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Se i prezzi alimenti triplicano da un negozio ad un altro

Può uno stesso prodotto alimentare arrivare a costare il doppio, quando non il triplo, spostandoci semplicemente da un negozio ad un altro? A quanto pare sembra proprio di si, ed a certificarlo è uno studio promosso dalla Coldiretti (la principale Organizzazione degli imprenditori agricoli) relativo al 2010 sulla dispersione dei prezzi al consumo.
Da questo studio emerge come il prezzo della stessa marca e confezione di spaghetti arrivi a triplicare da un negozio all’altro, quello della Nutella, di yogurt e birra del tutto identici quasi raddoppiano, mentre il prezzo della stessa confezione di latte cresca del 50%.
Lo studio è basato su prezzi di 14 prodotti alimentari di marca in commercio nel 2010 in differenti punti vendita, ed evidenzia  una forte variabilità con il prezzo massimo che è pari a circa il doppio di quello minimo per ben sette delle referenze analizzate e arriva a triplicare nel caso degli spaghetti.

Dove la spesa costa meno:

Per fornire qualche dato estrapolato dallo studio Coldiretti, il prezzo minimo per una confezione di Spaghetti Barilla n.5 da 500 grammi varia da un prezzo minimo di 0,49 centesimi ad un massimo di 1,45 con una differenza conseguente del +196%.
Lo Yogurt Danone da 125 grammi varia da un minimo di 0,95 centesimi di euro ad un massimo di 1,99 con una differenza di un +109%; il prezzo della Nutella segna un differenziale dell’ 86% (da un minimo di 2,2 euro ad un massimo di 4,09), quello del latte Granarolo (1 litro) varia del 50% (da un minimo di 1,1 euro ad un massimo di 1,6).
In sostanza, variazioni rilevanti e piuttosto corpose che danno ulteriore importanza alla scelta del punto vendita presso cui recarsi a fare acquisti; operando una scelta oculata, infatti, si può arrivare anche a dimezzare la spesa senza rinunciare alla qualità o alle proprie preferenze.
Entrando maggiormente nello specifico, risulta di particolare importanza per stabilire il prezzo anche la collocazione territoriale del negozio in un piccolo o in un grande centro urbano; per 11 dei 14 prodotti osservati, il prezzo medio è più alto nell’area urbana piuttosto che nei centri più piccoli o nelle aree rurali. questo, come sottolinea la Coldiretti, sta a certificare che ad una maggior densità di fornitori all’interno dell’area urbana non corrisponde necessariamente una maggior concorrenza di prezzo tra i venditori con conseguente ribasso dei prezzi per i consumatori.

Perchè i prezzi cambiano così tanto

La forte variabilità dei prezzi osservata dallo studio va a confermare la possibilità di risparmio nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola, andando di conseguenza a porre la lente di ingrandimento sulle distorsioni che avvengono lungo la filiera e che danneggiano soprattutto imprese agricole e consumatori; a supporto di questa tesi, il successo dei mercati degli agricoltori di ‘Campagna Amica’ che nel 2010 hanno fatto registrare una crescita del 28% delle strutture attive (705 in tutto),e dove durante l’anno hanno fatto acquisti ben 8,3 milioni di italiani.
In conclusione, come avevamo già affermato in un precedente articolo (Spesa intelligente: come risparmiare usando la testa), basta ingegnarsi un minimo e confrontare diversi punti vendita ed offerte per risparmiare sulla spesa alimentare che, con il 19% sul totale delle uscite, rappresenta la principale voce del bilancio familiare per gli italiani (la spesa media mensile delle famiglie per l’acquisto di prodotti alimentari ammonta a 461 euro), dopo l’abitazione.

Pubblicato in Focus

Scritto da

La Vera Cronaca, giornale online libero e indipendente

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