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La protesta dei giornalisti per entrare nei Cie

Nella giornata del prossimo lunedì 25 luglio si svolgerà un’iniziativa di protesta di fronte ai Centri di Identificazione ed Espulsione e Cara (Centri di accoglienza per richiedenti Asilo) promossa da diversi giornalisti (italiani e stranieri), parlamentari di varie forze politiche, sindacalisti, associazioni e attivisti per dire no al divieto di accesso per gli operatori dell’ informazione in queste strutture.
 I centri interessati saranno quelli Roma, Bologna, Modena, Gradisca, Torino, Milano, Bari, Cagliari, Santa Maria Capua Vetere, Trapani, Catania, Lampedusa, Porto Empedocle. Lo slogan dell’ iniziativa sarà ‘lasciateCIEntrare’, con le tre lettere (CIE) scritte volontariamente in maiuscolo a richiamare il concetto di Centro di Identificazione ed Espulsione.
Dicevamo del perché di questa dimostrazione: come noto, da un po’ di tempo l’ingresso a queste strutture (Cie e Cara) è precluso per l’informazione e possono accedervi soltanto determinate associazioni umanitarie scelte in modo arbitrario.
Il che ovviamente, viene visto da molti come un tentativo di bavaglio su quanto accade all’interno di quelle strutture che, ricordiamo, attualmente in Italia sono 13 (per quanto riguarda i Cie), rinominati in questo modo dal decreto legge del 23 maggio 2008 n.92 e  noti in precedenza come Centri di Permanenza Temporanea (Cpt).

 

Accesso nei CIE e nei Cara per i giornalisti:

Parlando di Cara (Centri di accoglienza per richiedenti Asilo) invece, al momento in Italia ve ne sono 9 e sono strutture nelle quali viene inviato e ospitato per un periodo variabile di 20 o 35 giorni lo straniero richiedente asilo privo di documenti di riconoscimento o che si è sottratto al controllo di frontiera, per consentire l’identificazione o la definizione della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato.
Tra l’altro, l’accesso a tali strutture per gli organi di informazione è diventato ancora più difficoltoso con la recente circolare del Ministro dell’interno Maroni (la n.1305 del 1 aprile 2011)  che, in considerazione del massiccio afflusso di immigrati provenienti dal Nord Africa a seguito dell’emergenza in quella regione, stabilisce come l’accesso alle strutture presenti su tutto il territorio nazionale, sia consentito, fino a nuova disposizione, esclusivamente a determinate organizzazioni (Unhcr, Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, Croce Rossa Italiana, Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Save The Children, Caritas).
In buona sostanza, i Cie ed i Cara sono sempre più ‘off limits’ per gli organi di informazione; motivo per il quale il comitato promotore della manifestazione del 25 luglio, composto da Fnsi, Ordine dei giornalisti, Art. 21, Asgi, Primo marzo, Open Society Foundation, European Alternatives più diversi parlamentari, ha indetto questa mobilitazione per difendere il diritto all’informazione e per poter documentare e certificare quello che accade all’interno di queste strutture.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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