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Videosorveglianza in asili e Rsa: ancora nessuna legge

Una legge più volte dibattuta e utilizzata come slogan, dai vati politici di turno, ogni volta che accade di trovarsi di fronte ad un fatto di cronaca legato ad episodi di violenza in asili o scuole di infanzia; o in strutture atte a ricevere ed assistere anziani e disabili.
Purtroppo capita spesso di assistere a casi di maltrattamenti su minori da parte di maestre d’asilo o di scuole d’infanzia; così come di registrare episodi vergognosi legati a violenze su anziani e disabili ospitati in apposite strutture socio sanitarie.
E allora si torna a parlare della necessità di una legge che comprenda anche l’utilizzo di sistemi di videosorveglianza e telecamere da mettere in tutte queste strutture, sulla falsa riga di quanto accade per banche e altri luoghi pubblici.
Una legge che in generale comprenda norme severe per evitare il perpetrarsi di episodi di tale genere e che non è solo rivolta all’installazione di sistemi di videosorveglianza in asili, scuole di infanzia e strutture socio sanitarie.

I punti principali della legge:

La norma era stata approvata già dalla Camera lo scorso ottobre 2016, con la denominazione originale di “Norme in materia di videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia nonché presso le strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio”.

Divenuta poi “Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale”.

Ed è proprio con quest’ultimo nome che ora il disegno di legge 2574 giace in Senato, in corso d’esame già da diversi mesi. Il documento contiene misure per la prevenzione di condotte di maltrattamento o abuso, anche di natura psicologica, a danno di minori negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia; o nelle strutture che ospitano anziani e disabili.

Sistemi di Videosorveglianza negli asili:

Ebbene un articolo di questa norma, il numero 4, va a prevedere la possibilità di installare sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso anche negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia e in tutte le strutture per anziani e disabili.
Ovviamente è previsto l’obbligo, per tutelare la privacy di ciascuno, di cifrare le immagini al momento dell’acquisizione e consentirne l’accesso soltanto dietro autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria così da garantire sicurezzadei dati e loro protezione da accessi abusivi; oltre che di richiedere l’autorizzazione dei sindacati interni.
Non a caso, concentrandoci esclusivamente sulla questione asili e scuole di infanzia, la scora estate il Garante della Privacy aveva dovuto esprimersi sul tema dando, alla fine, parere favorevole all’utilizzo di telecamere e sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso negli asili e nelle scuole di infanzia.
Il tutto, come la stessa Filomena Albano, Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, aveva evidenziato, nel “superiore interesse del minore“. Le immagini come detto, sarebbero acquisibili solo dalla Autorità Giudiziaria e non quindi dai genitori dei bambini eventualmente coinvolti.

Leggi regionali sul tema:

Sulla scia di questo provvedimento, che lo ricordiamo è ancora in fase dibattimentale in Senato, sono state lanciate diverse proposte di legge nelle singole regioni.
Il caso più importante è quello della Lombardia, dove poche settimane fa è stata approvata una legge che incentivi l’uso di telecamere in case di riposo e strutture per disabili al fine di prevenire i tanti episodi di violenza, maltrattamenti e furti.
La regione lombarda potrebbe quindi essere la prima in Italia a incentivare l’installazione di sistemi di videosorveglianza nelle Rsa, le Residenza Sanitarie Assistenziali, presente sul proprio territorio.
Ovviamente si tratta non di un obbligo, ma di un incentivo; ovvero, le case di riposo che accetteranno di installare questi videosistemi saranno premiate con la pubblicazione del loro nome sul sito della Giunta regionale; e, cosa ancor più importante, con un incentivo economico per sostenere la spesa affrontata proprio per l’installazione.
Un provvedimento più soft rispetto alla versione originale (che prevedeva l’obbligo di installazione), proprio per non invadere la competenza dello Stato in materia di sicurezza. Il tutto in attesa di vedere quanto accadrà a livello nazionale con il provvedimento in Senato.

Pubblicato in Inchieste

Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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