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Commercio Equo e Solidale: arriva la nuova legge

In data 3 marzo 2016 la Camera ha approvato una legge denominata “Disposizioni per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale” che va a ridisegnare il settore.
Un iter lungo e atteso quello legato a questa legge; basti pensare che in Parlamento si era iniziato a discuterne nel 2014. Due anni per vedere la luce. E quello che ne è nato è un provvedimento importante che va a riunire proposte di parlamentari diversi oltre che varie leggi regionali che erano già state emanate in tema di commercio equo e solidale.
Adesso, basandoci anche su quelle norme, è stato creato un copro normativo che avrà respiro nazionale e sarà quindi la base legislativa per la materia. Che di per sè è estremamente delicata ed importante.

 

Cos’è il Commercio Equo e Solidale:

Con il termine commercio equo e solidale si va a designare un modo alternativo di commerciare che pone al centro delle proprie attenzioni la promozione di valori quali giustizia sociale ed economica; sviluppo sostenibile; formazione e cultura.
L’obiettivo del commercio equo e solidale è quello di riequilibrare i rapporti con i Paesi economicamente meno sviluppati andando a migliorare l’accesso al mercato e le condizioni di vita di tutti i produttori svantaggiati.
Risultato che si dovrebbe raggiungere attraverso la garanzia per tutti i produttori di un giusto guadagno affiancato a condizioni di lavoro dignitose. Una nuova visione dell’economia attenta a garantire gli interessi di tutti eliminando le intermediazioni finalizzate alla speculazione.
In Italia il commercio equo e solidale ha mosso i suoi primi passi nella seconda metà degli anni ’80, e oggi si possono contare circa 500 botteghe del mondo.

 

Il Commercio Equo Solidale in Italia:

Ciò che è possibile trovare in questo tipo di negozi va dai prodotti alimentari, quali il caffè che arriva dal Brasile, a quelli artigianali come maglioni fatti a mano dal Venezuela, o prodotti in legno che arrivano dall’Africa, ma anche i prodotti delle cooperative sociali italiane.
Oggi è possibile trovare negozi di commercio equo e solidale in diverse città italiane; è sufficiente cercare in rete gli indirizzi. Una forma di acquisto etico che implica anche un investimento sulla persona che lo ha prodotto.
Mutando i meccanismi profittevoli che antepongono il guadagno prima di ogni altro aspetto, compreso quello legato alla salute e alla dignità del lavoratori, si possono raggiungere gli obiettivi del commercio equo e solidale.
Non si tratta di beneficienza, ma di giustizia commerciale e solidarietà concreta che valorizzi il lavoro dei produttori. In Italia è inoltre presente una associazione di categoria che raccoglie le organizzazioni di commercio equo e solidale italiane, Equo Garantito, che ha anche collaborato alla stesura della nuova legge.
Nel nostro paese si era assistito nel 1999 alla nascita della Carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo e Solidale, nella quale erano stati inseriti i princìpi e le regole comuni per tutti gli enti che promuovevano il commercio equo e solidale in Italia.

 

La nuova norma italiana sul Commercio Equo e Solidale:

Nel documento redatto dalla Camera si legge che “Per commercio equo e solidale si intende un rapporto commerciale con un produttore in forza di un accordo di commercio equo e solidale basato sul dialogo, sulla trasparenza, sul rispetto e la solidarietà, che è finalizzato all’equità nelle relazioni commerciali.
Per accordo di commercio equo e solidale si intende un accordo di lunga durata stipulato con un produttore allo scopo di consentire, accompagnare e migliorare l’accesso al mercato di quest’ultimo, che preveda alcune specifiche caratteristiche, in particolare il pagamento di un prezzo equo, misure a carico del committente per il graduale miglioramento della qualità della produzione e in favore dello sviluppo della comunità locale, il progressivo miglioramento dei livelli di impatto ambientale della produzione, l’obbligo del produttore di garantire condizioni di lavoro sicure e di remunerare in maniera adeguata i lavoratori e di rispettare i diritti sindacali
.”
La base della legge sarà un più attento controllo per evitare che un prodotto venga descritto come proveniente da una filiera del commercio equo e solidale quando poi nei fatti non è così. Il provvedimento passerà ora al Senato per essere approvato definitivamente.

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Scrittore, giornalista, ricercatore di verità - "Certe verità sono più pronti a dirle i matti che i savi..."

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