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Interprete lingua dei segni

Interprete lingua dei segni, cosa fa come si diventa

03/11/2025

L’interprete di Lingua dei Segni Italiana (LIS) è un professionista essenziale che funge da ponte comunicativo e culturale tra la comunità delle persone sorde e quella delle persone udenti che utilizzano la lingua vocale. Non si tratta di un semplice traduttore di parole, ma di un vero e proprio specialista della comunicazione che trasferisce il contenuto semantico e simbolico tra le due lingue in tempo reale, garantendo un’interazione efficace e fluida. L’importanza di questa figura è cresciuta esponenzialmente con l’aumento dell’attenzione verso l’inclusione e i diritti delle persone sorde e sordocieche, promuovendo la piena partecipazione di tutti alla vita pubblica.

Cos’è la lingua dei segni

La lingua dei segni, contrariamente a un’idea diffusa, non è un linguaggio universale e non è un semplice codice mimico; è una lingua autonoma, dotata di proprie regole grammaticali, sintattiche, morfologiche e lessicali, che utilizza la modalità visivo-gestuale e visivo-segnica. L’interprete deve quindi padroneggiare non solo i gesti manuali, ma anche le espressioni facciali, i movimenti del busto e l’uso dello spazio, elementi che nella LIS assumono un significato linguistico preciso. Inoltre, la figura professionale si estende anche all’interpretariato in Lingua dei Segni Italiana Tattile (LIST), fondamentale per le persone sordocieche, dove la comunicazione avviene unicamente tramite il tatto sulle mani dell’interlocutore.

Ambiti di intervento

Il campo d’azione dell’interprete LIS è vasto e diversificato, riflettendo la necessità di accessibilità in ogni settore della società. Il professionista opera in contesti istituzionali, legali, educativi, medici e culturali. Tra gli ambiti più comuni si includono le situazioni in ambienti istituzionali e legali, come i tribunali, gli atti notarili, le trattative private e le riunioni istituzionali. Sono ovviamente fondamentali nei contesti educativi, come le scuole di ogni ordine e grado, le università e i corsi di formazione professionale, dove l’interprete facilita l’apprendimento e la partecipazione degli studenti sordi e può affiancare l’insegnante di sostegno.

Altri ambiti sono la sanità, incluse consultazioni mediche e strutture ospedaliere, e i media e la cultura, che comprendono l’interpretariato in conferenze, eventi, dibattiti e per programmi televisivi o servizi di video-traduzione a distanza.

Le competenze richieste

Per svolgere efficacemente queste funzioni, un interprete LIS deve possedere, oltre a un’eccellente padronanza dell’italiano, parlato e scritto, e della LIS/LIST, un set di competenze specifiche che vanno ben oltre la mera traduzione linguistica. Sono fondamentali l’eccellente memoria a breve termine, la capacità di concentrazione e la gestione dello stress in situazioni complesse.

È altresì richiesta una profonda sensibilità culturale nei confronti della comunità sorda, percepita non solo come un gruppo linguistico, ma come una minoranza culturale con proprie norme e valori. L’interprete agisce, quindi, anche come facilitatore sociale, contribuendo all’inclusività.

Il percorso formativo

Diventare interprete LIS in Italia è un percorso impegnativo che richiede una formazione specialistica e certificata, in linea con le disposizioni in materia di professioni di interprete in lingua dei segni italiana e lingua dei segni italiana tattile stabilite dal Decreto Ministeriale 10 gennaio 2022.

Fino a pochi anni fa, il percorso era demandato prevalentemente a enti privati e associazioni professionali, ma oggi il panorama si è arricchito di titoli universitari riconosciuti. Il percorso formativo si articola generalmente in due modalità principali. La prima è la formazione non accademica (tradizionale), spesso offerta da associazioni professionali di categoria come ANIOS o dall’Ente Nazionale Sordi (ENS) e altri istituti specializzati come l’Istituto Statale Sordi di Roma.

Questi percorsi sono di solito suddivisi in più livelli, spesso quattro, che portano all’acquisizione della competenza linguistica in LIS e, successivamente, a un corso professionale per interpreti LIS. Il completamento di questi percorsi, con il superamento di esami specifici, può portare al rilascio di attestazioni professionali da parte di associazioni iscritte al MISE/MIMIT ai sensi della Legge 4/2013, che regolamenta le professioni non organizzate.

La formazione universitaria

La seconda è la formazione accademica universitaria, poiché la figura professionale è sempre più riconosciuta a livello universitario. Sono stati attivati corsi di laurea triennale ad orientamento professionale specifici in “Interpretariato e traduzione in lingua dei segni italiana (LIS) e lingua dei segni italiana tattile (LIST)”.

I corsi hanno l’obiettivo di formare specialisti con una solida base in LIS, LIST e italiano, affiancata da insegnamenti di linguistica, psicopedagogia e socio-antropologia focalizzati sul tema della sordità. In entrambi i casi, è imprescindibile, oltre al diploma di istruzione secondaria di secondo grado per l’accesso ai percorsi superiori, una fase di tirocinio formativo che consenta l’applicazione pratica delle competenze acquisite in aula.

Riconoscimento e sviluppo della professione

L’evoluzione normativa ha consolidato la figura dell’interprete LIS. In Italia, l’esercizio della professione è tutelato e valorizzato dall’iscrizione all’Elenco Nazionale Interpreti e Traduttori della Lingua dei Segni LIS/LIST istituito ai sensi della Legge 4/2013, per coloro che sono in possesso dei requisiti di qualificazione professionale. Un riconoscimento fondamentale in quanto permette al professionista di ottenere incarichi in ambiti specialistici e di competere in un mercato del lavoro in forte espansione.

Dal punto di vista retributivo, la professione offre prospettive variabili. Un interprete LIS può lavorare come dipendente, ad esempio in strutture educative o sanitarie, con stipendi che si aggirano sui 1.200-1.500 euro al mese, a seconda dell’inquadramento. Tuttavia, è molto comune l’attività di freelance o lavoratore autonomo, soprattutto in contesti come convegni, interpretariato legale o servizi per l’università. In questi casi, il compenso può essere concretamente superiore, con tariffe che possono arrivare a diverse centinaia di euro per una giornata di lavoro, specialmente se si possiedono specializzazioni di nicchia come l’interpretariato legale o medico, e competenze nell’interpretariato a distanza (video-interpreting).

In quest’ottica, l’aggiornamento professionale continuo e l’acquisizione di ulteriori attestati di qualità sono fattori determinanti per una carriera di successo e per la progressione economica in questo settore vitale per l’inclusione sociale.

Claudia Barbara

Giornalista ed esperta di Digital Marketing