La scuola è morosa: alunni sfrattati
A monte dello sfratto ci sarebbe dunque una morosità accumulata dalla scuola nei confronti della proprietà, cosa che in teoria ne giustificherebbe la decisione. In pratica, però, la situazione trae origine da un concatenarsi di vicende che è lecito pensare dipendano da una serie di interessi economici con cui la scuola non ha nulla a che vedere.
Dovendo fare i conti con le limitate disponibilità di bilancio, conseguenti alla mancata erogazione dei contributi ministeriali previsti invece dalla normativa vigente, la scuola ha rischiesto molte volte alla proprietà un incontro per concordare un pagamento rateale, sperando di dilazionare il suo debito piuttosto che ritardare il pagamento degli stipendi ai lavoratori.
A garanzia del rientro del debito il Dirigente scolastico ha perfino ipotecato la sua casa. La scuola, inoltre, ha sempre provveduto direttamente a qualunque opera di ordinaria e straordinaria manutenzione, che la proprietà ha sempre rifiutato di eseguire e che andava dal “semplice” rifacimento delle facciate, a quelle del tetto, dell’impianto idrico ed elettrico, finanche a quello fognario:
“opere eseguite senza alcuna contribuzione o rimborso da parte della proprietà e che la scuola si è trovata necessitata a dover comunque eseguire, così come ha sempre provveduto negli anni al pagamento integrale della utenza idrica, che fornisce non solo la scuola, ma anche altri 19 utenti tutti ricompresi all’interno della proprietà Camelia di Via Tor Carbone“. Nonostante tutto questo, nessuna proposta di dilazione del debito accumulato è stata mai accetata dalla proprietà.
L’area di Tor Carbone dove sorge la scuola:
Quella di Tor Carbone è infatti una tenuta grandissima: si estende per 25mila metri quadrati di superficie che potrebbero essere utilizzati per altri e piu’ remunerativi scopi, “ad esempio di speculazione edilizia: sul parco dell’Appia Antica ci vogliono costruire. Noi – continua Ferri – chiediamo solo di avere un anno di proroga, lo stretto necessario a trovare altri locali. Lo abbiamo chiesto al Comune, al Municipio, ma sembra che ci troviamo di fronte un ostacolo troppo grande per noi”.
Il Dirigente scolastico, infatti, ha ricevuto solo altre porte in faccia. Il fatto che 180 bambini e 30 dipendenti abbiano perso la loro scuola non interessa nè al sindaco, nè alla sua Giunta, la cui indifferenza ai problemi della città e alle richieste dei cittadini è ormai una constatazione ordinaria.