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Guerra Ucraina: cosa succede ora al prezzo del gas in Italia

In questi giorni la Russa sta lanciando un attacco su vasta scala contro, un atto di guerra al quale le potenze dell’Occidente hanno tentato di rispondere con una serie di sanzioni verso Putin. Uno scenario complesso e drammatico, che rischia di avere esiti in tutto il mondo, non soltanto nell’area colpita dalla guerra.
Quali potrebbero essere ad esempio, gli effetti sul nostro paese, l’Italia, dal punto di vista economico? A destare le maggiori preoccupazioni è il settore energetico con i prezzi del gas, che tra l’altro aveva già viso un incremento nei mesi scorsi. Famiglie e imprese italiane stanno già lottando con l’aumento del costo della vita, in particolare dopo una serie di forti aumenti dei costi nell’ultimo anno, alimentati dalla crescita del prezzo delle importazioni di gas.

L’impatto della guerra sul prezzo del gas in Italia

Lo stesso premier Draghi, parlando delle misure prese contro la Russia, ha affermato che le sanzioni che sono state approvate, e quelle che potrebbero arrivare in futuro, richiedono di considerare attentamente l’impatto sulla nostra economia. L’aumento dei prezzi è stato particolarmente problematico in Italia, che è più dipendente dal gas naturale per l’energia rispetto alla maggior parte dei suoi vicini europei e ne produce pochissimo all’interno del Paese.
L’Italia è il secondo importatore di gas naturale in Europa dopo la Germania, importando il 90% della sua fornitura di gas con il 45% di quella proveniente dalla Russia, rispetto al 27% di dieci anni fa.

Quanto gas importa l’Italia dalla Russia?

Nel frattempo, a differenza delle vicine Germania e Francia, l’Italia non ha capacità di energia nucleare. Il paese ha anche iniziato a eliminare gradualmente l’energia a carbone, chiudendo tre impianti nel 2020 e nel 2021.Ha anche ridotto la produzione interna di gas proprio passando da 17 miliardi di metri cubi all’anno nel 2000 a circa 3 miliardi di metri cubi nel 2020.
Sebbene il piano a lungo termine sia quello di aumentare la produzione nazionale di energia da fonti sostenibili, questo è ancora lontano dal diventare realtà, motivo per il quale ad oggi il gas è di fondamentale importanza come combustibile di transizione. In sostanza, qualora fossero confermate, le sospensioni delle esportazioni di gas verso l’Italia e l’Europa da parte della Russia avrebbe conseguenze importanti per la sicurezza energetica del nostro paese, a medio e lungo termine.

Quali conseguenze per le bollette degli italiani

Lo stesso premier Draghi ha sottolineato che le riserve di gas dell’Italia a febbraio avevano già raggiunto il livello che generalmente hanno alla fine di marzo. Una diminuzione di importazione di gas dalla Russia rischierebbe di assottigliare ulteriormente le riserve, oltre che di far salire i prezzi sui mercati energetici europei del gas da importare.
Gli impatti maggiori si potrebbero vedere non da subito da dopo l’estate: ci si sta avviando infatti verso la stagione calda, di conseguenza l’esito più grave potrebbe, nel malaugurato caso di prosecuzione della guerra o comunque della crisi, palesarsi in autunno.

Cosa farà il Governo italiano per contenere i prezzi

Il premier Draghi ha affermato che il Governo sarebbe pronto a scendere in campo per “calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia” (fonte: Agi). Per fare questo l’Italia potrebbe aver bisogno di riaprire le centrali a carbone così da colmare le carenze. In sostanza si tratta di incrementare la produzione interna a scapito delle importazioni.
Si potrebbe poi tentare di diversificare anche la fonte dalla quale attingere alle riserve: e in queste ore di crisi il presidente Biden avrebbe offerto di aiutare i paesi europei a livello di scorte di gas. Inoltre l’Italia starebbe anche tentando di aumentare la fornitura di gasdotti tra cui TAP dall’Azerbaigian, TransMed dall’Algeria e Tunisia e GreenStream dalla Libia.
Quello che attende l’Italia è di conseguenza un periodo di sfide molto dure, si dovrà cercare di migliorare le infrastrutture energetiche interne e di procedere verso un maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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