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Rifiuti elettronici: dal 22 luglio smaltimento gratuito

Un’opportunità per tutti i cittadini, e sono tanti, che hanno la necessità di smaltire piccoli oggetti elettronici che non utilizzano più: dallo smartphone al pc passando per tablet, rasoi elettrici e quant’altro.
D’altra parte si tratta di un settore in continua evoluzione capace di rigenerarsi e mutare pelle nel giro di pochi anni; aspetto che porta gli utenti a cambiare spesso e volentieri tecnologia. Oltre che a non sapere dove gettare il proprio oggetto elettronico una volta che non serve più.
Può sembrare una cosa da poco, ma si tratta in realtà di un fattore altamente problematico soprattutto per quei cittadini che hanno a cuore le sorti dell’ambiente e non vogliono immettere nel circuito tradizionale dei rifiuti un oggetto tecnologico; che andrebbe ad avere un impatto devastante proprio in termini ambientali.

 

Quali elettrodomestici si potranno smaltire?

A partire dal 22 luglio 2016 sarà possibile smaltire i propri piccoli elettrodomestici e oggetti elettronici in modo gratuito. In sostanza si potranno buttare strumenti non più utilizzati quali telefoni cellulari (smartphone e non solo); tablet; asciugacapelli; rasoi elettrici; piastre per capelli; spremiagrumi; lettori mp3; sbattitori elettrici e tutti gli altri apparecchi di piccole dimensioni.
La possibilità non riguarda quindi gli oggetti di dimensioni più grandi per i quali continueranno a valere le norme relative allo smaltimento che sono ad oggi in vigore.

 

Dove buttare i propri rifiuti tecnologici:

A sancire questa opportunità, il decreto legge n.121 del 7 luglio emanato dal ministero dell’Ambiente che va ad obbligare tutti i commercianti e venditori di prodotti hi-tech a ritirare strumenti di “piccolissime dimensioni” senza che il proprietario sia obbligato ad acquistare qualcosa di nuovo.
Ecco perché il procedimento è stato ribattezzato “uno contro zero”: perché si può dare indietro il proprio smartphone, pc o tablet senza avere l’obbligo, in cambio, di acquistare un prodotto nuovo.
Fino ad oggi infatti il ritiro dell’usato avveniva, spesso e volentieri, tramite esercenti ma soltanto in cambio di un nuovo acquisto di un prodotto simile.

 

La precedente legge sullo smaltimento rifiuti tecnologici:

La legge che era in vigore, la n.152 del 2006, parzialmente rivista nel 2010 con altro decreto oltre che con alcuni provvedimenti specifici di settore, prevedeva questo.
In materia di rifiuti tecnologici si stabiliva che ogni azienda, in quanto produttrice, era responsabile della gestione del prodotto lungo tutta la sua filiera; che tutti i rifiuti dovevano essere identificati da un codice a 6 cifre; che per smaltire rifiuti speciali pericolosi era necessaria iscrizione al Sistri, sistema nazionale di tracciabilità dei rifiuti.

Cosa cambia con la nuova legge su smaltimento rifiuti elettronici?

Questa nuova legge prevede la possibilità di disfarsi di rifiuti elettronici di piccole dimensioni semplicemente consegnandoli a un negozio di elettrodomestici.
I distributori saranno infatti obbligati a ritirare gratuitamente Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche). L’obbligo non varrà per tutti gli esercenti: si parla solo di attività di dimensioni medio grandi, ovvero con superficie di vendita al dettaglio di almeno 400 metri quadrati.
Per i negozi più piccoli il ritiro o meno dei rifiuti elettronici sarà una libera scelta. Anche la potenza dei singoli dispositivi sarà elemento di discrimine: si parla infatti di limitazione a 1000 volt o 1550 in caso di corrente alternata.
Una normativa che vuole avere un impatto forte in termini di riciclo di strumenti tecnologici e che dovrebbe fornire una soluzione per tutti quegli utenti che acquistano periodicamente nuovo prodotti; e non sanno mai dove buttare il loro vecchio smartphone, tablet o pc.

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Scritto da

Blogger, esperto di web e web marketing

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