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Accordo Svizzera Italia: niente più segreti per il Fisco

Accordo Svizzera Italia

Cade il segreto bancario fra Italia e Svizzera. Dopo tre anni di lunghe trattative è stata siglata l’intesa tra il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan e il Capo del Dipartimento federale delle finanze svizzere Eveline Widmer Schulumpf. La firma a Milano in data 23 febbraio.
I due ministri, oltre al protocollo, hanno siglato una “road map” per un concreto sviluppo del dialogo tra i due paesi in materia fiscale e finanziaria. Nei prossimi giorni sarà la volta del Liechtenstein, entro l’inizio di marzo toccherà al Principato di Monaco e Città del Vaticano.
Dopo circa 40 anni mutano radicalmente i rapporti fiscali tra l’ Italia e la Svizzera: il nuovo accordo siglato va infatti a modificare la convenzione del 1976
sottoscritto allora “per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio” avviando, dai prossimi mesi, lo scambio di informazioni tra i due Paesi. Ecco i punti principali del nuovo protocollo d’intesa.

Cosa prevede l’accordo sui rapporti bancari?

Entrando nello specifico, quali sono i punti chiave di questo accoro tra Svizzera e Italia in materia di caduta del segreto bancario? Le novità principali saranno le seguenti:

  1. La Svizzera non può più opporre il segreto bancario. L’agenzia delle entrate potrà chiedere da subito alle autorità svizzere la posizione di contribuenti italiani sospettati di evasione.
  2. Il contribuente italiano che aderirà al rientro spontaneo dei capitali, in base alla legge 186/14, non si vedrà contestato dal Fisco le annualità 2005/2009 ma solo dal 2010.
  3. Accesso delle banche svizzere al mercato italiano e tasse dei lavoratori frontalieri stralciate e rimesse a un futuro accordo tra Italia e Svizzera. Gli oltre 60mila lavoratori di frontiera pagheranno il 70 %delle tasse in Svizzera e il 30% in Italia. L’intesa, relativa a una modifica del trattato tra Svizzera e Italia sulle doppie imposizioni del 1976, rielabora la norma sullo scambio d’informazioni sensibili tra i due paesi, adeguandola agli standard Ocse. Chi ha nascosto capitali in Svizzera potrà mettere in regola spontaneamente le somme detenute illegalmente in territorio elvetico, beneficiando di un regime sanzionatorio alleggerito con la “voluntary disclosure”.

Quando entrerà in vigore l’accordo Italia – Svizzera?

L’accordo di Berna dovrà essere ratificato dai rispettivi parlamenti, quindi superare un referendum svizzero. È possibile che ci vorranno due anni per completare l’iter, ma una volta ratificato l’accordo, il Fisco italiano potrà richiedere alla Svizzera informazioni più complesse, mentre lo scambio automatico d’informazioni tra i due paesi avverrà entro settembre 2018 con riferimento all’anno precedente. evasione-in-Svizzera
L’accordo è stato incoraggiato dalla legge sul rientro dei capitali entrata in vigore il 1°gennaio scorso, che consente la stipula di un contratto di trasparenza fiscale per tutti quei paesi inseriti nella black list. Una volta firmata l’intesa, il ministro Pier Carlo Padoan ha evidenziato che è stato un passo importante per l’eliminazione dei paradisi fiscali e che ci saranno grandi benefici per la finanza pubblica perché l’accordo pone le condizioni per una maggiore trasparenza finanziaria.
Con riferimento al tema caldo dell’evasione fiscale, il ministro ha ricordato come “Con la crisi del 2008 il G20 ha solo accelerato la lotta all’evasione, che è un tema importante anche all’interno dell’Unione Europea. La situazione sta migliorando”, ha commentato fiducioso alla stampa.

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Scritto da

Calabrese, testarda e con la passione per il giornalismo.

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