Agevolare l’uso del denaro elettronico:
Ciò su cui si sta lavorando è esattamente questo; rendere più agevole (soprattutto da un punto di vista economico) l’uso del denaro elettronico, andando a limitare parallelamente la possibilità di ricorrere al denaro contante, per invogliare i cittadini a farne un maggiore utilizzo. Ecco quindi che si parla di ridurre le commissioni per l’utilizzo delle carte di credito, che ad oggi in Italia sono attestabili in una cifra che varia tra lo 0,4/0,8% sul totale della transazione, soprattutto per quel che riguarda i pagamenti il cui importo è piuttosto limitato.
Attualmente infatti non conviene effettuare pagamenti di piccola taglia utilizzando la carta di credito poiché, per quel che riguarda colui che incassa il pagamento, il margine di guadagno va ad assottigliarsi notevolmente rischiando in taluni casi di scomparire quasi del tutto. Meglio allora affidarsi al contante il cui utilizzo non prevede commissioni e che offre il ‘vantaggio’, qualora lo si voglia, di potere evitare di tracciare il pagamento incassando l’intera cifra in nero con benefici tanto per chi paga quanto per chi incassa.
Ed in effetti il punto centrale della questione sembrerebbe essere proprio questo: non è facile immaginare fino a che punto eventuali regole per limitare la circolazione del contante a vantaggio della moneta elettronica potrebbero essere applicabili a determinate categorie che ad oggi rappresentano i cosiddetti grandi evasori. Si parla ad esempio dei professionisti, spesso inclini a concedere sconti generosi sulle parcelle in cambio della non emissione della fattura; e qui l’esercito è piuttosto cospicuo. Non soltanto medici, avvocati ecc.. ma anche idraulici, elettricisti, muratori e via via tutte le altre categorie difficilmente controllabili.
Come scoraggiare i pagamenti in contanti:
Per scoraggiare l’utilizzo di denaro contante a vantaggio di quello elettronico quindi, la semplice diminuzione delle commissioni per pagamenti con carte potrebbe non bastare: ciò dovrebbe essere accompagnato quantomeno da un contemporaneo aumento del numero dei Pos (provvedimento in fase di studio da parte del governo) negli esercizi commerciali. Per quel che riguarda i grandi evasori di cui sopra, non è dato sapersi come si potrebbe agire per limitarne il ricorso all’evasione.
Un recente studio basato su dati della Banca Centrale Europea ha dimostrato come un incremento di 5 milioni del numero di carte di pagamento sul nostro territorio porterebbe a recuperare 2,6 miliardi di gettito fiscale: anche solamente 1 milione di carte in più porterebbe un incremento di +0,65% del Pil italiano. Vale a dire, oltre 10 miliardi di euro.
Vantaggi che sembrerebbero essere piuttosto allettanti e che dovrebbero essere accompagnati da misure concrete per favorire l’utilizzo del denaro elettronico, oltre che da una campagna di informazione e sensibilizzazione sull’argomento.
Quando infatti si parla di utilizzo della moneta elettronica a discapito di quella contante, spesso, vengono mosse obiezioni quali quelle relative alla sicurezza ed alla privacy; obiezioni cui si dovrebbe essere in grado di controbattere, informando il cittadino sull’effettivo funzionamento di questo meccanismo (ammesso e non concesso che esso effettivamente funzioni), sui vantaggi che questo porterebbe e, prima di tutto, stabilendo un meccanismo concreto che offra vantaggi per tutti.
Altrimenti quello del passaggio dalla moneta contante allla moneta elettronica rischia di essere una rivoluzione che resterà solo sulla carta.