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Cannabis e uso medico: evidenze scientifiche ancora scarse?

È l’ultimo messaggio lanciato dai farmacologi italiani in riferimento all’utilizzo terapeutico della cannabis. Messaggio che arriva in un momento molto particolare nel quale la cannabis per finalità mediche sta vivendo una sterzata piuttosto decisa nel nostro paese.
Senza ripercorrere la storia della cannabis medica in Italia, basti ricordare che dal 2007 un decreto ministeriale andò ad inserire nelle tabelle del ministro della Sanità tra le sostanze che possono essere utilizzate per fini terapeutici anche il Thc, principio attivo della cannabis.
Da allora, poiché la Sanità in Italia è materia di competenza delle regioni, ciascun ente territoriale aveva provveduto a muoversi autonomamente con il risultato che, ad oggi, 11 regioni su 20 consentono l’accesso a farmaci a base di cannabis a carico del Servizio Sanitario Nazionale, quindi dello Stato.

La cannabis medica nelle farmacie:

Tra l’altro proprio in queste settimane, quindi con l’arrivo del 2017, è partita la vendita nelle farmacie italiane del farmaco prodotto interamente da cannabis made in Italy.
Ovvero, sostanza interamente prodotta e coltivata nelle serre dell’istituto Militare Farmaceutico di Firenze sotto egida dello Stato dal 2014.
Sta partendo proprio in queste ore la distribuzione nelle farmacie ospedaliere o esplicitamente autorizzare delle regioni dove l’uso è stato regolamentato. Il tutto per favorire i pazienti che si curano con tale sostanza, dato che per loro l’accesso al farmaco è spesso complicato.
Proprio in questo particolare momento storico è arrivata la dichiarazione da parte della Società Italiana di Farmacologia che ha voluto evidenziare come, ultimamente, stiano proliferando soprattutto in rete informazioni “non sempre corrette e potenzialmente pericolose per la salute”.
Il tutto perché le evidenze scientifiche sarebbero ancora di scarso rilievo e quindi servirebbe maggiore prudenza.

Ancora poche evidenze scientifiche:

La Società Italiana di Farmacologia raccomanda quindi di valutare su ogni singolo paziente le modalità di assunzione del farmaco a base di cannabis e di capire se non sia possibile ricorrere a farmaci tradizionali.
Una raccomandazione che deve essere fatta propria anche dai medici prescrittori in quanto a fronte dell’espansione ormai clamorosa dell’argomento, ci sarebbe ancora un’evidenza scientifica non così evidente.
Nel nostro piccolo anche noi abbiamo raccolto storie di chi utilizza il farmaco a base di cannabis; abbiamo raccontato la realtà di chi assume cannabis per attenuare i sintomo della Sclerosi Multipla.
Siamo andati ad intervistare, sempre in prima persona, pazienti che si curano con la cannabis per varie patologie. E in passato abbiamo voluto ascoltare anche il parere medico di un personaggio conosciuto nel mondo medico scientifico e in particolare per quello che riguarda la droga; Massimo Barra, che ci aveva parlato della cannabis per uso medico.
Ovviamente sono storie che abbiamo raccolto o pareri cui abbiamo dato spazio; un’evidenza scientifica incontrovertibile ancora manca. Ciò che si sta compiendo è un cammino verso un futuro utilizzo di questa sostanza in campo medico a 360 gradi.
Un percorso lungo e che avrà ancora bisogno di tempo. Ma che comunque, partendo anche dalla realtà italiana piuttosto chiusa su certi discorsi, ha già fatto passi notevoli.

Pubblicato in Archivio Notizie

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