritaria sono considerate a pieno titolo scuole pubbliche.

La questione dei finanziamenti:

Una altro aspetto per così dire scottante quando si parla di scuole statali e paritarie è quello relativo ai finanziamenti. Detto della scuola statale, che si finanzia per l’appunto con fondi dello Stato di vario genere (che comunque non sono mai sufficienti a coprire le esigenze) facenti capo a ministero della Pubblica Istruzione, ministero dell’Economi, enti locali vari, vi è poi la questione relativa agli istituti paritari. Che oltre al pagamento di una retta, beneficiano di entrate sotto varie forme. Scuola privata e paritaria
Le scuole non statali attingono al denaro pubblico da sussidi diretti e da finanziamenti di progetti vari. Tutte voci che rientrano comunque nell’ alveo dei finanziamenti pubblici, divisi tra finanziamenti di Stato e Regioni. Una questione che spesso ha alimentato polemiche.
Secondo un’inchiesta condotta dall’Espresso ad esempio, ci sarebbero fiumi di euro che ogni anno andrebbero a sostenere le scuole paritarie proprio mentre le scuole pubbliche sono a corto di risorse e non riescono a sopravvivere. Si parla di circa 700milioni di euro l’anno di soldi pubblici destinati a finanziare le paritarie. Che, è bene dirlo, per il 63% sono cattoliche.
Ecco quindi che riprende vigore l’annosa battaglia tra chi vorrebbe veder tagliati i finanziamenti alle paritarie, magari a vantaggio delle statali che sono in condizioni precarie, e chi viceversa difende questo diritto di ricevere contributi da parte degli istituti privati che siano laici o cattolici.
Perchè, parlando di questi ultimi istituti, studiare in una scuola paritaria costa; è indispensabile quindi avere un sussidio sotto forma di buono scuola, sgravi fiscali, incentivi o altro.

Numeri sulle scuole paritarie in Italia

In Italia sono circa 13mila gli istituti paritari che accolgono in totale circa 1 milione di studenti; il 63% di queste scuole sono cattoliche, il restante 37% è a vocazione laica.
Un sistema piuttosto vasto che poggia ad oggi principalmente sulle rette pagate dalle famiglie degli alunni; e in seconda battuta sui fondi pubblici. Proprio perchè la maggior parte degli introiti deriva dalle rette, gli istituti paritari sono favorevoli a misure che vadano a prevedere facilitazioni e vantaggi fiscali di varia natura.
Di questo avviso è anche la Chiesa cui fanno capo, come detto, il 63% degli istituti paritari italiani: vale a dire, oltre 8mila istituti scolastici. Di avviso contrario sono i sostenitori della scuola statale. Che a sua volta avrebbe bisogno di sostanziali introiti economici per darsi una sistemata. La annosa battaglia prosegue come consuetudine; gli schieramenti sono i medesimi di sempre.

Pubblicato in Inchieste

Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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