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Criptovalute e regolamentazione: le nuove norme UE

Quando si parla di criptovalute uno dei principali argomenti è dato dai tanti rischi ad esse legate, a causa di una regolamentazione carente e non sempre omogenea a causa di fattori quali complessità tecnica, diversi interessi in gioco e mancanza di consenso internazionale su come affrontare questa nuova forma di attività finanziaria.
Le monete digitali rappresentano infatti una tecnologia (relativamente nuova) che ha guadagnato popolarità solo negli ultimi anni sulla scia di alcune monete diventate molto note, a partire dal Bitcoin. Le legislazioni e i regolamenti spesso hanno bisogno di tempo per adeguarsi a nuove tecnologie, il che può portare a ritardi nella regolamentazione.
Inoltre le valute digitali sono accessibili da qualsiasi parte del mondo e non sono limitate da confini geografici, il che rende necessario un consenso globale su come regolamentare le criptovalute che porta a divergenze nelle leggi e nei regolamenti tra paesi. La loro tecnologia basata su blockchain è complessa e può essere difficile da comprendere per i legislatori e i regolatori.

I diversi interessi nel mondo delle Criptovalute

Si assiste quindi ad un mercato troppo eterogeneo che sfugge, difficile da inquadrare e circoscrivere: gli  interessi degli attori coinvolti nella regolamentazione delle criptovalute possono divergere di molto, gli investitori vogliono protezione, le aziende vogliono regole chiare e i governi vogliono evitare attività illecite.
Tutti interessi contrastanti tra di loro che possono portare a conflitti e complessità nella creazione di regolamenti, sempre senza dimenticare che le monete digitali possono essere utilizzate per scopi illeciti, come il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo. Questo ha spinto molte autorità a essere caute nella regolamentazione, cercando di bilanciare la privacy degli utenti con la necessità di impedire l’abuso.

Quali sono le necessità di regolamentazione delle valute digitali?

Sono diversi quindi gli aspetti da trattare quando si parla di criptovalute e regolamentazione. In particolare ci si riferisce a:

  1. Status fiscale: La definizione del trattamento fiscale delle criptovalute varia da paese a paese e spesso non è chiara. Ad esempio, alcune nazioni le considerano proprietà, altre valute, e questo ha un impatto diretto su come vengono tassate.
  2. Requisiti di Conformità: Le aziende che operano con criptovalute spesso devono affrontare complessi requisiti di conformità che possono variare significativamente da una giurisdizione all’altra. Questo può rendere difficile per le imprese operare su scala internazionale.
  3. Protezione degli Investitori: Mancano spesso regole chiare per la protezione degli investitori nel caso di frodi o hackeraggi di exchange di criptovalute.
  4. Privacy vs. Sicurezza: La bilanciatura tra la privacy degli utenti e la sicurezza è un dilemma importante. Le criptovalute offrono un alto livello di anonimato, il che può rendere difficile per le autorità rintracciare attività illegali.
  5. Standard Tecnici: La mancanza di standard tecnici comuni può rendere difficile l’interoperabilità tra diverse criptovalute e portafogli digitali.

Questi sono alcuni aspetti, in massima sintesi, dai quali si evince quanto sia importante arrivare ad uno standard univoco e definito a livello di regolamentazione delle monete digitali. A questo riguardo, cosa sta succedendo?

La nuova regolamentazione UE sulle criptovalute

L’Unione Europea ha elaborato nuove regole per gestire le sfide e massimizzare le opportunità offerte dalle criptovalute: i Mercati delle Cripto-Attività (MiCA). Un accordo preliminare tra il Parlamento e il Consiglio è stato raggiunto nel giugno 2022. Nel mese di aprile 2023, il Parlamento ha ufficialmente approvato le regole, seguite a maggio 2023 dall’approvazione dei Paesi membri dell’UE nel Consiglio, che rappresenta l’ultima fase del processo legislativo.
L’obiettivo delle nuove norme è garantire la stabilità finanziaria e la tutela dei consumatori, fornendo un quadro giuridico chiaro, promuovendo l’innovazione e assicurando la protezione degli investitori. L’intento è incoraggiare lo sviluppo e l’utilizzo di queste tecnologie.

