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Sedute spiritiche, guida all’uso: tra realtà e scetticismo

A molti, almeno una volta nella vita, sarà balenata in testa l’idea di voler fare una seduta spiritica; l’ipotesi di mettersi in contatto con il mondo degli spiriti è troppo affascinante per essere lasciato da parte, non preso in considerazione.
Chi non ha mai sognato di entrare in contatto diretto con lo spirito di un defunto? Nell’immaginario collettivo il modo giusto di farlo, l’unico, è quello di organizzare una seduta spiritica: anche nota come ‘seduta medianica’, da definizione si tratta di una pratica diffusa nello spiritismo, dottrina che si basa sulla convinzione che gli spiriti esistano e siano le anime disincarnate degli uomini dopo la morte.
Ebbene chi decide di fare una seduta spiritica lo fa per entrare in contatto con uno spirito, un’anima ‘errante’ con lo scopo di rivolgergli domande specifiche. Solitamente per fare ciò ci si deve rivolgere ad una figura specifica nota come ‘medium; un tramite, per l’appunto, che grazie a supposti poteri avrebbe la capacità di mettersi in contatto con il mondo dei morti.

Come si svolge una seduta spiritica?

Per fare una seduta spiritica si parte scegliendo prima di tutto il luogo; solitamente si dovrebbe optare per un posto chiuso, senza luci esterne, il più possibile isolato anche dal punto di vista acustico. È fondamentale l’uso di un tavolino tondo a 3 zampe e l’illuminazione artificiale con candele, creando quindi una atmosfera di penombra  che dovrebbe favorire il palesarsi dello spirito invocato.
Oltre al luogo, quello che conta per sperare di far riuscire una seduta spiritica è la gente con cui andare a farla: non meno di 3 e, possibilmente, persone con le quali si abbia un certo livello di confidenza e sintonia. Nel gruppo di persone deve necessariamente essere presente un catalizzatore, il medium cui si faceva riferimento sopra, che andrà a svolgere un ruolo di guida per tutto il resto del gruppo.
Dal punto di vista tecnico, per portare avanti una seduta spiritica può essere utila la cosiddetta tavola ouija; strumento formato da un triangolo con rotelline sul quale i partecipanti dovranno poggiare le mani per ascoltare le risposte dello spirito evocato.
Sulla tavoletta ouija sono infatti, di norma, riportate le lettere dell’alfabeto; i numeri compresi da 0 a 9; e alcune risposte standard  come ‘si’ o ‘no’. In questo modo quando si interroga l’anima del defunto, si andrano a ricevere risposte componendo farsi su tale tavoletta tramite la monetina tradizionale, usata proprio per questo scopo, che andrà a spostarsi liberamente crando parole e frasi.

Cosa può accadere durante una seduta spiritica?

Durante una seduta spiritica si possono registrare diversi fenomeni paranormali: solitamente ad inizio seduta viene decisa una formula per l’evocazione dello spirito. Si va quindi a formare una catena umana tenendosi per mano e ricordandosi sempre di non interromperla.
È buona norma fare sempre domande chiare, le cui risposte eventualmente fornite  dallo spirito evocato possano essere semplici e dirette.
Durante una seduta spiritica possono registrarsi eventi particolari, paranormali, quali ad esempio levitazione della tavola o di altri oggetti presenti nella stanza; sentire voci in lontananza; comparsa di un’entità simile ad un ectoplasma; difficoltà a rompere la catena; strani comportamenti da parte del medium, che inizia ad agire come posseduto da qualche entità.

Sedute spiritiche conseguenze

Spesso si sente anche parlare di sedute spiritiche finite male: testimonianze di persone che, dopo averne portata a termine una, affermano di non essere più le stesse. Quasi fossero possedute da qualcosa di indefinibile. Non a caso spesso capita che, dopo aver effettuato una seduta spiritica e aver assistito alla nascita di questi sintomi, si decide di sottoporsi ad un esorcismo.
In teoria la presenza del medium dovrebbe servire proprio a canalizzare queste energie evitando rischi per i partecipanti. Anche perchè il pericolo, quando si parla di sedute spiritiche, è quello di evocare senza volerlo spiriti maligni.

