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De Luca si difende. E i Cinque Stelle occupano il Consiglio Regionale

Non sono giorni facili questi per il Governatore della Campania Vincenzo De Luca. Lo sceriffo incontra giorno dopo giorno nuovi ostacoli lungo il suo cammino, sebbene si affidi al “training autogeno” come scherzosamente spiega alla stampa.
Doveva essere il giorno del chiarimento per De Luca. Il giorno in cui avrebbe dato spiegazioni sulla vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto, ma è andato tutto in fumo. Cosa è successo in Regione?
I consiglieri del M5S hanno occupato i banchi della Giunta Regionale per chiedere ad alta voce, capitanati dal capogruppo dei pentastellati in Consiglio Regionale Valeria Ciarambino, le dimissioni del Presidente della Regione, appunto Vincenzo De Luca. In aula si scatena il caos e il putiferio. Scene da stadio.
Durante l’approvazione della legge sull’acqua i consiglieri del movimento si ribellano, insultano la maggioranza e aggrediscono la Presidente del Consiglio Regionale Rosa D’Amelio. Non contenti le strappano fogli e microfono, costringendola a un ricovero in ospedale a causa di un malore.
“Dimissioni. Dimissioni” questo il coro unanime dei pentastellati tanto da indurre il Vicepresidente Casillo ad annunciare furioso che verranno presi provvedimenti.

 

La reazione di De Luca:

A preoccupare De Luca però, sembrano più gli effetti mediatici che questa vicenda potrà avere sul suo futuro politico. “Credo di aver dato ai giornalisti italiani più lavoro di Murdoch, mi aspetto di essere nominato Cavaliere del Lavoro”.
Si affida ad Eraclito, ricorda che il carattere è il demone dell’uomo e si fa prendere dall’ironia. La stessa ironia che non è piaciuta per nulla ad Assunta Tartaglione, onorevole del Pd Campano che ha criticato duramente il Governatore proprio per il modo goliardico con cui accompagna le sue discussioni. Non meravigliamoci di Crozza, dunque.
L’indagine che vede coinvolto De Luca nasce da un’inchiesta dell’Antimafia di Napoli sui rapporti tra camorra, politica e affari nel settore della sanità in Campania. L’inchiesta è stata condotta dai Pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Henry John Woodcock ed Enrica Parascandalo e dai Procuratori aggiunti Filippo Beatrice e Giuseppe Borrelli.

 

La vicenda giudiziaria di De Luca:

Il Presidente della Regione Campania è indagato per concussione insieme ad altre sei persone tra cui Anna Scognamiglio, giudice del Tribunale di Napoli, suo marito Guglielmo Manna, Manager dell’ospedale Santobono, l’ex braccio destro del Governatore Nello Mastursi, dimessosi subito dopo lo scandalo.
Il fascicolo a carico di De Luca è stato aperto in seguito a una intercettazione tra il marito della giudice Scognamiglio e Mastrursi. Cosa c’era di tanto importante nella telefonata?
Ebbene, parlando con Mastursi, Guglielmo Manna avrebbe chiesto un piccolo “favore” spiegando che in cambio avrebbe fatto “intervenire” la moglie su una vicenda che stava a cuore all’ex capo della segreteria del presidente De Luca.
Secondo l’accusa, si tratterebbe della sentenza di “sospensione della sospensiva” del Governatore riguardo la Legge Severino, poi firmata dalla giudice Scognamiglio, grazie alla quale De Luca ha avuto il via libera all’insediamento in Regione lo scorso luglio. Le indagini, inizialmente partite da Napoli sono passate poi alla Procura di Roma.

 

Il reato di corruzione per induzione:

Ma quale è allora il reato ipotizzato dalla Procura di Roma? L’ Articolo 319 quater del codice penale, ovvero la corruzione per induzione. Un reato introdotto con la recente riforma che punisce non solo il pubblico ufficiale che minaccia o abusa ma anche il concusso di un tempo, che così diventa concorrente nel reato perché poteva reagire ma non lo ha fatto.
Insomma, di fronte alla richiesta è giusto denunciare altrimenti si diventa complici del reato ipotizzato. Come in questo caso. C’è da dire, a onor di cronaca, che l’avvocato di De Luca, Paolo Carbone, già il 29 ottobre aveva scritto una lettera al procuratore Giuseppe Pignatone, sottoponendo la volontà del Governatore a essere interrogato proprio su questa vicenda per chiarire la sua posizione.

La reazione di Renzi:

Quello che è successo dopo è ormai storia. La giudice Scognamiglio ha confermato più volte che con il marito sono separati in casa e che lei è ligia al suo dovere; De Luca in tutto ciò continua a professarsi parte lesa e i Pm continuano però a sostenere che “E’ stato sì minacciato ma non si è mai opposto”.
Interviene anche il Premier Matteo Renzi sulla vicenda, chiarendo che “De Luca ha il diritto di governare la Campania, se capace. È giusto che la Magistratura faccia la sua parte”.
Insomma una vicenda che non passerà di certo inosservata e che al momento tiene sul piede di guerra un po’ tutti i partiti politici campani. Cosa succederà adesso? Ci sarà davvero un rapporto diverso tra il partito e De Luca come ipotizzato da Assunta Tartaglione?

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Scritto da

Calabrese, testarda e con la passione per il giornalismo.

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