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Misteri di Cronaca Nera

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Coniugi Patanè: quando il fanatismo religioso arriva all’estremo

Ogni forma di fanatismo religioso crea scompiglio, deformando sovente la comune visione della realtà, così da spingere i più deboli, quelli che più soffrono dell’esistenza, a compiere gesti estremi di esaltazione, nella certezza di una redenzione futura, intesa come riscatto sociale e via di fuga dal male psichico e terreno. Tali gesti estremi si accompagnano quasi sempre all’orrore.
Polvere. Spirito allo Spirito. Seppellitemi voi. Fate un atto di carità. Si chiama Figlia di Dio”. Queste poche parole furono trovate scritte su un biglietto che accompagnava un fagotto avvolto in un plaid, nei pressi del cimitero di Commezzadura, in Trentino.
Attorno a quel fagotto c’era un forte odore di putrefazione misto a lavanda e deodorante, dentro, il misero corpo di una bambina in avanzato stato di decomposizione. Aveva solo cinque anni e l’esame autoptico stabilì che era stata ripetutamente percossa e strangolata. Era il 29 giugno 1978.

La setta ispirata all’ideologia cosmica:

4 giugno 1978, Bedizzole, provincia di Brescia, Lago di Garda. Cesare Patané, 33 anni, la moglie Margherita, 28 anni e suo fratello Mariano lasciano la cittadina a bordo di un furgone, con loro c’è anche Desiré Patané, 5 anni, figlia di Cesare e Margherita.
I tre formano una piccola setta, seguono l’ideologia della fratellanza cosmica e della purezza infinita; sono fermamente convinti della possibilità di un’esistenza paradisiaca, raggiungibile, però, solo dopo la morte, con l’abbandono del corpo.
Le loro idee e convinzioni sono riconducibili all’incontro che Cesare e Mariano, tempo prima, hanno avuto con l’esponente di un gruppo religioso che diffonde una fede basata appunto sulla fratellanza cosmica, sui figli del cosmo e sulla certezza della reincarnazione. Una sorta di setta segreta.
Ed è proprio questa certezza che stravolge i due fratelli, deformando la loro visione della realtà. La reincarnazione, il ritorno alla vita con maggiore conoscenza, più forti e capaci, è dunque possibile, a patto, però, di giungere alla morte in uno stato ottimale, con un corpo purificato dalla denutrizione.

Purificazione del corpo con la denutrizione:

La prima a morire, a raggiungere lo stato ottimale, per tornare poi alla vita in condizioni migliori, è la piccola Desiré.
Di fronte ai carabinieri sempre più allibiti, all’avvocato sempre più perplesso, l’uomo (Mariano Patané) ha parlato con scioltezza e proprietà di linguaggio. Ha detto che la bambina è morta a San Michele di Salò e che negli ultimi giorni di vita veniva spinta fuori dalla tenda nella quale quella comunità aveva eletto il proprio precario domicilio. Veniva spinta fuori dalla tenda e costretta a camminare, oppure a stare a lungo in piedi, oppure a trascinarsi a carponi in modo che si sfinisse. Non le davano da mangiare, non le davano da bere” – (L’Alto Adige, 5/12/1978).

Morte della bambina e corpo in putrefazione:

Le analisi necroscopiche dicono che la bambina è morta il 9 giugno; il corpo però è tenuto nel furgone fino al 27 giugno, con la folle speranza che possa risorgere. Ma nulla di trascendentale accade, se non la lenta e inevitabile putrefazione di quel corpicino che per questo è abbandonato nei pressi di un cimitero.
Senza più i resti di Desiré, padre, madre e zio ripartono poi per il Monte Bondone, dove hanno intenzione di togliersi la vita, ma ciò non accade; alcuni mesi dopo, infatti, l’11 ottobre, i tre sono presso Ventimiglia. Cesare e Margherita riescono a superare la frontiera, Mariano no, la sua carta d’identità non è in regola, rimane in Italia, dove presto sarà raggiunto dalla polizia.

Il tentato suicidio dei coniugi Patané e la confessione:

I coniugi Patané arrivano a Nizza e qui, sulla spiaggia, lungo la passeggiata degli inglesi, si tagliano le vene; ma la morte non arriva, le ferite sono superficiali. Ricoverati in ospedale, al Pasteur, riescono a sottrarre medicinali e disinfettanti per preparare e bere un intruglio mortale. Margherita muore, Cesare invece si salva.
Segnalato il fatto alle autorità italiane, iniziano subito a crearsi dei possibili collegamenti con il corpo della bambina ritrovato a Commezzadura. I due sono di Bedizzole, chi li conosce afferma che hanno una figlia, una bambina di 5 anni. Dov’è questa bambina?
Inizialmente, Cesare nega di avere figli, poi crolla, esplodendo in una forte e incontrollata crisi isterica, tanto che i sanitari lo devono legare e rinchiudere.

Strangolata perché aveva fame e sete:

Le indagini ormai sono alla fine, il cadavere di Desiré è presto identificato. Mariano, ancora libero, è fermato come indiziato di reato ma, dopo pochissimo tempo, il procuratore spicca nei suoi confronti un ordine di cattura, imputandolo di concorso in omicidio volontario.
Desiré Patané morì strangolata perché non la smetteva di piangere e urlare (http://www.ilsudest.it/sociale-menu/78-sociale/11274-2018-02-22-08-43-38.html), perché aveva fame e sete, vittima inconsapevole di un misticismo delirante e ossessivo, di uno scompiglio psichico sostenuto e amplificato da un micidiale fanatismo religioso.
Se la moderna critica psicologica della religione sospetta che la conversione abbia un’origine patologica, l’idea che certe religioni siano così aberranti da non poter essere liberamente abbracciate da nessuna persona nel pieno possesso delle sue facoltà mentali è molto più antica. Non è un caso che San Paolo vede nel cristianesimo una follia per i pagani” (M. Introvigne, Il lavaggio del cervello: realtà o mito? – Torino 2002, p. 14).
Cesare si impiccò poi nell’ospedale psichiatrico giudiziario in cui si trovava, il 23 giugno del 1979, Mariano si era tolto la vita allo stesso modo già qualche mese prima, il 5 febbraio 1979.

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