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Periferie di Roma /1: Corviale, il ‘Serpentone’

Una notizia relativa al 20 Giugno scorso che non ha trovato molto spazio all’interno dei principali quotidiani nazionali riportava le dichiarazioni del sindaco di Roma Alemanno circa la costruzione di 51 nuove chiese nelle periferie della Capitale. A quanto pare, infatti, le oltre 600 chiese già presenti nella città non sembrerebbero bastare per soddisfare l’ impellente bisogno di fede avvertito, secondo il sindaco, dai cittadini romani di periferia.
Tuttavia la notizia ci appare degna di maggiore attenzione poiché tali parrocchie verranno edificate, in un periodo economicamente fragile, con i soldi di tutti i cittadini, compresi quelli che per scelta non aderiscono ad alcun tipo di appartenenza religiosa.
Già dal 2008 Alemanno aveva definito le periferie romane “al collasso” ed è proprio per questo che attualmente sta valutando vari progetti di riqualificazione urbanistica basati soprattutto sull’intenzione di voler “abbattere, demolire e ricostruire” le zone periferiche della città.
Nella prossima primavera, infatti, verrà probabilmente sottoposta a referendum la decisione di costruire grattacieli nella zona dell’agro romano, ritenuti una valida e pragmatica soluzione al problema del degrado. Al di là della fondata perplessità che suscita il progetto, ci è sembrato legittimo e doveroso cercare di capire quale sia il parere dei cittadini.
Non avendo dimenticato che “il sogno più grande” di Teodoro Bontempo, Assessore alle Politiche della Casa, è quello di “abbattere Corviale”, siamo andati a chiedere agli abitanti del Serpentone cosa ne pensano delle fantasie urbanistiche dei nostri politici.

Vivere a Corviale:

La signora Iride vive a Corviale da oltre 20 anni “noi qui stiamo bene, non è pericoloso come da altri parti, è solo il fuori che è brutto, ma dentro le case sono belle. Quelle ai primi piani sono più piccole e i negozi non ci sono più, ma gli appartamenti sono fatti bene e la gente ha fatto i lavori per conto proprio per migliorare le case, ma che ci facciamo con le chiese?”.
I locali un tempo destinati a negozi e botteghe di artigiani, situati al quarto piano, oggi sono tutti occupati in modo abusivo. A pochi passi dal Serpentone c’è una parrocchia: decidiamo di entrare per constatare quanto sia effettivamente frequentata dagli abitanti del quartiere.
Sono quasi le dieci e la vita al Corviale è già attiva, ma la chiesa è vuota: un fatto che renderebbe particolarmente opinabile la convinzione di Alemanno secondo cui “le chiese costituiscono dei punti importanti di aggregazione e identità” poiché “l’appartenenza religiosa è un valore universale” e “sempre un arricchimento per la società”.
Di ricchezza qui se ne vede poca, infatti proprio all’esterno della chiesa c’è una busta di plastica a terra con dei vestiti che fuoriescono: una felpa e una camicia lasciati lì da qualcuno che tornerà a prenderli o che prenderà qualcun altro. Un luogo che, invece, è sempre molto affollato è la Biblioteca comunale situata dall’altra parte della strada, grande più di 80 metri quadrati e perfettamente attrezzata.
Il custode, sostiene che “a Corviale non manca nulla. I ragazzi, se vogliono, hanno impianti sportivi, due piscine, un campo da rugby, una palestra e c’è anche un museo proprio qui di fronte. Sarebbe bello invece avere la sede di una facoltà universitaria”. Davanti all’entrata del Serpentone incontriamo poi due signori che sono seduti su una panchina e sembrano conoscere tutti quelli che entrano o escono dal palazzo, come dimostrano i saluti che riservano ad ogni passante.

La criminalità al Serpentone:

Per questo motivo notano subito la nostra presenza, che sembra non essergli particolarmente gradita nel momento in cui ci chiedono seccati chi siamo e cosa stiamo facendo: “una presenza diversa la notiamo subito”. Non riveliamo di essere giornalisti, ma in ogni caso ci dicono che nel Serpentone ci vogliono restare perché ci stanno bene. “I giornalisti e i politici dicono un sacco di bugie. E poi dove andiamo noi? Dove le mettono tutte le persone? Che risolvono buttandolo giù? Quelli che hanno occupato non fanno casino”.
Tuttavia il gruppo XV dei vigili urbani, posto alla fine della via in cui sorge Corviale, ci rivela che episodi di criminalità si verificano spesso. Al di là di questo, ciò che conta è che le persone con cui abbiamo parlato e di cui abbiamo accolto la testimonianza non sembrano essere d’accordo sulla demolizione del palazzo.
Il disagio, che non significa necessariamente degrado, che sembra principalmente avvertire chi vive in periferia, è la percezione del “confine”: una linea immaginaria tracciata dalla mente per distinguere un luogo dal resto di uno spazio, avvertita pienamente quando si entra in questo quartiere. In questo modo le persone probabilmente si proteggono da chi arriva “da fuori” pretendendo di entrare nella complessità delle loro realtà con troppa superficialità e pregiudizio.

L’ emergenza povertà nelle periferie:

Generalmente i quartieri periferici sono abitati da persone che vivono in condizioni economicamente e socialmente più svantaggiate, che non godono dei privilegi e dei vantaggi di chi vive inserito in una rete di opportunità sociali di qualità maggiore. In ragione di questo, particolarmente allarmante appare la denuncia di Anna Nieddu, vice responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, secondo cui a Roma e provincia è in corso una vera e propria “emergenza povertà”, per cui le persone si stanno spostando nelle periferie per sopravvivere.
Nel Lazio sta crescendo la quota di famiglie che arriva alla fine del mese con sempre maggiore difficoltà, segno che la fotografia scattata a Corviale potrebbe inserirsi in un quadro di disagio più grande. Secondo gli ultimi dati diffusi da Palazzo Valentini, Roma si sta infatti spopolando per il generale aumento di insicurezza e disagio sociale a cui stiamo assistendo.
Lungimirante ci sembra allora la taciuta indignazione di chi testimonia la difficoltà della propria esperienza quotidiana, dovuta sempre più spesso a privilegi, sprechi, inefficienze, generalizzazioni e incompetenze di chi ci governa. Occorre la consapevolezza della nostra classe politica che le risposte semplici ai problemi complessi non esistono.

 

Puntata successiva – Viaggio nelle periferie di Roma /2: Bastogi

Pubblicato in Consigliati

Scritto da

Nata a Roma nel 1984. Laureata in Lettere. Blogger e collaboratrice giornalistica

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