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Nuovo Catasto: cosa cambierà per i proprietari

La Riforma del Catasto entrerà in vigore nel biennio 2018-19 e va a prevedere diverse novità, alcune anche piuttosto importanti, che andranno a rivoluzionarne il funzionamento. Andiamo a vedere più nel dettaglio tutte le regole che verranno cambiate in questo biennio.
Il primo punto fondamentale di questa riforma, già intrapresa nel 2015 ma poi rimasta al palo, è il tanto sbandierato cambiamento delle categorie catastali: la classificazione degli immobili sarà in pratica rivista.
Obiettivo, soprattutto la modifica del sistema di calcolo delle rendite catastali che attualmente è ancora quello usato nel 1939. A pagare di più, con questa nuova impostazione, sarà chi vive nelle grandi città: per loro il valore della rendita potrebbe addirittura raddoppiare.

Le nuove categorie catastali:

Entrando nello specifico, tutti gli immobili inclusi ad oggi come categoria ‘A’ cambieranno e verranno riconosciuti sotto la nuova categoria O/1: tale categoria andrà a comprendere tutti gli appartamenti collocati in palazzine o condomini.
Le ville e tutte le case che si trovano isolate rispetto ai centri abitati verranno invece raccolte nella nuova categoria O/2; mentre i garage e i box saranno compresi nella nuova categoria O/5; le cantine e soffitte nella categoria O/6.
Da segnalare che tutti i proprietari di case che vedranno aumentare la rendita catastale della propria abitazione subiranno anche un aumento dell’ISEE.

Nuovo calcolo della rendita catastale:

Altro punto importante prevede una nuova metodologia di calcolo della rendita catastale: questo punto è stato deciso per andare a garantire rendite maggiormente in linea con il reale valore dell’immobile tenendo conto di posizione e dei servizi disponibili nella zona.
Fino ad oggi la rendita era stata calcolata in base al numero di vani dell’immobile: la riforma porterebbe ad un calcolo basato sui metri quadri reali; sui servizi pubblici nelle vicinanze; sulla presenza di balconi, terrazze e giardini; sulla presenza di ascensori e altri elementi che hanno un ruolo nella valutazione commerciale di un immobile.
Poichè il calcolo finale con questo nuovo metodo potrebbe risultare eccessivamente alto, si andrà ad applicare uno sconto automatico del 30%.

Ripartono le commissioni censuarie:

Altro aspetto di novità della riforma del catasto, la ‘rinascita’ delle commissioni censuarie previste inizialmente dal decreto legislativo 198/2014; ma da allora rimaste al palo.
Tali commissioni avranno il compito di verificare e ricalcolare il valore patrimoniale e la rendita dei diversi immobili, così da tenere i parametri collegati a quelli che siano i reali valori di mercato.
Altro aspetto di interesse è relativo alle modifiche per il calcolo eseguito per determinare il valore degli immobili storici presenti sul territorio. Mentre le strutture considerate a destinazione speciale, quali i capannoni, saranno classificati sotto la categoria ‘D’ e il loro valore determinato da un processo di stima diretta; o tenendo presenti i criteri di costo che si sono sostenuti per costruire questa stessa struttura.

Valori catastali vicini a quelli di mercato:

Da precisare che nel caso di immobili particolarmente vecchi, per i quali manchino le planimetrie catastali e di conseguenza risulti difficoltoso il calcolo dei metri quadri, la riforma prevede assegnazione automatica di almeno 20 metri quadrati per ogni vano.
Il tutto sempre con la finalità di fornire valori catastali alle abitazioni molto più vicino a quelli che sono i reali valori di mercato. Cosa che con il vecchio sistema avviene molto raramente.
Infine tutti gli immobili che verranno classificati e registrati saranno immessi in appositi registri telematici; questo perché i controlli su di essi possano essere più rapidi e soprattutto approfonditi così da consentire ai vari enti territoriali e nazionali una pronta verifica della situazione di quel determinato immobile.

Pubblicato in Focus

Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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