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Carpe diem, significato e storia della locuzione latina più usata

Carpe diem è una locuzione estremamente presente anche nella vita moderna, diventata per molti una filosofia di vita: basta in effetti ricordare il suo utilizzo ne “L’attimo fuggente”, film di grande successo nel quale un professore anticonformista, interpretato magistralmente da Robin Williams, per comprenderne la modernità.
Qualcuno è anche incappato in scivoloni grossolani, come nel caso dell’ex calciatore della Roma Francesco Totti che qualche anno fa, rispondendo ad una domanda di un giornalista, proprio in riferimento alla locuzione carpe diem disse “non parlate inglese che non lo capisco”.
Ed infine, sempre per restare su una declinazione moderna di questo concetto, la locuzione carpe diem è una delle più richieste da chi decide di tatuarsi; spesso non si è a conoscenza del reale significato o della storia di tale locuzione, tantomeno di chi ne sia il padre. Ma tant’è, i tatuaggi carpe diem risultano essere tra i più richiesti per il messaggio che tendono a far passare.
Anche in virtù di questi equivoci che si possono generare in riferimento ad un termine molto usato, ma del quale non tutti conoscono a fondo la storia, andiamo a cercare di capirne meglio il significato e la reale importanza non solo nell’attualità, ma anche nel corso dei secoli.

Carpe diem: storia e significato

Carpe diem è un detto latino e tradotto letteralmente vuol dire “cogli il giorno”. Si tratti di giorno o attimo, come erroneamente si intende oggi, il suo significato è comunque lo stesso: un invito a non rimandare ciò che si può fare subito. Un invito utilizzato in particolare da Orazio, il maggiore poeta lirico dell’età augustea, nelle Odi.
Spesso però frainteso, oppure colto soltanto in maniera superficiale. In effetti, Orazio invitava a cogliere l’attimo e godere quindi del presente. Senza attardarsi a pensare cosa potrebbe accadere nel futuro, che non può essere previsto. Ma non a banalizzarlo.

Perché il carpe diem è ancora di stretta attualità

Trattandosi di un detto antico, si potrebbe pensare che ormai il carpe diem sia un detto che ha scarsa attinenza con il presente. Evidentemente non è così. Il motivo della sua stretta attualità è proprio da ricercarsi nel fatto che a rendere davvero unica la nostra vita è l’importanza delle cose autentiche.
Essendo l’uomo destinato a morire, ciò che conta realmente è la capacità di saper intercettare e dare significato fino in fondo all’istante in cui è vivo. Solo in tal modo è possibile riuscire a godere di ogni stagione della vita, a partire da quella più bella, ovvero la giovinezza.

Il fraintendimento è dietro l’angolo

A livello storico va segnalato come l’espressione sia stata più volte oggetto di fraintendimento. Molti, in effetti, hanno ravvisato nel carpe diem un invito da parte di Orazio a fare ciò che si vuole, senza pensare alle eventuali conseguenze dell’atto che si compie. Il primo a farlo, del resto, fu Valerio Marziale, un poeta vissuto nel secolo successivo a quello in cui Orazio scrisse il suo componimento. Il quale, in uno dei suoi epigrammi invitava a vivere di rapina e afferrare i piaceri fuggenti.
Non è così, anzi, l’affermazione va inquadrata in un contesto culturale molto più complesso. Il grande poeta latino, infatti, afferma che l’uomo deve unire la tragica consapevolezza della propria precarietà di fronte alla fuggevolezza del tempo e l’intenso amore per la vita, espellendo dalla sua esistenza la bramosia. Non a caso l’invito è rivolto ad una donna, Leuconoe, il cui nome in greco significa mente bianca, ovvero candida.

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Giornalista scomodo - "L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede..."

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