Il Presidente del Senato della Repubblica è una figura fondamentale nel panorama istituzionale italiano, la seconda carica dello Stato, dietro solo al Presidente della Repubblica, essenziale per il corretto funzionamento del bicameralismo perfetto che caratterizza il nostro sistema parlamentare.
La sua posizione è definita dalla Costituzione e dai Regolamenti del Senato, attribuendogli non solo compiti di rappresentanza e di garanzia all’interno dell’aula, ma anche funzioni di rilevanza nazionale, particolarmente in assenza o impedimento del Presidente della Repubblica, incarnando l’autorevolezza dell’assemblea e tutelando l’autonomia e la dignità, garantendo il rispetto delle regole democratiche e la trasparenza dei lavori legislativi.
La sua elezione è un momento chiave all’inizio di ogni legislatura, poiché riflette gli equilibri politici e la volontà delle forze parlamentari.
In questo articolo parliamo di:
Il ruolo del Presidente del Senato
Il Presidente del Senato ha un ruolo di primaria importanza che va oltre la semplice gestione dell’assemblea. Egli, come detto, è il garante dell’imparzialità e del corretto svolgimento dei lavori parlamentari, assicurando che tutti i senatori, sia di maggioranza che di opposizione, possano esercitare pienamente i loro diritti e doveri.
La sua funzione è super partes: sebbene eletto dalla maggioranza, è tenuto a rappresentare l’intera assemblea, garantendo il rispetto del Regolamento del Senato e delle prerogative di ciascun gruppo politico, con un ruolo di garanzia centrale per la credibilità e l’efficacia dell’istituzione parlamentare. In quest’ottica, può essere definito il custode delle regole democratiche all’interno del Senato, un arbitro imparziale che dirime le questioni procedurali e assicura il rispetto dei tempi e delle modalità di discussione e votazione, cercando di mantenere la serenità dei dibattiti, a prevenire o risolvere conflitti e a tutelare le minoranze parlamentari, elementi essenziali per una democrazia funzionante.
Le funzioni del Presidente del Senato
Le funzioni del Presidente del Senato sono numerose e si articolano su diversi livelli: all’interno ovviamente del Senato, nel rapporto con le altre istituzioni e, in determinate circostanze, a livello nazionale.
Direzione lavori dell’Assemblea
La funzione principale è la direzione dei lavori dell’Assemblea, presiedendo le sedute del Senato, dirigendo le discussioni, concedendo e togliendo la parola ai senatori, mettendo ai voti le proposte e proclamando i risultati. Ha il potere di richiamare all’ordine i senatori che si discostino dalle regole del dibattito o che tengano comportamenti irrispettosi, con un’azione volta a garantire che i lavori si svolgano con ordine e celerità, nel rispetto del Regolamento.
Organizzazione interna del Senato
Oltre a dirigere le sedute, il Presidente del Senato svolge un ruolo chiave nell’organizzazione interna del Senato, mediante convocazione delle riunioni dei capigruppo, presiedendo la Conferenza dei Presidenti di Gruppo, che ha il compito di programmare i lavori dell’Assemblea e delle Commissioni, oltre a definire il calendario e l’ordine del giorno.
Nomina componenti di commissioni speciali
È anche responsabile della nomina dei componenti di alcune commissioni speciali o giunte interne al Senato, ed è a capo dell’amministrazione interna del Senato, che comprende il personale e le risorse finanziarie dell’istituzione, garantendone l’autonomia e l’efficienza.
Rappresentanza esterna del Senato
Un’altra funzione di rilievo è la rappresentanza esterna del Senato, in tutte le sue manifestazioni e nei rapporti con le altre istituzioni nazionali e internazionali, configurandosi come il portavoce ufficiale dell’Assemblea e il volto di quest’ultima, ricevendo delegazioni straniere e partecipando a cerimonie ufficiali e incontri istituzionali.
Supplenza del Presidente della Repubblica
Una delle funzioni più importanti e distintive del Presidente del Senato è la supplenza del Presidente della Repubblica. L’articolo 86 della Costituzione stabilisce che, in ogni caso in cui il Presidente della Repubblica non possa svolgere le sue funzioni, queste sono esercitate dal Presidente del Senato.
Questa supplenza si verifica in situazioni di impedimento permanente (ad esempio, per dimissioni o decesso), impedimento temporaneo (ad esempio, malattia o missione all’estero) o in caso di decadenza dalla carica. Durante il periodo di supplenza, il Presidente assume pienamente i poteri e le prerogative del Capo dello Stato, sebbene con un limite fondamentale, ovvero quello di non poter sciogliere le Camere, così da impedire che la supplenza possa essere utilizzata per alterare gli equilibri politici attraverso lo scioglimento anticipato del Parlamento.
Limitazioni al potere del Presidente del Senato
Sebbene il Presidente del Senato detenga poteri rilevanti, la sua autorità è circoscritta dalle norme costituzionali e regolamentari, e dalla natura stessa del suo ruolo di garante. Non ha un potere decisionale autonomo in materia legislativa, non può proporre leggi o esercitare un veto su di esse e la sua azione è limitata dal Regolamento del Senato, che stabilisce le procedure e i limiti del suo intervento.
Inoltre, nel suo ruolo di presidente di assemblea, deve rimanere imparziale e non può partecipare al dibattito politico come un senatore “ordinario“, né esprimere la propria opinione su questioni oggetto di discussione. La sua forza deriva dalla sua capacità di essere un arbitro equilibrato e rispettato da tutte le parti. Il suo potere più incisivo, quello della supplenza del Presidente della Repubblica, di cui abbiamo parlato in precedenza, è comunque un potere provvisorio e limitato nel suo esercizio più delicato, quello dello scioglimento anticipato delle Camere.
L’elezione del Presidente del Senato
L’elezione del Presidente del Senato è il primo atto che l’Assemblea compie all’inizio di ogni nuova legislatura, subito dopo la verifica dei poteri dei senatori eletti. L’elezione avviene per scrutinio segreto. Nelle prime due votazioni, per essere eletto, un candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato, cioè la metà più uno di tutti i senatori.
Se in queste prime due votazioni nessuno raggiunge tale quorum, si procede a una terza votazione. In quest’ultima, è sufficiente la maggioranza assoluta dei votanti, ovvero la metà più uno dei senatori presenti e votanti, escludendo astenuti e schede bianche, con una progressione dei quorum pensata per facilitare l’elezione di una figura che, pur provenendo da una maggioranza, possa godere di un consenso il più ampio possibile.
Generalmente, il Presidente del Senato viene scelto tra i senatori più esperti e autorevoli del gruppo di maggioranza, ma la necessità di raggiungere quorum elevati spesso impone la ricerca di un candidato che possa essere accettabile anche da una parte dell’opposizione, rafforzando così il suo ruolo di garanzia e super partes sin dall’inizio del mandato. Una volta eletto, rimane in carica per l’intera durata della legislatura, salvo dimissioni o cause di forza maggiore.