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Carte di credito revolving: possibile la class action

Nei giorni passati è esplosa in maniera eclatante la questione delle carte di credito revolving, ovvero carte di credito normali il cui importo può essere rimborsato, da parte dell’utente, a rate: il meccanismo è abbastanza semplice ed intuitivo tuttavia i problemi nascono dai tassi che vengono applicati a questi rimborsi rateali, il cui importo spesso comporta sorprese spiacevoli.
Nei giorni scorsi Bankitalia ha imposto ad American Express  il blocco per l’emissione di nuove carte di credito revolving in seguito ad un’ispezione intrapresa dalla Procura di Trani dalla quale è emerso che i tassi di alcune carte revolving raggiungevano addirittura il 54%, cioè un livello ben oltre le soglie di usura stabilite dalla Banca D’Italia per il credito finalizzato all’acquisto con rimborso rateale (25%).
In seguito a questi eventi si è diffusa la notizia della possibile class action promossa da varie associazioni di consumatori a favore degli utenti di carte di credito di questo tipo. Tra queste anche Codacons sta valutando l’ eventualità: ci siamo rivolti a loro per capire la fondatezza di questa ipotesi.

Come funzionano le carte di credito revolving:

Ci parlate della possibilie class action a tutela degli utenti italiani vittime dei tassi applicati sulle carte revolving.?
“Stiamo valutando come e contro chi agire, in quanto l’azione di classe deve essere promossa contro uno specifico operatore. Chiaramente, l’accertamento dell’applicazione dei tassi usurari sarà fondamentale per individuare il nostro bersaglio, anche se sono molte altre le irregolarità che meritano attenzione.”
In Italia il problema principale sulle revolving è stato quello della mancanza di chiarezza in termini di regolamentazione?
“Il problema è stato l’abuso da parte delle banche e delle finanziarie che hanno surrettiziamente introdotto queste carte come normali mezzi di pagamento mentre in realtà si tratta di mezzi di finanziamento ossia di indebitamento. A differenza delle normali carte di credito – per le quali l’addebito della spesa avviene il mese successivo – le revolving consentono di rateizzare il rimborso del saldo di fine mese. Sicchè il cliente non ha la percezione di quanto spende. Quindi è invogliato a spendere di più, senza rendersi conto dei costi che sono sensibilmente superiori alle normali carte – anche a causa della maggiore incidenza degli oneri fissi.”

La questione dei tassi elevati:

Da quanto tempo va avanti questa situazione delle revolving? Perché è emerso tutto quanto solamente adesso?
“Le revolving sono sempre state pericolosamente costose, specie se utilizzate in modo improprio, ossia come mezzi di pagamento. E su questo hanno contato i collocatori che le hanno offerte in modo indiscriminato, anche a prescindere dalla richiesta dei clienti. Le carte di credito revolving, però, solo di recente hanno ottenuto la giusta attenzione della Banca d’Italia, mentre le associazioni dei consumatori ne denunciavano gli abusi già da alcuni anni.”
Perché fino ad ora non si è intervenuti per regolamentare il settore?
“Perchè la vigilanza è sempre troppo debole ed in ritardo rispetto ai problemi reali dei consumatori, come dimostrano gli interventi ancora molto blandi in materia di commissioni bancarie, per non parlare dei grandi scandali finanziari.”
Quale potrebbe essere un modo adeguato per regolamentare questo tipo di settore?
“Aumentare l’informativa, educare al corretto uso della moneta elettronica ed imporre maggiori limiti per i costi fissi ed i tassi debitori.”
Voi in quanto associazione a tutela dei consumatori avete avuto molte segnalazioni e richieste da parte di utenti di carte di credito revolving?
“Non sono mancate le segnalazioni e siamo intervenuti direttamente per temperare situazioni di particolare gravità sociale, si pensi ai casi di sovraindebitamento delle famiglie. Chiunque voglia segnalare situazioni sospette o lesive degli interessi dei consumatori, può farlo sul blog carlorienzi.it

Pubblicato in Interviste

Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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