Promuovere stabilità finanziaria e trasparenza

Attraverso la regolamentazione delle offerte pubbliche di criptovalute, le norme mirano a promuovere la stabilità finanziaria, la trasparenza, l’informazione, l’autorizzazione e il controllo delle operazioni. Gli eurodeputati auspicherebbero un controllo sull’emissione di determinati token da parte dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati e dell’Autorità bancaria europea. Le aziende attive nel settore delle criptovalute saranno tenute a fornire ai consumatori una migliore informazione sui rischi, i costi e gli oneri.
Nel marzo 2022, il Parlamento ha approvato nuove regole per sostenere la sperimentazione della tecnologia del registro distribuito, come le blockchain, nel contesto del commercio di criptovalute. Queste tecnologie consentono la registrazione delle interazioni e il trasferimento di criptovalute. L’obiettivo di questa legislazione è promuovere lo sviluppo di soluzioni per il trading di criptovalute, mantenendo un alto livello di stabilità finanziaria, trasparenza e integrità del mercato.

Evasione fiscale e uso di Criptovalute da parte delle mafie

Come si legge sul sito del Parlamento Europeo, ad ottobre 2022 il Parlamento stesso ha richiesto una maggiore coordinazione tra i paesi dell’UE per la tassazione delle criptovalute, affermando che tali attività dovrebbero essere soggette a una tassazione equa, trasparente ed efficace. Tuttavia, le autorità dovrebbero prendere in considerazione un regime fiscale semplificato per i commercianti occasionali o di piccole dimensioni e per le transazioni di scarso valore. I membri del Parlamento hanno sottolineato che la tecnologia blockchain potrebbe agevolare una riscossione delle imposte più efficiente.
Le nuove norme fanno parte di un più ampio pacchetto sulla finanza digitale, che sostiene la transizione digitale dell’UE e mira a promuovere l’innovazione garantendo al contempo una maggiore protezione. Nell’aprile 2023, il Parlamento ha anche approvato norme che consentono il tracciamento e l’identificazione delle transazioni di criptovalute al fine di prevenire il loro utilizzo nel riciclaggio di denaro, nel finanziamento del terrorismo e in altre attività criminali. La nuova legislazione include anche disposizioni per il blocco delle transazioni sospette. Tali norme si applicano alle transazioni di cripto-attività superiori a €1000. Il provvedimento è stato ufficialmente approvato dal Consiglio nel maggio 2023.

Criptovalute e regolamentazione in Italia

A gennaio 2023 è entrata in vigore la nuova normativa sulle criptovalute in Italia e l’Ente per l’Amministrazione dei Mercati è l’organizzazione responsabile della registrazione degli operatori cripto che operano nel paese. In particolare, il Registro dedicato ai Fornitori di Servizi relativi all’utilizzo di valute virtuali e ai Servizi di Portafoglio Digitale (VASP) è stato istituito attraverso un Decreto Ministeriale datato 13 gennaio 2022 ed è diventato operativo già nel mese di maggio 2022.
La gestione del registro è affidata all’Organismo per la gestione degli Elenchi degli Operatori finanziari e dei Mediatori creditizi che svolgono le proprie attività sul territorio della Repubblica. Gli operatori cripto che operano in Italia sono tenuti ad iscriversi al registro dei VASP e devono raccogliere e trasmettere in modo continuativo le informazioni sulle operazioni effettuate.
Questa responsabilità implica che gli operatori cripto debbano comunicare all’Ente per l’Amministrazione dei Mercati i dati relativi alle operazioni in corso sul territorio italiano, includendo informazioni identificative di ciascun cliente coinvolto.

Italia e tassazione delle criptovalute

In Italia c’è una tassa sulle plusvalenze derivanti dal trading di asset cripto; il 29 dicembre 2022, in occasione dell’approvazione del bilancio per il 2023, è stato stabilito un aumento delle imposte per gli investitori in criptovalute. Una tassa del 26% sarà applicata sui profitti ottenuti dal trading di criptovalute superiori a 2.000 euro. La legge approvata definisce gli asset crittografici come rappresentazioni digitali di valore o diritti che possono essere trasferiti e archiviati elettronicamente, utilizzando la tecnologia del registro distribuito o una tecnologia simile.
In precedenza, le criptovalute venivano considerate come valute estere nel paese, con aliquote fiscali più basse. Tuttavia, la nuova legge prevede che i contribuenti abbiano la possibilità di dichiarare il valore dei propri asset digitali a partire dal 1° gennaio e pagare un’imposta del 14%. Questi incentivi sono volti a incoraggiare gli italiani a dichiarare i propri asset digitali. Oltre a ciò, la legge di bilancio introduce anche condoni fiscali per ridurre le sanzioni relative a pagamenti mancati, incentivi fiscali per la creazione di posti di lavoro e una riduzione dell’età pensionabile.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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