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Corsa al Quirinale, l’incertezza e lo spettro dell’instabilità

Sta per partire la corsa al Quirinale, terminato il settennato di Mattarella, e la situazione è ancora ingarbugliata: è soprattutto la questione relativa a Draghi a tenere banco. L’attuale premier potrebbe lasciare l’incarico per salire ‘di grado’ diventando Presidente della Repubblica. In quel caso gli italiani, secondo diversi sondaggi, temono l’instabilità che potrebbe derivarne.
E in tutta questa situazione così densa di incognite ci sono tanti altri nomi che si fanno largo. Quello di Silvio Berlusconi ad esempio, che è tra coloro che aspettano dietro le quinte per capire se il Presidente del Consiglio decide di lasciare il palco e costringe a elezioni anticipate.

Draghi e Berlusconi: cosa pensano gli italiani

Gli italiani stanno vivendo un insolito periodo di armonia politica: Mario Draghi, il primo ministro, ha portato una leadership decisa e competente nel mezzo della pandemia e l’economia sta crescendo rapidamente. Ma questo potrebbe essere messo a rischio quando il parlamento elegge un nuovo presidente a gennaio.
Un rituale opaco descritto come simile alla nomina di un nuovo Papa, l’argomento sta dominando il dibattito politico in quanto l’esito potrebbe lasciare l’Italia in una situazione critica in un momento critico: se Draghi, l’ex capo della Banca centrale europea, avesse il merito di ripristinare la stabilità e fiducia nel Paese, rimanere primo ministro o diventare presidente?

Come funzione l’elezione del Presidente della Repubblica

Non ci sono candidati ufficiali alle elezioni presidenziali italiane. Invece, i legislatori votano a scrutinio segreto per il mandato di 7 anni: possono votare per chiunque, purché siano cittadini italiani e abbiano almeno 50 anni (per approfondire: come avviene l’elezione del Presidente della Repubblica). Draghi è stato regolarmente indicato come il favorito per succedere a Sergio Mattarella, che si dimette da capo di stato il 3 febbraio.
Il 74enne ha lasciato intendere che potrebbe essere pronto per il ruolo. Nel corso di una conferenza stampa di fine anno, ha risposto alle domande sul suo futuro dicendo: “Il mio destino personale non ha importanza. Non ho ambizioni particolari. Sono, se volete, un nonno al servizio delle istituzioni”.

La possibilità (remota) di Berlusconi

L’unica persona che sta perseguendo esplicitamente il ruolo, secondo i media italiani, è l’ex primo ministro e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. “È estremamente improbabile che venga eletto, ma non dovremmo escluderlo”, ha affermato Wolfango Piccoli, copresidente della società di ricerca con sede a Londra, Teneo. “Se c’è una persona che ha capacità di acquisto di voti senza pari, è Berlusconi“.
Il presidente italiano è in gran parte un ruolo cerimoniale, anche se con il potere di risolvere le crisi politiche, scegliere i primi ministri e indire elezioni anticipate. Mattarella è stato costretto a intervenire più volte per risolvere le crisi, come auando ha dovuto invitare Draghi a formare un governo di unità a febbraio dopo la caduta Governo Giuseppe Conte.

Cosa succede se Draghi sale al Quirinale?

Il momento delle elezioni è delicato. Draghi è considerato un paio di mani sicure, ma un trasferimento al palazzo presidenziale porterebbe il suo governo a una fine anticipata, minando gli sforzi per attuare le riforme necessarie per garantire le rate del fondo di recupero post-pandemia dell’UE, di cui l’Italia è il maggior beneficiario.
È la prima volta che questa elezione è economicamente rilevante; il Paese ha perso il 10% del Pil a causa della pandemia, e ora, con Draghi, c’è questa nuova fiducia. La domanda è se questa possa durare oltre le elezioni presidenziali. Nella peggiore delle ipotesi, la promozione di Draghi potrebbe anticipare le elezioni generali di un anno. Se si tengono elezioni anticipate, i sondaggi indicano costantemente che potrebbe vincere una coalizione di partiti di estrema destra, Lega e Fratelli d’Italia e Forza Italia di Berlusconi.

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