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Difficoltà per i professionisti nell’invio dei dati
Difficoltà tecniche ed interpretative che hanno causato molti errori nell’inserimento dei dati e richieste di correzione all’agenzia delle entrate che finora non avevano trovato risposte.È importante sottolineare che la correzione di eventuali errori, proprio perché frutto di tali difficoltà, non comporterà l’applicazione di nessuna sanzione a carico del contribuente che così potrà tirare un respiro di sollievo.
Sarà possibile scegliere tra l’invio semestrale o trimestrale entro la scadenza del primo invio, oppure entro la scadenza del quarto trimestre. Se lo spesometro 2017, dunque, era una specie di esperimento, possiamo considerare quello del 2018 come la versione definitiva; per questo è utile approfondire le sue scadenze che saranno quelle valide anche per gli anni successivi a meno di ulteriori sconvolgimenti legislativi.
Scadenze 2018 per invio fatture
Le fatture emesse e ricevute dovranno essere comunicate, in caso di opzione di invio trimestrale, rispettivamente entro il 31 maggio, il 30 settembre, 30 novembre di ogni anno e il 28 febbraio dell’anno successivo rispetto a quello di imposta.
Ovviamente, in caso di scelta di invio semestrale, verranno eliminate le due scadenze intermedie del 31 maggio e del 30 novembre, così che le scadenze semestrali saranno il 30 settembre e il 28 febbraio dell’anno successivo.
Oltre alle scadenze e alla possibilità di scelta della cadenza semestrale o trimestrale, le principali novità dello spesometro 2018 sono state apportate per cercare una profonda semplificazione. Infatti con la nuova versione i contribuenti potranno inviare un numero più limitato di informazioni.
Semplificazioni spesometro 2018: mini fatture e non solo
I dati essenziali saranno: partita iva o codice fiscale dei soggetti coinvolti, numero e data della fattura, base imponibile e aliquota applicata, tipologia dell’operazione (ma solo nel caso in cui l’imposta non sia stata chiaramente indicata in fattura).
Un’altra novità riguarda le cosiddette mini-fatture, cioè quelle fatture di importo inferiore ai 300 euro, che potranno essere inviate non più solo singolarmente, ma con un unico documento riassuntivo che farà risparmiare non poco tempo.
I dati da inserire in questo documento riepilogativo sono diversi in caso si tratti di fatture emesse o di fatture ricevute. In caso di fatture emesse si deve comunicare: numero e data della fattura, partita iva del cedente, base imponibile e aliquota iva applicata.
Per quanto riguarda invece le fatture ricevute occorre inserire nel documento sempre numero e data di registrazione della fattura, partita iva del committente, base imponibile e aliquota applicata.
Soggetti esonerati dallo spesometro 2018
Un’ulteriore novità è rappresentata dall’individuazione di soggetti esonerati dallo spesometro 2018. Non dovranno presentare nessuna comunicazione i produttori agricoli situati in zone montane, oltre alle categorie già esonerate: contribuenti a regime forfettario e minimi, pubblica amministrazione e amministrazioni autonome, i contribuenti titolari di partita iva che hanno aderito alla fatturazione elettronica.
Un altro strumento che riguarda imprenditori e titolari di partita iva i quali sono tenuti a inviare al Fisco, con cadenza periodica, tale comunicazione. Un modo per cercare di controllare il fenomeno dell’evasione fiscale fermo restando che, in italia, le partite iva sono i soggetti più tartassati.
Non è un caso che i liberi professionisti seguano con grande interesse realtà come quella dell’escapologia fiscale; tutto quello che può servire a pagare meno tasse in modo lecito è guardato con estremo interesse.