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Letizia Mannella, procuratrice aggiunta Tribunale di Milano: “situazione attuale sulla violenza di genere”

A Milano sempre meno archiviazioni di fascicoli per reati relativi alla violenza contro le donne. Il 46% sfocia in rinvio a giudizio; ben 10 punti percentuali in più rispetto al 2023. Diminuiscono anche le richieste di archiviazione per reati quali violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e stalking. Dati forniti dal Tribunale del capoluogo lombardo che analizziamo con Letizia Mannella, Procuratrice  Aggiunta presso il Tribunale di Milano che coordina il V Dipartimento “Vittime vulnerabili”.

Da una parte i numeri segnano la qualità del lavoro di indagine, dall’altra però inquietano sulla realtà delle diverse violenze contro le donne in una città considerata moderna e “avanti” come Milano. 

“La violenza di genere è un fenomeno che si verifica in tutte le parti del mondo, anche nelle realtà sociali più evolute e più impegnate culturalmente, per esempio anche nei paesi del nord Europa si assiste ad un aumento di questo fenomeno. La sempre maggiore attenzione a questo tipo di realtà comporta necessariamente un aumento delle denunce, in quanto le vittime si rendono sempre più conto della loro condizione e acquisiscono maggiore consapevolezza dei propri diritti. Non solo denunciano le vittime, ma anche i vicini e le persone che vengono a contatto con questi fenomeni di violenza, ad esempio ci sono varie insegnanti che denunciano il fatto che i bambini arrivano a scuola con dei lividi o comunque in condizioni che denunciano poca attenzione da parte dei genitori (es. vestiti sporchi).”

Cosa succede in questi casi?

“Anni fa questi fenomeni venivano spesso minimizzati. Le insegnanti sanno che in queste situazioni non devono chiamare i genitori, ma devono immediatamente avvisare il responsabile dell’istituto che presenterà denuncia alla Procura. Del pari assistiamo a denunce anche con riferimento al triste fenomeno delle violenze esercitate dai figli sui genitori. Sempre più spesso, a causa del lock down e quindi a causa della mancanza di cure, figli psichiatrici o comunque violenti sfogano la loro rabbia sui genitori anziani. Anche la tossicodipendenza rappresenta un elemento che scatena la violenza dei figli sui genitori, causata, soprattutto, dalle pretese economiche per l’acquisto di stupefacenti. In Procura a Milano, in un anno, ci sono state circa 7.000 denunce di reato a carico di noti e circa 1500 denunce a carico di ignoti.”

Il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia ha peraltro lanciato la denuncia di braccialetti elettronici sempre più scarsi e mal funzionanti. Come possono sentirsi le vittime che vengono perseguitate ma, anche, come vi sentite voi rispetto all’efficacia del vostro lavoro di indagine per perseguire i colpevoli di reati e l’efficacia delle pene? 

“È vero che ci sono delle difficoltà legate ai braccialetti elettronici. È comprensibile che le vittime si sentano impaurite e spesso sfiduciate rispetto allo strumento del braccialetto elettronico; tuttavia, questo resta uno strumento fondamentale per la sicurezza delle donne in pericolo. Anche con i suoi limiti, il braccialetto elettronico rappresenta una presenza concreta e costante: è un mezzo che permette un controllo immediato e un intervento rapido. Continuo a credere nell’importanza dell’uso del braccialetto elettronico, strumento che sicuramente presenta delle criticità dal punto di vista tecnico, sicuramente perfettibile, ma allo stato indispensabile.”

I numeri dei casi di violenza – fisica, economica e psicologica – contro le donne a volte sono addirittura discordanti. Percentuali che oscillano sull’andamento, ma la verità è che la violenza sembra scaturisca sempre più da futili motivi. È il caso proprio della banalità del male all’interno delle relazioni interpersonali e relazionali tra uomo e donna di una violenza inaudita. 

