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Statali e licenziamenti sprint: la caccia ai fannulloni

La caccia ai fannulloni è aperta. È entrata ufficialmente in vigore la nuova normativa che agevola il licenziamento dei furbetti del cartellino, ossia di quegli impiegati statali dediti all’odiosa pratica di timbrare e poi lasciare il posto di lavoro per svolgere una seconda attività lavorativa o per occuparsi di affari personali.
Una legge che rende rapidissimo l’iter per l’allontanamento di coloro che verranno colti sul fatto; il decreto prevede sanzioni pesantissime per i dipendenti ma anche per i dirigenti conniventi che saranno obbligati a denunciare tali episodi.

Sospensione entro 48 ore:

Con la nuova normativa prevista dal decreto contro gli assenteisti, il dirigente che coglierà sul fatto il “furbetto” sarà tenuto a sospenderlo entro 48 ore. Dopo la sospensione il presunto fannullone rimarrà senza stipendio ma avrà diritto ad un “assegno alimentare”, un compenso di mantenimento dall’importo pari alla metà di quanto percepito regolarmente.
Il dirigente, invece, sarà tenuto ad inviare gli atti della sospensione ad un apposito ufficio per i procedimenti, avviando così la vera e propria azione disciplinare nei confronti del presunto colpevole.

30 giorni per concludere l’iter della sospensione:

L’iter dell’azione disciplinare dovrà obbligatoriamente concludersi nel giro di trenta giorni. Il presunto colpevole ne avrà solamente quindici per preparare la sua difesa.
Il termine scatterà a partire dalla notifica della sospensione. Passati i quindici giorni scatterà un nuovo count-down, di altri quindici; saranno quelli che l’ufficio procedimenti avrà a disposizione per completare l’indagine istruttoria, raccogliendo prove e testimonianze, anche tramite filmati o fotografie.
I tempi del procedimento amministrativo potrebbero allungarsi solo in caso di momentanea irreperibilità del soggetto indagato. In questa particolare situazione si procederà alla comunicazione della sospensione tramite l’invio di una raccomandata.
I tempi previsti per il procedimento, quindi, si allungheranno a sessanta giorni. Si tratterà comunque procedimenti più snelli rispetto a quelli attuali, che durano quattro mesi.

Cosa altro rischiano i furbetti del cartellino:

Ma i cosiddetti furbetti del cartellino non rischieranno solamente il licenziamento in tronco. Secondo il testo varato dal governo i colpevoli saranno tenuti anche al pagamento dei danni d’immagine alla Pubblica Amministrazione, danni che potranno arrivare addirittura fino a sei mensilità di stipendio.
La cifra dei danni d’immagine da risarcire sarà stabilità dal giudice nel corso dell’azione disciplinare: l’ammontare sarà proporzionato all’esposizione mediatica del caso. Sarà maggiore, quindi, se la notizia avrà più risalto in telegiornali e quotidiani.
Come ad esempio nel caso dei dipendenti del Comune di Roma che timbravano e poi si allontanavano. Episodio svelato dalla trasmissione Le Iene e che avavamo raccontato intervistando i diretti interessati.

Sanzioni per i dirigenti:

Infine le sanzioni previste per punire i dirigenti conniventi. Il dirigente che, pur essendone a conoscenza, non denuncerà la condotta fraudolenta del suo dipendente rischierà non solo la sospensione, come già accadeva in passato, ma anche il licenziamento.
Inoltre lo stesso, a seconda della gravità dei casi, potrà incorrere in una denuncia per omissione d’atti d’ufficio. Un reato penale che comporta sanzioni da sei mesi a due anni di carcere.
La lotta all’assenteismo si avvarrà quindi di nuovi mezzi, pensati per combattere i furbetti del cartellino. E nelle prossime settimane le regole stabilite dalla Legge Madia entreranno a far parte anche del Testo Unico per il Pubblico Impiego, rendendo ancora più semplici i licenziamenti degli assenteisti, ma anche di coloro che si macchieranno di altre infrazioni sul posto di lavoro quali furti di materiale o peculato.

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Giornalista scomodo - "L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede..."

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