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Reggio Calabria: il giovane Falcomatà nuovo sindaco

“Reggio è libera. Bentornata primavera”. Con queste parole Giuseppe Falcomatà, apprende la notizia della sua elezione a Sindaco di Reggio Calabria. Dopo tredici anni e la disastrosa amministrazione del governo di centrodestra guidato da Giuseppe Scopelliti, la sinistra si riprende la città con il 61% dei voti.
Giuseppe è figlio di Italo Falcomatà, ex sindaco del Reggino per ben tre incarichi consecutivi dal 1993 al 2001, il suo ultimo mandato è stato interrotto da una leucemia che se lo è portato via quando il figlio era poco più che un ragazzino. Molti lo ricordano in città perché con grande capacità di mediazione riuscì a sbloccare il decreto Reggio per le opere pubbliche, contribuendo allo sviluppo della città dello Stretto. A lui è intestato il bellissimo lungomare di Reggio Calabria.
Il figlio Giuseppe tornato a Reggio dopo la laurea, comincia a fare politica proprio perché vede quella stessa città in cui è cresciuto e a cui il padre ha dedicato tanto amore, abbandonata e in declino. Sostenuto da undici liste, ha visto confluire al suo interno giovani e meno giovani. Esclusi quei politici che hanno avuto a che fare e hanno collaborato con Giuseppe Scopelliti, emblema del disastro della Calabria.

Reggio Calabria: storia dell’era Scopelliti

È giusto ripercorrere un po’di storia politica per capire in quale situazione si dovrà destreggiare il nuovo sindaco: Dal 2002 al 2010 Reggio Calabria è stata amministrata da Giuseppe Scopelliti, o come lo chiamano tutti Peppe, che ha costruito un’immagine della città patinata e moderna. Ma non sono tardate le inchieste della magistratura, insospettite dal vivere bene e dal cosiddetto “Modello Reggio”.
Nel 2010 Giuseppe Scopelliti fa giusto in tempo a farsi eleggere Governatore della Calabria che scoppia un putiferio. Prende le redini del paese il suo vice Giuseppe-ScopellitiGiuseppe Raffa, che appena insediatosi capisce la gravità della situazione finanziaria di Reggio e chiede spiegazioni a Orsola Fallara, nominata da Scopelliti dirigente del settore bilancio.
Un buco di 170 milioni di euro, soldi che hanno permesso di pagare incarichi ad avvocati, professionisti, commercialisti e tecnici e che hanno portato le casse del comune in default. Non riuscendo a far capire le sue ragioni Orsola Fallara si uccide, ingerendo acido muriatico sul molo del porto della città (Reggio Calabria, suicidio nel regno di Giuseppe Scopelliti).
Dopo questo suicidio inizia il via vai di ispettori che spulciano tra le carte trovando imbrogli di ogni tipo tanto che lo stesso Governatore finisce sotto inchiesta. Consiglieri comunali arrestati, politici che parlavano con i Boss, due società municipalizzate infiltrate dalle cosche, altre aziende pubbliche sommerse dai debiti e sull’orlo di fallimento. Ma soprattutto bilanci comunali truccati.

Voglia di cambiamento e ascesa del giovane Falcomatà:

Nell’ottobre del 2012 però, durante il mandato di Demetrio Arena, il Ministero dell’Interno stabilisce che a Reggio Calabria non solo c’è il rischio di infiltrazioni mafiose, ma la stessa mafia già si aggira nelle stanze del comune. Esiste una linea di contiguità con la classe politica dirigente.
Ovviamente a queste si sommano altre corpose inchieste della magistratura che mettono la città in ginocchio. Nel maggio di quest’ anno, 2014, il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti viene condannato a 6 anni di reclusione per abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e interdizione perpetua dai pubblici uffici per le vicende legate all’autoliquidazione dell’ex dirigente comunale Orsola Fallaci. Una vicenda che ha dato un taglio netto all’era di Giuseppe Scopelliti e che è stata punto di inizio per un nuovo futuro.
Le elezioni comunali del 26 ottobre 2014 sono state emblema di questa voglia di cambiamento. Una nuova primavera e la voglia di ripartire dopo due anni di commissariamento. Un compito duro e arduo che il neosindaco è pronto ad affrontare. Falcomatà è stato sostenuto da undici liste e da 399 candidati, una coalizione che va da Sel al Centro Democratico di Bruno Tabacci.
Le elezioni, contraddistinte da un calo delle affluenze, hanno comunque permesso al sindaco di vincere con un 60.99%, superando candidato del Centro Destra Lucio Dattola, presidente della camera di commercio reggina, che ha ottenuto il 27,33% dei voti. Un flop vero e proprio è stato quello del Movimento Cinque stelle, con il candidato Vincenzo Giordano fermo al 2.49%.
Inutile parlare delle polemiche all’indomani delle elezioni, alimentate soprattutto dal M5S, che ancora una volta tramite i suoi fautori rincara la dose. Sul web tante sono state le ammissioni di colpa, le accuse e le delusioni. Dalila Nesci, del M5S chiarisce così il dissenso: “A Reggio ha votato il 65.06% di cui Giuseppe Falcomatà ha preso il 60.99%. Questo significa che un terzo degli elettori non ha votato e che il sindaco è stato scelto da un popolo pari a quello che ha disertato le urne”.

Inizia l’avventura di Giuseppe Falcomatà:

Soddisfazione nemmeno a dirlo, dal popolo del Pd. Il Vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini, twitta commosso al neosindaco: “Grande soddisfazione per la vittoria di Giuseppe Falcomatà a Reggio Calabria. Un’altra città che cambia verso dopo anni di mal governo del centrodestra. Al giovanissimo sindaco e al PD reggino e calabrese vanno i nostri complimenti. Il successo di Reggio Calabria rappresenta un buon viatico per le elezioni regionali di novembre”.
Nonostante le solite polemiche è iniziata ufficialmente l’avventura del nuovo sindaco. Il primo cittadino è stato proclamato a Palazzo San Giorgio, con una breve cerimonia e i fari sono tutti puntati sulla squadra di governo. Gli assessori saranno in totale nove, sei interni e tre esterni. È lo stesso Sindaco che dopo la premiazione ha confermato che terrà conto della legge Delrio che impone che il 40% dei componenti della giunta siano donne, ma terrà conto anche delle consultazioni con le forze politiche che hanno sostenuto la maggioranza. La nuova giunta sarà presentata nei prossimi giorni, quando sarà in città il Premier Matteo Renzi.

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Scritto da

Calabrese, testarda e con la passione per il giornalismo.

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