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Investire in arte in tempo di crisi? Un’idea intelligente

Investire in arte da un fatto elitario si è trasformato, negli ultimi anni, in un fenomeno di tendenza che interessa sempre più utenti. Anche le aziende medie e piccole hanno scoperto che l’arte è un investimento conveniente e rivolgono a questo settore un interesse sempre maggiore.
Molti valutano il ritorno dell’investimento, il cosiddetto Roi, che può essere di carattere economico e fiscale ma anche mediatico. Gli ultimi dati si riferiscono a risultati che in Italia sembrerebbero essere molto positivi, sia per le aziende che per i privati.
Intorno a questo fenomeno del mercato dell’arte italiano ruota un business cospicuo rappresentato da artisti, galleristi e curatori, che svolgono un ruolo essenziale per gli investimenti in opere d’arte, sia per quanto riguarda artisti emergenti che quelli più affermati.

Come creare un fondo d’investimento in arte

Per creare un vero fondo d’investimento in arte, gli investitori tendono a realizzare un progetto in grado di replicare tutti i processi di mercato di un indice, associando ad esso differenti strumenti di garanzia e inserendo all’interno del progetto altri investimenti ad alto rendimento.
Si parla soprattutto di investimenti che riguardano i beni immobiliari. Infine è prevista una quota per investire in quadri contemporanei o comunque in opere d’arte che sono frutto dello stile attuale.
Per valorizzare nel tempo un’opera d’arte è opportuno attuare diverse strategie in termini di investimenti. Ad esempio si deve passare all’azione, esplorando le possibilità di marketing, e si devono creare eventi speciali per coinvolgere i media e promuovere l’artista fino alla possibilità di vendere l’opera anche sui mercati internazionali. Non è detto che tutti gli investimenti in questo senso vengano ripagati in modo proporzionale a ciò che si è speso.

Investire in arte conviene

Investire in arte conviene. Lo dicono le statistiche sui rendimenti economici. Pur trovandoci in anni di crisi, il settore è andato a gonfie vele. Tutte le più importanti istituzioni finanziarie si occupano notevolmente di investire in questo campo.
Inoltre non bisogna dimenticare che l’arte è portatrice di una grande forza mediatica. Spesso gli imprenditori si servono proprio delle opere d’arte contemporanee e non per comunicare il proprio senso del potere.
È chiaro che non è facile, anche perché bisogna avere la capacità di portare avanti un’adeguata attività di scouting, messa in atto anche con modalità “scientifiche” puntando, a differenza di quanto si possa fare nella Borsa e nelle azioni, sulla qualità e non proprio sulla quantità.
I capolavori possono costare anche tanto ma qualora si intenderà poi in futuro andare a monetizzare, la speranza è sempre quela di vedere le opere rivalutate nel tempo. Il classico concetto dell’investimento.

Uno dei più grandi mercati senza regole

Molto interessante a questo proposito la dichiarazione Matthew Carey-Williams, curatore della galleria White Cube di Londra, che ha definito senza mezzi termini l’arte un super business, uno dei più grandi mercati senza regole del mondo.
In questo senso è anche fondamentale cautelarsi per non cadere nell’errore di comprare un’opera d’arte contraffatta. L’oggetto d’arte deve avere certificati di provenienza e di autenticità. Sarebbe preferibile affidarsi a fondazioni ed esperti che possano vantare titoli accademici e ad archivi. Ci si può avvalere di una casa d’asta affidabile e bisognerebbe stare attenti agli intermediari, ricercando quelle indicazioni bibliografiche che permettano di tracciare il percorso delle opere nella storia.

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Giornalista scomodo - "L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede..."

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