Gianicolo tra buche e marciapiedi dissestati
Una desolazione che per fortuna non contagia alcuni stoici vecchietti romani che, ancora, vengono qui a cercare un po’ di fresco portandosi la sedia da casa. Tuttavia, ciò che più versa in stato di abbandono riguarda i camminamenti.
I marciapiedi del Gianicolo sono dissestati e pieni di buche profonde e pericolose, dove perfino la mamma più tenace farebbe fatica a spingere un passeggino. Sì perché il magico teatrino dei burattini c’è ancora, e sopravvive per i bambini solamente grazie alle offerte del pubblico generoso.
Un minuto di silenzio, poi, per il monumento a Garibaldi che commemora la resistenza contro le truppe francesi nel 1849. È passato quasi un anno da quando un fulmine sgretolò nella notte una grossa porzione del basamento. Le impalcature stanno ancora lì. Proprio sotto agli zoccoli bronzei del cavallo di Garibaldi, che se potesse parlare di certo non andrebbe ad elogiare il poco ardire dei nostri sovrintendenti ai beni culturali.
I camion bar invadono anche il Gianicolo
In condizioni pressoché identiche a quelle di sempre appaiono invece le ugualmente celebri “camionette”. Quei camion bar che dovevano sparire dal centro storico. Quelle che smerciano a cifre folli bibite e panini che sembrano di plastica ai turisti di tutto il mondo.
Questo è il Gianicolo di oggi, il colle romano che in modo quasi profetico deve il nome a Giano, il Dio latino con due facce: una che guarda al futuro e una al passato. Proviamo tutti ad invocarlo? Un deus ex machina perché il presente è doloroso come un colpo al cuore. Anzi, diciamo pure come una cannonata.