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Disabili e danni del turismo non accessibile

I viaggiatori con disabilità sono spesso tagliati fuori dal turismo a causa di mancanza di infrastrutture adeguate; una maggiore prevenzione in questo senso tesa a facilitare il turismo per disabili porterebbe a benefici enormi in termini economici. Oltre che, naturalmente, in termini sociali data l’importanza dell’inclusione cui spesso ci si riempie la bocca (e che poi nei fatti non sempre è seguita da azioni concrete) e che dovrebbe riguardare anche, per l’appunto, l’eliminazione di tutte quelle barriere che impediscono ai disabili di viaggiare.
A condurre lo studio sul turismo accessibile è stata l’università del Surrey, situata in Inghilterra non lontana da Londra, la quale ha provato a quantificare in termini economici il mancato introito dovuto alla carenze in infrastrutture e servizi destinati ai viaggiatori con disabilità.
In tutta Europa ogni anno si perderebbero circa 140 milioni di euro. Una percentuale consistente di entrate se teniamo conto che, nel 2012, sempre secondo i dati dell’ università del Surrey le persone che hanno richiesto supporti per motivi di handicap hanno effettuato in totale 788 milioni di viaggi in Europa; il volume d’affari è stato di circa 395 miliardi di euro con quasi 9 milioni di posti di lavoro creati.

Accessibilità e profitti

Il settore del turismo accessibile per disabili è quindi una potenziale fonte di crescita oltre che di introiti; se le destinazioni europee fossero del tutto accessibili, la domanda di viaggi aumenterebbe di circa il 44% su base annua e di 862milioni di viaggi da qui al 2020.
Dati i numeri sugli introiti di cui sopra, è facile immaginare quanta ricchezza potrebbe portare un’ offerta turistica pienamente accessibile ai disabili. Molti operatori ancora non sono pronti ad ospitare viaggiatori con handicap né in termini di infrastrutture, tantomeno per quanto riguarda i servizi da garantire.
In rete si possono trovare una serie di agenzie e di servizi rivolti esclusivamente a persone con disabilità; si tratta di aziende specializzate nell’organizzazione di turismo senza barriere. Tuttavia si tratta ancora di una nicchia che potrebbe sicuramente ampliarsi.

Turismo accessibile in Italia

In Italia sono circa 6 milioni i potenziali fruitori del turismo accessibile; si tratta di persone affette da diverse forme di disabilità più o meno gravi. Tuttavia il nostro paese sembra essere molto indietro in materia di turismo accessibile.
Una recente inchiesta del Fatto Quotidiano sul turismo accessibile ha messo in risalto tutte le pecche del nostro meccanismo; a partire da chi dovrebbe garantire l’accesso alle strutture a tutti, ovvero il ministero dei Beni Culturali e del Turismo, il quale non ha mai ultimato l’elenco delle spiagge accessibili né tantomeno degli alberghi.
Compito che gli spetterebbe, ma che viene demandato ad altre associazioni o portali informativi dove sembra mancare la chiarezza. In materia di simbolo ‘handicap friendly’ ad esempio: questo logo quando è presenta non è sinonimo di sicurezza per il viaggiatore disabile. Non viene spiegato cosa si intende con esattezza, per questo la persona con handicap deve risolvere da solo contattando la struttura e la località per assicurarsi ad esempio che:

  • La struttura alberghiera sia accessibile e presenti tutti i servizi adatti
  • La spiaggia ad esempio (dato che siamo in pena estate) abbia tutto il necessario come la pedana per raggiungere l’ombrellone; carrozzine per entrare in acqua e lettini rialzati
  • Il treno o il mezzo di trasporto sia accessibile. Cosa non sempre scontata, dato che abbiamo visto quanto sia difficile l’ accesso ai trasporti per un disabile

In sostanza bisogna adoperarsi da soli ed essere sicuri che ogni singolo passaggio del viaggio sia coperto da servizi tali da evitare alla persona con disabilità di trovarsi in situazioni poco piacevoli. Il che sarebbe poco appropriato; non solo da un punto di vista economico, come abbiamo visto, ma anche da un punto di vista sociale e di civiltà.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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