La figura del medium nelle sedute spiritiche

I medium sono figure che abbiano il cosiddetto potenziale medianico; persone quindi con poteri particolari, paranormali, in grado di mettersi in contatto con gli spiriti dei defunti.
Il termine è ovviamente di derivazione latina e sta a significare ‘mezzo’ o ‘strumento’: e un medium è proprio uno strumento di contatto tra il mondo dei vivie quelo dei morti. Un ponte virtuale.
Per raggiungere il proprio scopo il medium deve cadere in uno stato di trance che lo porta a percepire la presenza dello spirito invocato. Spesso in questa fase si possono palesare strani comportamenti quali ad esempio perdita di coscienza; parlare con una voce non propria; improvvisa acquisizione di lingue antiche; deformazione del volto.

Le sedute spiritiche tra finzione, scetticismo e religione

Quanto fin qui detto rappresenta una guida alle sedute spiritiche; ma la domanda fondamentale da farsi, a questo punto, è: quanto c’è di vero in tutto ciò? Dobbiamo credere alla possibilità di invocare lo spirito di un defunto? Possiamo veramente comunicare con il mondo dei morti?
Le sedute spiritiche sono un argomento molto delicato, al confine tra finzione, scetticismo, ma anche religione. Secondo alcuni durante una seduta spiritica accade che si crea un potere di suggestione talmente forte che chi vi partecipa pensa di aver visto determinate cose che invece, nella realtà, non sono mai accadute.
Dal punto di vista religioso si tratta ovviamente di un qualcosa di molto discusso, messo al bando dai credenti che non ritengono essere di questo mondo la facoltà di mettersi in contatto con i defunti; il contatto con l’aldilà tramite sedute spiritiche è, per i credenti, vietato.
Ovviamente nel corso degli anni sono stati in molti a scostarsi da tale precetto provando a partecipare ad una seduta spiritica anche solo per la curiosità di vedere cosa potesse accadere.

La seduta spiritica a Zappolino per trovare Aldo Moro

La storia è piena di sedute spiritiche famose, legate a personaggi noti. Parlando della realtà italiana, la più nota è probabilmente quella che si tenne a Zappolino, frazione nei pressi di Bologna, il 2 aprile del 1978 in pieno sequestro Moro. La storia racconta che obiettivo della seduta spiritica fu proprio quella di avere informazioni sul rapimento di Aldo Moro ad opera delle Brigate Rosse.
La seduta spiritica si tenne presso la abitazione del professor Alberto Clò, economista, e vi parteciparono Mario e Gabriella Baldassarri, Franco e Gabriella Bernardi, Adriana, Alberto, Carlo e Licia Clò, Emilia Fanciulli, Fabio Gobbo, Flavia oltre che un giovane Romano Prodi. Lo stesso Prodi più avanti racconterà alla commissione di inchiesta di essere stato convocato lì a Clò per “trascorrere una giornata nella sua casa di campagna, insieme alle nostre famiglie”. Si finì poi con la decisione di fare una seduta spiritica evocando lo spirito di Giorgio La Pira, politico e docente italiano, ex Sindaco di Firenze di matrice Democristiana (fonte: https://www.globalist.it/culture/2019/06/14/zanda-prodi-la-seduta-spiritica-del-caso-moro-e-le-verita-mai-dette-2042905.html).
La storia narra che, nel corso della seduta spiritica, uscì più volte il nome ‘Gradoli’, fattore che fece pensare subito all’omonimo paese in provincia di Viterbo al punto che vennero eseguiti controlli dopo che lo stesso Prodi aveva raccontato il fatto della seduta spiritica ad un criminologo il quale avvertì un funzionario della questura di Bologna.
Che la storia sulla seduta spiritica per trovare Aldo Moro, allora ancora vivo e prigioniero, fosse vera o meno sta di fatto che Gradoli è il nome di una strada che si trova sulla Cassia a Roma, nota anche per altri episodi di cronaca come quello relativo al giornalista Rai Marrazzo ed ai trans, che era il luogo dove Aldo Moro fu tenuto prigioniero dalle BR.

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