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Psicologo, quando si può chiedere il risarcimento danni

Il rapporto tra paziente e psicologo è basato su fiducia, rispetto e competenza professionale. Tuttavia, come per qualsiasi altro rapporto tra un professionista e un cliente, possono sorgere situazioni in cui il paziente ritiene di aver subìto un danno. Ma è possibile chiedere il risarcimento dei danni allo psicologo? Sebbene la professione psicologica non garantisca risultati immediati o definitivi, esistono casi specifici in cui un paziente può chiedere il risarcimento per danni derivanti dalla negligenza o dall’imperizia del professionista.

Dal punto di vista giuridico, lo psicologo esercita una professione intellettuale e autonoma, simile a quella di medici, ingegneri e avvocati. La sua attività non implica un obbligo di risultato, ma di mezzi. Questo significa che lo psicologo non è tenuto a garantire un miglioramento immediato delle condizioni di salute mentale del paziente, ma è obbligato a svolgere la propria attività con la massima diligenza e nel rispetto delle norme deontologiche e legali.

Per chiedere un risarcimento, il paziente deve dimostrare che il danno subito è direttamente collegato alla negligenza o imperizia dello psicologo. Tuttavia, dimostrare il nesso causale in ambito psicologico può essere particolarmente complesso, poiché l’attività dello psicologo è spesso soggettiva e varia a seconda delle circostanze specifiche del paziente.

Quando è possibile chiedere il risarcimento?

Nonostante le difficoltà di dimostrazione, esistono situazioni in cui la responsabilità dello psicologo può essere più facilmente provata. Ad esempio, se lo psicologo suggerisce al paziente di adottare comportamenti dannosi o lo spinge a decisioni che si rivelano gravemente controproducenti, come l’abbandono degli studi o l’allontanamento da relazioni importanti, è possibile che questi comportamenti siano giudicati nocivi e quindi motivo di richiesta di risarcimento.

Un altro caso riguarda la diagnosi errata. Se lo psicologo sbaglia completamente nell’individuare il problema del paziente, conducendolo a un percorso terapeutico inadeguato, potrebbe essere ritenuto responsabile dei danni conseguenti. Anche in situazioni in cui lo psicologo oltrepassa i limiti della propria professione, ad esempio prescrivendo farmaci senza essere autorizzato, la sua responsabilità è evidente, sia sul piano civile che penale.

La polizza RC professionale per psicologi

Proprio per far fronte ai rischi legati alla loro attività, molti psicologi scelgono di sottoscrivere una polizza ad hoc per la rc professionale. Questa copertura assicurativa tutela il professionista in caso di richieste di risarcimento da parte dei pazienti per presunti danni subiti durante il trattamento. La polizza copre i costi legali e i risarcimenti eventualmente dovuti, offrendo una protezione fondamentale in un contesto in cui le responsabilità professionali possono essere difficili da determinare e gestire.

La difficoltà di dimostrare il danno

Nonostante la possibilità teorica di ottenere un risarcimento, la prova del danno e del nesso causale rimane una delle principali difficoltà per i pazienti. Mentre in ambito medico o chirurgico è possibile dimostrare errori più tangibili (come una diagnosi errata o un intervento chirurgico mal eseguito), nel campo della psicologia, dove il risultato dipende da molteplici variabili, risulta più complicato dimostrare che un certo danno sia stato direttamente causato dall’intervento del professionista.

Il mancato miglioramento delle condizioni di salute mentale o addirittura il peggioramento non sono, di per sé, sufficienti a dimostrare la negligenza dello psicologo. L’importante è che il professionista abbia seguito tutte le regole della buona prassi e che il trattamento sia stato condotto con la massima diligenza.

Pubblicato in Focus

Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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