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Riconoscimento figli coppie gay: cosa dice la legge

Il riconoscimento dei figli delle coppie gay torna a caratterizzare la discussione politica nel nostro Paese. A dar fuoco alle polveri è stato in questa occasione il Ministro della Famiglia e della Disabilità, Lorenzo Fontana, il quale ha espressamente negato il suo appoggio a forme di genitorialità diverse da quella tradizionale.
Una posizione che ha naturalmente innescato una serie di reazioni molto forti sull’altro fronte, proprio in considerazione dell’importanza del tema trattato. Le dichiarazioni di Fontana vanno ad inserirsi in un quadro normativo abbastanza definito, che vede in pratica riconosciuto il diritto dei bambini ad avere due genitori di diverso sesso.
Va peraltro ricordato che anche la legge Cirinnà, che pure aveva dato vita ad una serrata discussione in tal senso, aveva comunque negato la possibilità dell’adozione per le coppie omosessuali. Lo aveva fatto in particolare non riconoscendo alle coppie formate da persone dello stesso sesso il diritto al matrimonio, pur estendendo ad esse gran parte delle sue prerogative legali.

Legge italiana su adozioni gay

La normativa esistente nel nostro Paese non ammette la possibilità di registrare un bimbo alla stregua di figlio naturale di due soggetti dello stesso sesso. Questo neanche in presenza della possibilità, introdotta dalle tecniche biogenetiche, che due persone dello stesso sesso abbiano un legame biologico con lui.
Naturalmente le dichiarazioni di Fontana hanno riaperto una discussione permeata da notevoli elementi ideologici, anche perché sono state collegate ad una dichiarazione rilasciata dallo stesso ministro al Corriere della Sera, in cui l’esponente leghista aveva affermato la non esistenza delle famiglie gay.
Una posizione che ha aperto una frattura nel governo gialloverde, in quanto Vincenzo Spadafora, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle pari opportunità ed ai giovani, ha dal suo canto invitato tutti ad una discussione sobria e depurata di posizioni tali da andare contro i recenti orientamenti espressi dalla Corte Costituzionale.

Le dichiarazioni del ministro Fontana

Il riferimento di Spadafora è in particolare ad una recente sentenza della Consulta con la quale era in pratica stato permesso il riconoscimento dei figli nati soprattutto in California e in Canada all’interno di coppie formate da uomini. In tal senso non si è fatta attendere la replica di Fontana, il quale ha espresso la sua volontà di fermare il riconoscimento dei piccoli nati all’estero, all’interno di una coppia gay. Lo ha fatto nel corso di una audizione alla Camera che aveva come oggetto proprio le linee che dovrebbero caratterizzare la sua azione di governo.
Nella discussione in atto si è poi inserita con grande forza il sindaco di Torino Chiara Appendino, che ormai da tempo si è mossa con estrema energia su questo tema. E’ stata proprio lei ad affermare come la sua giunta continuerà a muoversi in un solco che ha fatto del capoluogo sabaudo il primo centro italiano a riconoscere i diritti delle famiglie omosessuali, compreso quello di avere figli.

L’esempio di Torino

L’amministrazione torinese continuerà dunque ad annotare sugli atti di nascita l’attestazione che conferisce ad entrambi i genitori, anche dello stesso sesso, il diritto di riconoscere un bambino. Alle dichiarazioni del sindaco di Torino hanno poi fatto seguito quelle del Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, il quale ha voluto affermare con forza la volontà di tutelare tutti i bambini, sia quelli nati all’interno di una coppia eterosessuale che gli altri.
Una spaccatura evidente, all’interno del governo, resa ancora più evidente dall’intervento di Matteo Salvini, il quale ha chiesto ai prefetti di bloccare il riconoscimento dei bambini nati all’interno delle coppie gay, oltre a rivolgersi all’avvocatura dello Stato per avere un parere in merito.Ora non resta quindi che attendere gli sviluppi di una discussione che si preannuncia molto infuocata, proprio in considerazione dei temi etici sollevati dalla questione.

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Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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