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Ricordare Giancarlo Siani. Giornalismo e legalità nel nostro tempo

Un incontro per riflettere sul valore dell’informazione e l’importanza del giornalismo nella lotta alla criminalità organizzata. La legalità come valore morale ma anche e soprattutto come discorso culturale, in una stagione dove se ne ridiscute spesso il senso e la missione.
L’incontro, dal tema “L’impegno dei giornalisti nel rispetto della legalità. Nel ricordo di Giancarlo Siani”, svoltosi sabato 9 luglio a San Nicola Arcella (Cs), è stato molto proficuo anche e soprattutto grazie alle testimonianze di chi ogni giorno combatte per il rispetto della legalità.

Chi era Giancarlo Siani:

Giancarlo Siani era un giovane cronista napoletano, morto 31 anni fa per mano della camorra. Aveva solo ventisei anni quando venne barbaramente ucciso da due assassini mentre era seduto nella sua Citroën Méhari verde.
Auto ormai diventata simbolo della legalità che nonostante i colpi subiti dalla camorra è stata rimessa a nuovo ed è approdata al Parlamento Europeo a Bruxelles.
Una strada lunga e difficile che ha portato la Méhari a far tappa prima a Roma presso la Camera e poi al Senato per ricordare a chi governa che una strada per contrastare la criminalità c’è.
Oggi la Méhari sosta presso il PAN- Palazzo delle Arti – a Napoli, in una sala dedicata proprio al cronista ucciso. E’ tornata a casa.

Chi ha ucciso Giancarlo Siani:

Giancarlo Siani scriveva di tutto e non solo di camorra. Era bravo. Si occupava di traffico, di lavoro, di rifiuti. Secondo i giudici che hanno condannato all’ergastolo mandanti e sicari, Giancarlo Siani aveva capito alcune ‘cose’ della camorra e del potere criminale che nemmeno loro negli anni ottanta avevano ancora compreso bene.
Dopo anni di depistaggi e false piste, grazie alle continue battaglie del fratello del cronista, Paolo Siani, finalmente è stata fatta giustizia. Proprio il fratello infatti, ha portato avanti il ricordo di Giancarlo con progetti per la legalità fino a dare vita alla fondazione Polìs che sostiene le famiglie vittime della criminalità.

Campania e Calabria: insieme per ricordare Siani

Nel particolare scenario di antichi fasti riportati a nuovo quale il Palazzo del Principe Lanza di Trabia, si sono incontrate Calabria e Campania, due regioni vessate dal fenomeno criminale e dalla piaga purtroppo attuale dei giornalisti minacciati.ricordare-giancaro-siani
Il concetto di legalità e l’incontro con il giornalismo si sono uniti in una serata carica di significato emotivo nel ricordo di Giancarlo Siani. Tra gli ospiti intervenuti all’incontro pensato, organizzato e moderato dalla sottoscritta Diletta Della Rocca, il giornalista Ugo Manco; Carlo Parisi, segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e Segretario Generale aggiunto della Fnsi; Michele Albanese, giornalista del Quotidiano del Sud e responsabile della Legalità per la Fnsi; Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania; Giuseppe Crimaldi, cronista de “Il Mattino” e don Ennio Stamile, referente regionale di “Libera contro le mafie”.

Informare: l’unica cosa che in giornalista dovrebbe fare

Serata emozionante in cui giornalismo e partecipazione hanno coinvolto la sala gremita di cittadini intenti ad ascoltare le testimonianze di chi combatte il crimine ogni giorno praticando la legalità. ricordo-giancarlo-sianiDalle minacce ai cronisti fino al sostegno del sindacato nella lotta all’abusivismo; dalle intimidazioni subite di chi la Calabria la vive da parroco impegnato nel rispetto della legalità, al ricordo della figura di Giancarlo Siani.
La conclusione dell’incontro è stata affidata al giornalista Ugo Floro, calabrese e molto attivo nell’ambito dell’informazione locale, che ha ricordato come il sacrificio di Giancarlo Siani abbia lasciato una enorme eredità a noi cronisti e di come tutti dovremmo restare a fianco dei giornalisti minacciati e non lasciarli soli.
Come scriveva Giancarlo Siani “Le persone per scegliere devono sapere, devono conoscere i fatti. E allora quello che un giornalista- giornalista dovrebbe fare è questo: informare”.

Pubblicato in Focus

Scritto da

Calabrese, testarda e con la passione per il giornalismo.

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