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Femminicidio: una panchina rossa per Giordana Di Stefano

Una panchina dedicata a Giordana Di Stefano, barbaramente uccisa a ventitré anni con quarantotto coltellate dal suo ex ragazzo che non voleva accettare la fine del loro rapporto.
È stata inaugurata domenica 18 febbraio in via IV novembre a Paola, provincia di Cosenza, la prima panchina rossa. Una cerimonia voluta e organizzata nei minimi dettagli dall’Associazione Artemisia Gentileschi, operante in città già da qualche mese e che ha incontrato il patrocinio dell’amministrazione comunale della cittadina.
Presenti all’evento Vera Squatrito, madre di Giordana di Stefano, vittima di femminicidio e Giovanna Zizzo, madre della piccola Lauretta uccisa per mano del suo stesso padre.

L’associazione Artemisia contro la violenza sulle donne:

L’incontro, si è aperto con i saluti dell’Assessore alla Pari Opportunità del Comune di Paola Marianna Saragò, che ha voluto testimoniare e sostenere ancora una volta Artemisia, annunciando che l’amministrazione comunale aderirà in questi giorni alla Carta dei Diritti delle Donne e ufficializzando altresì l’affidamento del Centro Antiviolenza comunale alla stessa Associazione.
Visibilmente emozionata, dopo aver ricevuto la pergamena di socia onoraria dell’Associazione , l’assessore Sarago’ ha poi lasciato la parola alla Presidente dell’Associazione Artemisia Gentileschi, l’Avvocato Rosangela Cassano e alla Vicepresidente, la Dottoressa Simona Nigro che insieme alle altre ragazze di Artemisia, Tiziana Signorelli, Luciana Perfetti, Emilio Perfetti e Chiara Orilio hanno ribadito la loro importanza sul territorio. Il loro aiuto con concreto a tutte le vittime di violenza.
Noi siamo persone con idee politiche diverse e non ci sentiamo depositarie di alcun sapere divino – commenta l’Avvocato Rosangela Cassano- ma ciascuna per motivi diversi, la violenza la conosce”.

Le storie di Vera Squatrito e Giovanna Zizzo

La cerimonia, presentata dalla giornalista Diletta Aurora Della Rocca, appartenente anche lei ad Artemisia, si è svolta in un susseguirsi di emozioni quando Vera Squatrito e Giovanna Zizzo hanno dato la loro testimonianza: forte e al tempo stesso carica di significato. Due donne unite in uno stesso dolore, come sostenuto dalla madre di Giordana “noi siamo ergastolane del dolore”.
La stessa Vera Squatrito, da ieri socia onoraria dell’Associazione, ha portato la sua testimonianza già nel mese di novembre, quando la stessa Artemisia si è presentata alla cittadinanza. Una testimonianza ribadita con dolore e forza, un monito ad agire prima che le donne possano essere vittime di un omicidio.

“Mio marito ha ucciso mia figlia per punire me”

Molto forte è stata anche la testimonianza di Giovanna Zizzo, visibilmente emozionata, che è stata sorretta dalla Vicepresidente di Artemisia, la Dottoressa Simona Nigro, mentre cercava di spiegare con un filo di voce la sua storia “mio marito ha ucciso mia figlia per punire me. È un dolore che mi porterò sempre dietro. Porto un peso enorme sulla coscienza, la morte di mia figlia”. Spiegando che la figlia maggiore è salva per miracolo dopo quattro giorni di coma.
Alla fine della cerimonia, durante i ringraziamenti, l’avvocato Rosangela Cassano, ha anticipato i prossimi impegni dell’Associazione che il sette marzo sarà alle Clarisse di Amantea, in attesa dei prossimi importanti progetti.

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Scritto da

Calabrese, testarda e con la passione per il giornalismo.

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