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Italia: manca un piano nazionale contro la tratta di umani

In Italia manca un Piano Nazionale Antitratta per arginare il traffico di esseri umani finalizzato allo sfruttamento e questo malgrado il fatto che, da tempo, se ne parli e ci siano inviti da più parti ad approvare un provvedimento in questa direzione. Sembra strano ma è così.
A livello legislativo in Italia, una svolta importante è avvenuta con la Legge 228/2003 “Misure contro la tratta di persone” che ha emendato il codice penale agli articoli 600 (“Riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù”), 601 (“Tratta di persone”), 602 (“Acquisto e alienazione di schiavi”). Così come la normativa che prevede il Permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale è un’importante misura di integrazione sociale. Tuttavia un piano per arginare il fenomeno è latente da sempre.
La tratta degli esseri umani, lo ricordiamo, si basa sulla compravendita e consiste nello spostamento di una persona contro la sua volontà dal luogo di origine a un altro, al fine di sfruttarne il lavoro o il corpo; in sostanza si tratta di sfruttamento di esseri umani che, rapiti o adescati con l’inganno nei loro Paesi d’origine, vengono poi venduti come schiavi da organizzazioni criminali internazionali.
Ad esser maggiormente esposte a questa forma di schiavitù sono principalmente le donne ed i bambini, ovvero soggetti maggiormente vulnerabili; tuttavia non mancano gli uomini (soprattutto i minori).

Piano Nazionale Antitratta: l’Italia ancora attende

Dicevamo del Piano Nazionale Antitratta che in Italia non è stato ancora varato malgrado il fatto che, a più riprese, dal dipartimento delle Pari Opportunità si siano susseguiti annunci in questo senso; fa ancor più strano se si pensa che, secondo dati dell’ Ecpat, (rete internazionale di organizzazioni presente in oltre 70 paesi ed impegnata nella lotta allo sfruttamento sessuale dei bambini a fini commerciali) l’Italia continua ad essere paese di transito e destinazione per donne, bambini e uomini per scopi sessuali e lavoro forzato.
I dati diffusi dall’Ecpat  certificano che le vittime provengono soprattutto dalla Romania, Nigeria, Marocco, Albania, Moldavia, Russia, Ucraina, Bulgaria, Cina, Bielorussia, Brasile, Perù, Colombia, Kazakhstan, Kirgystan, Pakistan, Bangladesh, ed Ecuador; per quel che riguarda i minori trafficati (prevalentemente per scopi sessuali e lavoro e, in minor parte, per essere coinvolti nella criminalità), questi provengono soprattutto da  Romania e Nigeria. Nel caso delle minori rumene poi, in quanto cittadine comunitarie e in possesso di documenti, queste riescono ad arrivare in Italia in modo più agevole, spesso con la promessa di un lavoro salvo poi essere assoggettate o con la violenza o, al contrario, attraverso l’instaurazione di uno pseudo- legame affettivo.
In generale parlando di prostituzione minorile, una stima recente parla di 2.000 minori fatti prostituire nel nostro paese.  Ad essere coinvolti  sono anche maschi, perlopiù adolescenti Rom, di età fra i 15 e 18 anni (dati Save the Children Italia). Per quel che riguarda la tratta, viceversa, si parla di un fenomeno difficile da misurare a causa della sua invisibilità.

Mancano anche strutture per accogliere le vittime di tratta:

Ebbene, in virtù di tutto questo non si ha ancora notizia, in Italia, di un Piano Nazionale Antitratta; più volte se ne è parlato, anche ultimamente è stato garantito che entro la fine dell’ anno in corso sarà pronto il tanto agognato Piano.
A livello europeo esiste una direttiva (Direttiva Europea 2011/36) concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime, per il cui recepimento  c’è tempo fino ad aprile 2013. La tratta di esseri umani è esplicitamente vietata dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea proclamata a Nizza nel dicembre 2000 dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione.
Inoltre, lo scorso 19 giugno la Commissione europea ha adottato un piano per l’eliminazione della tratta di esseri umani basato su cinque priorità:

  • migliore identificazione e protezione delle vittime;
  • perseguimento crescente di trafficanti;
  • sviluppo di sistemi di protezione dell’infanzia;
  • creazione di unità nazionali preposte all’applicazione della legge sul traffico di esseri umani;
  • creazione di squadre investigative comuni, comprese le autorità nazionali e le agenzie dell’UE

Rafforzare le strutture di accoglienza

Tornando all’Italia, oltre alla necessità di varare un Piano Nazionale Antitratta occorrerebbe potenziare anche il sistema di supporto attraverso il rafforzamento dei servizi; se da un punto di vista legislativo, come detto, l’Italia può considerarsi ‘a posto’ avendo una normativa piuttosto dura e stringente a livello di codice penale, dal lato prevenzione e supporto il nostro paese è alquanto carente.
Sul territorio infatti, risultano essere poche le strutture in grado di accogliere ed assistere vittime di tratta per cui, talvolta, queste persone finiscono con l’ essere smistate in strutture di accoglienza dedite perlopiù a problematiche di tutt’ altro genere.

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