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Salute: situazione italiana critica. Cala l’aspettativa di vita

Quindici anni per cancellare quello che si era accumulato in quaranta. Questa è la sintesi dell’ultimo rapporto Osservasalute, ovvero la più grande raccolta e analisi di dati riferita allo stato di salute degli italiani e alla qualità dell’assistenza nelle singole regioni.
Ebbene secondo il rapporto l’Italia sarebbe in coda ai paesi Ue in termini di spesa per prevenzione. Non solo; negli ultimi anni sarebbe calata pur se in modo lieve l’aspettativa di vita degli italiani.
Dato quest’ultimo in controtendenza con gli ultimi anni e che quindi riporta l’Italia indietro di molto. Come si è arrivati a questo punto? A causa di una negligenza e una mancanza di investimenti nella prevenzione di malattie.
Al riguardo, si legge sempre nel rapporto, basti pensare che oltre la metà dei cittadini è in sovrappeso. Altro dato in crescita e segnale di una deriva non certo ottimale.

Calo dell’aspettativa di vita:

Il rapporto è giunto alla sua tredicesima edizione e in circa 180 pagine ha riassunto lo stato di salute degli italiani e la qualità dell’assistenza sanitaria nelle regioni.
Quello che ne emerge è un paese sempre più vecchio dove oltre 1 italiano su 5 è over 65; il numero degli anziani è in forte crescita al punto che si assiste ad un boom degli ultracentenari. Sono oltre 19mila oggi, erano 6mila nel 2002.
Ma ultracentenari a parte, il dato si inverte se si parla di aspettativa di vita; che è scesa nell’ ultimo anno. Nel 2014 la speranza di vita era di 80,3 anni per gli uomini e di 85 per le donne. Nel 2015 si è abbassata a 80,1 e 84,7.
Un calo lieve quindi, quasi impercettibile. Ma che è importante per il fatto che è il primo a verificarsi. Segno di una inversione di tendenza.

Mancanza di spesa per la prevenzione:

L’altro dato negativo che emerge dallo studio è quello legato a campagne di prevenzione e screening. che scarseggiano per mancanza di soldi. Si tratta di fattori legati a doppio filo alla salute degli italiani e che vanno a influire su di questa.
Ebbene, l’Italia destina alla prevenzione il 4,1 per cento della spesa sanitaria totale. Si tratta di una percentuale tra le più basse d’Europa. Uno degli ultimi paesi del continente a investire in prevenzione, a cominciare dai vaccini (in particolare l’antinfluenzale per gli over 65, scesa dal 2003 al 2015 dal 63,4 al 49%) per passare poi agli screening oncologici.
Il che porta ad un dato triste: aumentano i tumori prevenibili, soprattutto mammella e polmone per le donne e colon retto per gli uomini.

Consumo di fumo e alcol:

A calare sono anche i Lea, ovvero i livelli essenziali di assistenza; tutte quelle prestazioni che sono garantite per i cittadini e a carico del SSN. Tra i dati positivi viceversa, il calo dei fumatori: nel 2010 fumava il 22,8% della popolazione; nel 2011 il 22,3%; nel 2012 il 21,9%, nel 2013 il 20,9%, nel 2014 il 19,5%.
In leggera crescita invece il dato relativo al consumo di alcol: è stabile il numero di chi non beve sopra gli 11 anni.

Sport e dieta:

Aumenta il dato relativo agli italiani che praticano sport o comunque attività fisica come passeggiate per almeno 2 chilometri, bicicletta, nuoto. A fronte di questo, continua a crescere il numero di persone in sovrappeso e obese.
Dal 2001 l 2014 si è passati dal 33,9 al 36,2% di persone in sovrappeso mentre gli obesi sono cresciuti dall’8,5 al 10,2%. In totale, oltre il 46% della popolazione non mantiene il proprio peso forma.

Antidepressivi e suicidi:

Continua ad essere cospicuo il dato relativo all’uso di antidepressivi così come cresce l’utilizzo di farmaci per il controllo di disturbi psichiatrici non strettamente depressivi, quali i disturbi d’ansia.
I consumi nel 2014 sono pari a 39,30 dosi definite giornaliere su mille abitanti al giorno. Cresce il dato legato ai suicidi che passano dai 7,23 casi su centomila del biennio 2008-2009 ai 7,99 del biennio 2011-12.

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Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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