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Limite all’uso dei contanti: verso cosa si sta andando

Limitare il più possibile l’uso dei soldi contanti favorendo invece metodi di pagamento tracciabili così da combatter il fenomeno dell’evasione fiscale, male endemico del nostro paese.
Se ne parla da anni ed in questa legislatura, quella gialloverde guidata da Di Maio e da Salvini, sembrava esserci uno spiraglio per un qualcosa di più concreto. Di certo ancora non c’è nulla e si ragiona sulla base di bozze di provvedimenti che dovranno poi, come sempre, affrontare l’iter delle due camere del Parlamento.
Certo è che le intenzioni palesate spesso e volentieri soprattutto da Matteo Salvini erano quelle di limitare il più possibile se non abolire del tutto l’uso dei contanti. Ma a che punto siamo con al legge?

Qual è il limite all’uso del contante

Di cambiamenti grossi non ce ne sono stati molti, ad oggi si parla di limite al ricorso a pagamenti con soldi contanti che rimante fermo a 2.999 euro. Non un centesimo in più perché a partire da 3mila euro non è più consentito il pagamento in contanti e si dovrà ricorrere a metodi alternativi tracciabili, come assegni o bonifici bancari.
La sola eccezione è data oggi dal money transfer che prevede una soglia più bassa: si parla di 1.000 euro come limite massimo per questi soggetti utilizzati per inviare soldi all’estero e dietro ai quali si nasconde spesso e volentieri evasione fiscale.

Cosa cambierà per gli assegni

Per quanto riguarda gli assegni si assisterà a regole ben definite per importi che siano anche qui superiori ai 1.000 euro: dovranno necessariamente presentare data e luogo di emissione e non potrà mancare la clausola di non trasferibilità. Inoltre l’importo dovrà sempre essere riportato assieme a firma dell’emittente e dati del beneficiario.
Si potranno utilizzare assegni che non riportano la clausola di non trasferibilità a patto che siano inferiori ai 1.000 euro e soltanto dopo averne fatto apposita richiesta alla propria banca. La banca verserà nelle casse dello Stato una cifra pari a 1,50 euro per ogni assegno rilasciato o emesso in forma libera.
Chi detiene ancora un libretto di assegni di vecchia data dovrà necessariamente controllare che sia presente la dicitura ‘non trasferibile’; se non dovesse esserci, dovrà procedere ad apporla in prima persona per importi pari o superiori ai 1.000 euro.

Sanzioni per chi non rispetta la norma

Cosa succede a chi non rispetta la norma? Le sanzioni anche per il 2019 saranno confermate sullo schema seguente: pagamenti in contanti con soglia limite 250mila euro avranno sanzioni da 3.000 a 50.000 euro; oltre i 250mila euro la sanzione sarà compresa in una forbice che va dai 15mila ai 250 mila euro.
Saranno passibili di sanzioni (con cifre più basse, dai 3 ai 15 mila euro) anche i professionisti obbligati alle segnalazioni, non soltanto le parti contraenti che procederanno al passaggio di denaro.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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