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Sgravi fiscali per chi investe in pubblicità sulle testate online

Il governo ha appena varato un provvedimento molto utile per le aziende di ogni dimensione che investono in pubblicità online. Si tratta di un cambiamento innovativo, perché interviene in un settore poco preso in considerazione dalle leggi e soprattutto consente l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Grazie al decreto legge approvato dall’Esecutivo lo scorso 13 ottobre, le imprese avranno sgravi fiscali per gli investimenti pubblicitari sulle testate del web.

Il decreto legge

Il Consiglio dei Ministri ha licenziato il decreto legge numero 50 del 2017, contenuto nella manovra bis, che prevede l’inserimento delle testate online all’interno dell’atto di sostegno all’editoria, riconoscendo un credito d’imposta pari al 75% per le aziende e i lavoratori autonomi che decidono di investire in marketing sui quotidiani, sui periodici sui canali televisivi e sulle radio locali.
Se la spesa viene effettuata da startup innovative, aziende di piccole e medie dimensioni o microimprese l’agevolazione sale al 90%. Questa opportunità non va solamente a vantaggio di chi fa pubblicità, ma anche di chi vende gli spazi.
Infatti la crisi dell’editoria colpisce molte testate, online e offline, quindi grazie all’incentivo si potrà consentire loro di incrementare il fatturato e di superare i problemi che stanno affliggendo il settore. Ormai da dieci anni il comparto editoriale è in una congiuntura sfavorevole, quindi gli editori ripongono la loro fiducia nel nuovo atto del governo, sperando in una svolta.

I fondi

Il Consiglio dei Ministri, con il ministro Lotti, responsabile per competenza del provvedimento, ha individuato le risorse necessarie a far fronte agli sgravi fiscali concessi. Per il 2018 a disposizione ci saranno 62,5 milioni di euro, mentre gli oneri relativi alle agevolazioni verranno presi dal Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, appositamente ridotto.
Ci sono state molte richieste da parte delle rappresentanze delle diverse categorie, così da convincere l’Esecutivo ad adottare le misure anche per il 2017. Verrà preso in considerazione quindi il periodo tra il 24 giugno e il 31 dicembre di quest’anno.
Le risorse per il semestre 2017 ammontano a 20 milioni di euro. Si potrà così sfruttare il credito d’imposta per tutti gli investimenti incrementali che superano l’1% sul medesimo periodo dell’anno precedente. Non sono mancate le pressioni da parte degli editori della carta stampata che volevano mantenere le agevolazioni solo per i media offline, ma il governo ha tenuto la propria posizione.

Il credito d’imposta

Il riferimento normativo è l‘articolo 57-bis della manovra correttiva di quest’anno. Le imprese potranno usare il credito d’imposta al 75%, mentre le microimprese, le aziende di piccoli e medie dimensioni e le startup, come visto, potranno raggiungere il 90% della spesa da recuperare con il credito d’impresa.
Va tuttavia precisato che viene imposto un tetto massimo per il costo sostenuto, stabilito annualmente da un apposito decreto del presidente del Consiglio dei Ministri. L’investimento pubblicitario dovrà comunque essere utilizzato esclusivamente attraverso la compensazione. Verranno comunque presi in considerazione i costi sostenuti in misura maggiore rispetto ai 12 mesi precedenti sul medesimo mezzo.

L’entrata in vigore del decreto

Il decreto legge entra in vigore con un altro decreto firmato dal presidente del Consiglio dei Ministri entro 120 giorni, ovvero quattro mesi. All’interno dell’atto presidenziale ci dovranno essere le modalità di funzionamento.
Si potranno quindi conoscere i dettagli sulle spese ammissibili, i casi di esclusione e l’iter da seguire per vedersi riconosciuto lo sgravio fiscale. Verrà specificato quali sono i documenti da presentare per dimostrare la spesa sostenuta, come si svolgeranno i controlli e quindi come verrà garantito il limite di spesa.

I chiarimenti sul digitale

Meglio specificare che l’agevolazione prevista dal decreto riguarda il settore digitale in generale, ma solamente le testate giornalistiche. Non è quindi incluso il marketing inerente siti internet in generale.
Grazie al decreto si possono considerare i giornali online o le versioni web delle varie testate tradizionali, insieme a televisione e radio, ma non altri mezzi di informazione, che restano così esclusi dal credito di imposta sulla pubblicità.
Ci deve quindi essere una registrazione della testata nell’ambito dell’editoria. Ci sono ancora dubbi sulla definizione di alcuni mezzi, per capire se rientrano nella categoria indicata dal provvedimento governativo, ma verranno diradati dal documento firmato dal presidente del Consiglio.

Il supporto all’editoria

Tale atto serve a dare un concreto sostegno al settore dell’editoria, prendendo in considerazione anche quello che si sviluppa online. Non ci sarà solamente la misura sulla pubblicità, perché la manovra bis include un un’altra iniziativa.
Ogni anni verrà emesso un bando destinato alle nuove imprese editrici che avrà l’intendo di agevolare progetti innovativi, finalizzati a migliorare il mondo dell’informazione. Si tratta di finanziare quelle attività che elimineranno approcci sessisti o che possano ledere le donne e la loro identità.
Saranno sostenuti altresì nuovi mezzi d’informazione che incrementeranno la possibilità di accesso e di fruibilità delle notizie, comprendendo i documenti multimediali. Lo scopo è quello di diffondere maggiormente l’utilizzo delle tecnologie digitali, per questa ragione sarà data una certa priorità e importanza ai nuovi editori sul web, quelli attivi nell’ambito digitale.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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