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Bonus acqua 2018: come pagare meno la bolletta

Il tema dell’acqua continua a caratterizzare il dibattito politico ormai dal 2011, anno nel quale un referendum votato da ben 26 milioni di cittadini sancì a grande maggioranza l’abrogazione della norma stabilente che la remunerazione del capitale investito dovesse essere adeguata.
In sostanza per questa via si era cercato di impedire che un servizio essenziale fosse sfruttato a fini privati, ma già una sentenza del Consiglio di Stato dell’anno successivo aveva depotenziato il risultato referendario, stabilendo che le tariffe decise dall’autorità di settore devono rispondere ad un criterio che tenga conto, appunto, del capitale investito; come accade per tutte le attività economiche.

Le tariffe dell’acqua in Italia

Questa sentenza ha quindi riaperto la strada allo sfruttamento economico dell’acqua, con conseguenze molto serie in un Paese ove le tariffe sono spesso molto più elevate della media europea.
La prima delle quali è appunto quella derivante dal fatto che i livelli tariffari in vigore in Italia sono molto elevati e tali da pesare in maniera estremamente significativa sui bilanci familiari.
Proprio per cercare di tutelare le famiglie meno abbienti, in un momento in cui peraltro la crisi continua a farsi sentire, si è scelto di dare vita ad una serie di agevolazioni, sotto forma di bonus, che hanno riguardato anche l’acqua. Cos’è il bonus acqua 2018?

Bonus acqua 2018: cos’è e come richiederlo

Con questo termine si indica l’agevolazione che è stata introdotta a favore dei nuclei familiari che si trovino a dover scontare condizioni di forte difficoltà economica o in cui siano presenti molti figli.
Ad averne diritto sono in particolare quelle famiglie il cui reddito sia particolarmente basso, anche se il livello sotto il quale scatterebbe l’agevolazione può variare a livello territoriale. Una differenza che è dovuta al fatto che i livelli economici in questione devono essere oggetto di valutazione a livello regionale, a differenza di quanto accade per l’energia. Gli altri requisiti necessari per poter accedere al bonus acqua 2018 sono invece gli stessi per tutte le regioni e sono:

  1. l’obbligo di elevare il proprio domicilio nel comune al quale viene inoltrata la domanda;
  2. la casa per la quale si chiede l’accesso all’agevolazione non deve essere iscritta alla classe catastale A1, A7 e A9, ovvero quelle relative a residenze considerate di pregio dal punto di vista economico come ville o palazzi signorili.

Limite di reddito per avere il Bonus acqua

Per avere diritto all’agevolazione occorre rivolgersi al proprio comune oppure ad un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) entro e non oltre il primo giorno di luglio del 2018, anche se il bonus ha valenza retroattiva, andando a coprire tutto l’anno in corso.
Come abbiamo detto, il livello di reddito per avere diritto al bonus varia di regione in regione, ma in pratica è lo stesso per tutte, tranne che per Lazio, Piemonte, Toscana e Umbria: ovvero 8.107,50 euro che possono salire a 20mila in caso siano presenti almeno tre minori nel nucleo familiare. Negli altri casi il limite reddituale è il seguente:

  • nel Lazio l’Isee non deve superare i 13.651,25 euro, i 15.659,26 nel caso in cui la famiglia interessata veda la presenza di non meno di quattro componenti e di 17.746,42 ove a formare il nucleo concorrano più di cinque persone;
  • in Piemonte il reddito non deve superare i 12mila euro;
  • in Toscana l’Isee non deve oltrepassare quota 10.935,57 euro oppure 13.640,92 nel caso di nuclei che vedano la presenza di almeno cinque persone o di quelli in cui uno dei componenti sia gravato da una particolare patologia, debitamente documentata, tale da rendere necessario un un consumo di acqua molto elevato;
  • in Umbria non deve essere superiore ai 9500 euro.
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Scritto da

Scrittore, giornalista, ricercatore di verità - "Certe verità sono più pronti a dirle i matti che i savi..."

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