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Aduc: “abolire l’Ordine dei Giornalisti”

Nelle ultime ore, in Italia, si sta scatenando il dibattito sugli ordini professionali, sulla loro liceità ed effettiva utilità e sul modo in cui questi dovrebbero funzionare; fatto scatenante di tale dialettica è stato, come spesso in queste situazioni, un avvenimento di cronaca che ha avuto ampio risalto sugli organi di informazione nazionale.
Stiamo parlando della sospensione per 3 mesi di Vittorio Feltri dall’ Ordine dei Giornalisti per il noto caso caso Boffo, l’ex direttore di Avvenire (il quotidiano dei vescovi italiani) costretto alle dimissioni dopo che il Giornale diretto dallo stesso Feltri aveva pubblicato una ‘informativa’ poliziesca, poi rivelatasi falsa.
A seguito della decisione assunta dall’ Ordine dei Giornalisti di sospendere Feltri, il dibattito si è infuocato con interventi divisi nel giudicare tale provvedimento; tra i pareri più autorevoli (dato l’incarico svolto) spicca quello di Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera dei Deputati, il quale ha affermato non solo che l’ Ordine dei Giornalisti dovrebbe essere abolito, ma che lui da anni e’ favorevole a questa soppressione.

Eliminare tutti gli ordini professionali:

Una tesi, quella di Cicchitto, sostenuta da molti; tra i fautori dell’ abolizione vi è anche l’Aduc, l’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori che da quando è nata (circa 20 anni) conduce una battaglia personale per eliminare tutti gli ordini professionali. A seguito delle dichiarazioni di Cicchitto la Aduc ha emesso un comunicato all’interno del quale si invitano le istituzioni a mettere in pratica queste intenzioni; il comunicato era a firma del presidente dell’Aduc Vincenzo Donvito, che abbiamo raggiunto per farci spiegare personalmente questa posizione:
“Noi portiamo avanti questa battaglia da quando esiste la nostra associazione, si parla dei primi anni 90, contro qualunque forma di limitazione in genere delle cosiddette libere professione e l’obbligo di iscrizione e questi ordini professionali che ricalcano quelle che erano le corporazioni del periodo del fascismo.”
Se venissero aboliti gli ordini professionali, come immaginate che sarebbero organizzate le categorie lavorative?
“Presentare proposte alternative non compete a noi; noi diciamo solo che l’obbligo di doversi iscrivere ad un ordine professionale per esercitare una professione deve essere tolto. Ogni singolo professionista risponde della sua capacità di esercitare la professione nei termini di legge, se fa qualcosa di contrario viene perseguito dalla legge stessa. Poi singolarmente ogni categoria può organizzarsi come ritiene più opportuno, ad esempio con associazioni di categoria o associazioni parasindacali, ma non ordini ai quali è obbligatorio iscriversi come avviene ora.”
Voi portate avanti questa battaglia da anni; quali riscontri avete avuto ad oggi?
“I riscontri vanno a seconda dei momenti; l’ Italia è un paese un po’ strano, le libertà non esistono per tutti ma ognuno si accorge della mancanza della libertà stessa quando subisce un torto. Facciamo l’esempio di questi giorni in riferimento alla sospensione di 3 mesi di Feltri dall’ordine dei giornalisti; i giornali di destra hanno condannato tale sospensione come attentato alla libertà, i giornali di sinistra ne hanno parlato poco, in maniera marginale. Evidentemente la libertà di Feltri di rispondere delle proprie azioni davanti alla giustizia e non davanti all’ordine dei giornalisti è condizionata dal fatto di appartenere ad uno schieramento piuttosto che ad un altro.”

L’ Ordine dei Giornalisti va abolito:

Dopo la vicenda delle ultime ore cui lei ha fatto riferimento, cosa cambierà nella vostra battaglia?
“Il fatto che Cicchitto, che è il capogruppo del partito di maggioranza relativamente alla Camera, sostenga una cosa del genere è abbastanza importante; dato che ha detto di essere per l’abolizione dell’ordine dei giornalisti, allora, si diano da fare in qualche modo e procedano in tal senso. Noi, in quanto associazione, continueremo a far pressioni nei confronti di chi sostiene di esser favorevole all’ abolizione dell’ordine, e tra questi ci risulta essere lo stesso Feltri; voglio precisare tuttavia che le caratteristiche politiche di chi sostiene questa tesi abolizionista, non sono né di destra né di sinistra, ma sono riscontrabili in persone che  ritengono inutile la presenza di questo orpello nonché limitativo della libertà di stampa; si tratta a questo punto di capire se ci sia effettivamente una volontà politica di procedere, noi ne dubitiamo.”
In conclusione, se questa ipotesi dovesse un giorno trovare attuazione, siete convinti che se ne trarrebbe vantaggio effettivo?
“Certamente; parliamo ad esempio dell’Ordine dei Giornalisti. Se l’abolizione di tale ordine dovesse andare mai in porto, avremmo una maggiore responsabilizzazione di coloro che scrivono, nonché il rispetto dell’articolo 21 della Costituzione (libertà di pensiero e di stampa). Di conseguenza avremmo professionisti che non vedrebbero minato il loro diritto alla libertà di opinione od espressione semplicemente perché un ordine impone, come etica collettiva, quella che invece dovrebbe essere un’ etica individuale.”

Pubblicato in Interviste

Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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