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Perché riesumare la Fallaci quando è vivo Giuliano Ferrara?

Giuliano Ferrara

Il Corriere lancia una nuova rubrica «Le parole di Oriana» Titolo vagamente messianico che forse non è proprio quello di cui si ha necessità di questi tempi. Le argomentazioni della Fallaci di allora sono le stesse del Ferrara di oggi. Paragone ardito quello tra Ferrara e Fallaci? Non tanto. L’elefantino ha il pregio dell’attualità, ma è l’unico.
Da sabato 10 gennaio, dopo i terribili fatti di Parigi, il Corriere della Sera ha deciso lanciare una rubrica quotidiana dal messianico titolo: «Le parole di Oriana». La Oriana in questione è Oriana Fallaci. Naturalmente, data la titolazione della rubrica, si intende che al Corriere ritengano che le parole della Fallaci non possano assolutamente essere state fallaci. Beati loro.
In tre giorni, sabato e domenica e lunedì, tre pezzi, Ovviamente sono riedizioni, del 1979 e del 2002. Il primo, ripubblicato anche nel volume Intervista con il potere, (magari la Rizzoli spera in un rilancio, business is business) è per l’appunto una intervista.
Intervistata è una giovane terrorista, così viene definita Rascida Abhedo, la quale sostiene con feroce durezza, riporta la Fallaci, che per lei anche i bambini israeliani sono nemici. Domanda: «Anche se è un bambino Rascida? Anche se è un neonato?» La risposta: «Mi ordinai: Rascida loro (gli israeliani ndr) ammazzano i nostri bambini e tu ammazzerai i loro».
Che se si chiede ad un lupo, metaforicamente inteso, cosa ne pensi degli agnelli, viene difficile immaginarsi una risposta differente. Quindi domanda banale ancor prima che stupida.

Le interviste della Fallaci:

Il secondo, quello di domenica, invece è un articolo megalomanico, in cui la Fallaci racconta con una ampia e noiosa introduzione, che il suo libro «La Rage e l’Orgueil» in Francia (e nel resto del mondo) sia un grande successo editoriale.
Anche se non di critica visto che, la stessa dichiara come il novantacinque per cento della stampa parigina la attacchi. Ma, scriveva Hannah Arendt, Oriana-Fallacinon basta avere la maggioranza dei consensi per avere ragione. Il che vale per entrambi i casi. E in aggiunta non basta difendere un solo popolo per essere immuni dal morbo del razzismo.
Il terzo pezzo, quello di lunedì 12, manco a dirlo, è l’intervista a Khomeini. Ovviamente in risalto la frase topica: «L’islam è tutto la democrazia è equivoca.» Sul fatto che la democrazia sia equivoca si è esercitato il fior fiore dell’intellighenzia liberale dell’orbe terraqueo. Però senza riuscire a darsi risposta.
Domenica, giusto per santificare la festa e dare un buon viatico alla manifestazione di Parigi e a quella più modesta organizzata dal consolato francese a Milano, Pierluigi Battista chiacchiera con Giuliano Ferrara. Il posizionamento dell’intervista è, come per caso nella pagina a fianco di quella fallaciana.
Una mano data all’elefantino così riesce a raggiungere qualche lettore in più rispetto ai quattro gatti che riesce a mettere insieme quotidianamente.

Giuliano Ferrara e la guerra di civiltà:

Nell’intervista Ferrara mette insieme il suo solito armamentario, confuso quanto basta, sulla guerra di civiltà. Frasi fatte, masticate e rimasticate che lasciano pure poco spazio alla fantasia. Sentito una volta sentite tutte. Solo il duo Salvini-Borghezio riesce a fare di peggio.
Come novità aggiunge che lui piuttosto che andare con Holande e il resto dell’Europa preferirebbe accompagnarsi alla manifestazione dei Le Pen anche se li trova un pochetto antisemiti. Però il fatto che questi ce l’abbiano, forse, un po’ di più con gli islamici gli fa mandar giù il rospo. De gustibus. Come dire piazza un elefantino in una cristalleria ed otterrai lo stesso risultato.
A questo punto vien da chiedersi perché si debba riesumare la fallace Oriana avendo a disposizione il vivo e vegeto, anche se non meno fallace, Ferrara. Almeno questo ha il pregio dell’attualità.
Sempre che alla fine non si scopra che l’ideuzza editoriale ha come unico fine di piazzare qualche copia in più. Che magari sarebbe bello fosse conquistata con argomentazioni che coinvolgano la testa piuttosto che mettere in agitazione lo stomaco.
Anche perché quanto può andare avanti la rubrica di Oriana? Fra un po’ come successe per l’11 settembre anche questa notizia perderà il suo appeal editoriale e a quel punto le parole di Oriana non serviranno più. E il giochetto sarà scoperto.

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Blogger satirico, polemico, dadaista, ghibellino, laico, uomo d'arme e di lettere - Il Vicario Imperiale

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