“La violenza può manifestarsi in diverse forme. Spesso quando si parla di violenza, si pensa immediatamente ai gesti più evidenti, come le aggressioni fisiche. In realtà, esistono anche forme meno visibili, ma altrettanto dannose, come la violenza psicologica ed economica. La violenza non ha mai una giustificazione. È soltanto il risultato della mancata gestione da parte dell’uomo della propria rabbia. Appunto per questo il legislatore ha previsto, per il riconoscimento della pena sospesa, che il condannato faccia un percorso trattamentale di riabilitazione e che questo percorso abbia esito positivo. Per prevenire la violenza, infatti, è necessario che il soggetto violento impari a gestire la propria rabbia e a non scaricarla sulle persone che gli sono vicino (moglie, compagna, figli e genitori); persone che sono indifese in quanto legate affettivamente al violento.”

Nello specifico delle indagini invece quale è il ruolo degli incidenti probatori per la tutela della vittima e della sua testimonianza? 

“L’incidente probatorio è un istituto del diritto processuale penale che permette di acquisire anticipatamente delle prove durante le indagini preliminari, prima che inizi il dibattimento. Il suo ruolo è quello di cristallizzare prove che rischiano di essere compromesse o irrecuperabili a causa del tempo, garantendo che l’acquisizione avvenga con le stesse garanzie del dibattimento. Viene richiesto quando le condizioni di una persona (malattia, minorenne, vittima di intimidazione) o la natura di un elemento probatorio (come reperti biologici e stato di un luogo) non permettono di attendere la fase dibattimentale. Il nostro obiettivo è quello della tutela dei soggetti vulnerabili: fondamentale per l’esame di testimoni minorenni, anziani, malati o che potrebbero subire pressioni se si attendesse il dibattimento. Una recente sentenza delle Sezioni Unite ha stabilito che è viziato da abnormità ed è, quindi, ricorribile per cassazione il provvedimento con il quale il giudice rigetti la richiesta di incidente probatorio, avente ad oggetto la testimonianza della persona offesa di uno dei reati compresi nell’elenco di cui all’art. 392, comma 1-bis, primo periodo, c.p.p., motivato con riferimento alla insussistenza della vulnerabilità della persona offesa o della non rinviabilità della prova, trattandosi di presupposti la cui esistenza è presunta per legge. C’è poi un altro aspetto interessate, riferito alla persona offesa, legato a questo istituto di diritto processuale penale…”

A cosa si riferisce?

“L’incidente probatorio consente di evitare la vittimizzazione secondaria che si verifica quando la persona offesa, dopo aver subito il reato, rivive il trauma a causa delle modalità del procedimento penale, per esempio, perché deve ripetere più volte la propria testimonianza o perché viene esposta a contatti con l’autore. L’incidente probatorio nasce proprio per evitare tutto questo: consente di ascoltare la vittima una sola volta, in un contesto protetto e rispettoso, alla presenza del giudice, con l’assistenza di professionisti e con la videoregistrazione dell’audizione. Il tema della vittimizzazione secondaria è stato toccato dalla disciplina sovranazionale: la convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione in vigore dal 1985, la Convenzione di Istambul, il Trattato sull’Unione Europea, la Carta dei Diritti Fondamentali e la Direttiva 2012/29/UE.”

L’intelligenza artificiale sta aiutando le indagini? 

“L’intelligenza artificiale sta dando un contributo concreto alle indagini. Ad oggi ci consente di analizzare in tempi rapidi grandi quantità di dati, flussi informatici, immagini, tabulati telefonici, che un tempo richiedevano giorni o settimane di lavoro. L’intelligenza artificiale, infatti, non sostituisce l’intuito investigativo, ma rappresenta un alleato prezioso per rendere le indagini più tempestive, accurate e preventive. Inoltre, l’IA non potrà mai sostituire l’empatia umana. Soprattutto nei casi di audizione di donne e minori, vittime vulnerabili, occorrono capacità di ascoltare, di cogliere le sfumature emotive, di comprendere le paure e le fragilità delle persone offese: aspetti che nessun algoritmo può replicare. Lo stesso vale, altresì, per gli indagati. Non dimentico mai, a prescindere dal reato di cui sono accusati,  pmche sono persone.”

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