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La chiusura di Equitalia: tra incognite e speranze

Finalmente ci siamo; dopo tanti annunci che negli anni si sono susseguiti si arriva ad una possibile svolta. Con un decreto legge si arriverà a sancire l’addio ad Equitalia, la società pubblica (di proprietà dell’Agenzia delle entrate al 51% e dell’Inps al 49%) incaricata della riscossione nazionale dei tributi sull’intero territorio nazionale.
Un soggetto che ha sempre suscitato terrore tra i contribuenti per i suoi modo non proprio gentili di riscuotere crediti. E che nasce nel 2007 per portare la riscossione in mani pubbliche dopo che era stata sempre appannaggio esclusivo di soggetti privati e banche.
Di riforma di Equitalia si era parlato da anni; adesso potrebbe essere la volta buona. Ma la riforma come sempre parte tra aspettative elevate e dubbi piuttosto consistenti.

 

Entro 6 mesi addio Equitalia:

È questo l’annuncio dato dal governo Renzi nelle ultime ore: entro la primavera Equitalia sarà un lontano (e brutto) ricordo. L’annuncio suscita entusiasmo come ovvio che sia; ma questo non vuol dire che tutti potranno usufruire della rottamazione delle cartelle.
Lo stop al pagamento delle sanzioni amministrative e degli interessi di mora sulle cartelle di Equitalia non significa che viene cancellato l’obbligo di onorare multe non pagate e tasse dovute.
La riscossione delle tasse passerà semplicemente di mano: da Equitalia all’Agenzia delle entrate. Non più due soggetti implicati (ad oggi l’Agenzia delle entrate aveva il compito di sorvegliare e sanzionare, Equitalia di riscuotere); ma tutto riunito nella mani dell’Agenzia delle entrate.
La sanatoria parziale riguardeà tutte le cartelle esattoriali emesse per recuperare somme dovute al Fisco: da tasse non riscosse a multe non pagate. Non è stato ancora chiarito se l’adesione avverrà su rischiesta del contribuente; o se sarà invece automatica. Dovrebbero essere circa 400mila le persone fisiche che saranno toccate da questa rottamazione.
Fatto sta che chi ha debiti con Equitalia per cartelle pendenti si vedrà recapitare, in base a questo provvedimento, una nuova cartella, più leggera della precedente.

 

Chi deve pagare le vecchie cartelle esattoriali e chi no?

Non si tratta quindi di un condono, come qualcuno si è sbrigato a sostenere; perché chi ha evaso le tasse dovrà comunque pagare passando per un tentativo di conciliazione. Il tutto sperando che la prospettiva di sanzioni ridotte convinca gli evasori a saldare il conto.
A cambiare sarà la il metodo di riscossione, ad oggi caratterizzato da cartelle esattoriali che lievitano in modo prepotente e interessi da capogiro. Spariranno gli interessi mastodontici e le more, oltre che il famigerato aggio; il noto onere di riscossione, marchio di fabbrica di Equitalia, incassato come corrispettivo del servizio portato a termine per conto dei creditori.
La rottamazione delle cartelle esattoriali servirà a portare nelle casse una cifra superiore ai 4 miliardi di euro facendo affidamento su un’adesione volontaria da parte dei contribuenti che devono versare sanzioni e imposte dovute.
Ad essere in ballo quindi, le cartelle che gli italiani stanno già pagando con la rateizzazione; e quelle che verranno emesse da qui a dicembre 2016. Nei fatti non dovrebbe essere un condono, ma uno sgravio dei soli interessi e delle more.

 

L’iva evasa dovrà comunque essere recuperata:

Si parla di una cifra pari a circa 50 miliardi di euro da tagliare; vale a dire il 5% del carico complessivo di oltre 1.000 miliardi affidato per la riscossione dal 2000 al 2015.
Di questa cifra ovviamente non tutto sarà rottamabile: toccherà ai funzionari Equitalia analizzare a fondo circa 1 milione di cartelle per scorporare l’iva, che deve comunque essere recuperata onde evitare contestazione in sede Unione Europea trattandosi di un’imposta di competenza comunitaria.
Lo sconto sulle cartelle riguarderà i carichi pendenti al 31 dicembre 2016; gli importi per regolarizzare la propria posizione potranno essere versati entro 1 anno, il tempo stabilito per la durata di questa rottamazione.
Chi perderà questa finestra temporale di troverà nella situazione precedente; quindi a dover pagare sanzioni e interessi per mora. Proprio come adesso con Equitalia.

 

Il nuovo metodo di riscossione:

Il nuovo metodo di riscossione verrà affidato interamente all’Agenzia delle entrate e, almeno nelle dichiarazioni, sarà più soft verso i contribuenti. Un meccanismo che, sempre secondo dichiarazioni, prevederà la ricezione di un sms sul proprio telefono quando non si paga una tassa.
Da segnalare che ci sono già ad oggi esempi di riscossione alternativa ad Equitalia: molti comuni hanno deciso di abbandonare il soggetto incaricato per la riscossione già da tempo. Queste realtà provvedono a recuperare multe non pagate o tasse dovute tramite società scelte dall’amministrazione comunale.
Succede a Torino ad esempio, dove è la Soris a incassare i tributi locali e le multe. Così come molti altri comuni hanno già legiferato in passato per cancellare parzialmente le sanzioni e gli interessi di mora.
Roma ad esempio ha consentito fino al 2013 il pagamento agevolato di sanzioni e aggio. A Milano la stessa opportunità era stata presente fino al 2004.

Vessazioni e suicidi dei contribuenti:

Il sistema Equitalia passa quindi in soffitta; dopo anni di vessazioni su cittadini che diverse volte hanno portato a suicidi da parte dei contribuenti.
Un sistema ai limiti della persecuzione che ha lasciato dietro di sé molte vittime; ora tutto passa nelle mani dell’Agenzia delle entrate. Con la speranza che sia un sistema più umano e che, al contempo, il provvedimento non diventi, come paventato da alcuni, una sanatoria per chi ha evaso.

Pubblicato in Archivio Notizie

Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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