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Sciopero contro giudici che lavorano troppo

C’è chi accusa i magistrati di essere in buona parte dei fannulloni e c’è chi lancia veementi accuse che si riferiscono al contrario.
A Nola i giudici lavorano troppo, producono troppo, rimangono troppo tempo in aula per completare gli interrogatori dei pentiti, per ascoltare i testimoni dei processi, per contrastare in tutti i modi possibili le strategie dei boss e dei gregari delle organizzazioni camorristiche dell’area vesuviana. 
Forse stanno seguendo i consigli contenuti nell’opera “Discourses” di Joshua Reynolds dove si dice “Se avete grandi doti, il lavoro non farà che migliorarle; se avete doti soltanto modeste, il lavoro rimedierà alle loro deficienze”. 
Il fatto è che la cosa provoca accese proteste da parte degli avvocati della camera penale di Nola che, col sostegno dei vertici nazionali della loro organizzazione, hanno proclamato per il mese di marzo ben otto giorni di sciopero. Dicono i giudici:«Siamo al paradosso, ora ci accusano di lavorare troppo, in tempi di processo breve e di crociate antifannulloni».

 

 

 

 

Tribunale di Nola e giudici troppo attivi:

Ma…che succede realmente al tribunale di Nola? C’è che il Tribunale ha deciso di fissare quattro udienze a settimana, per portare a conclusione un processo contro organizzazioni malavitose locali.
E, contro le lamentele degli avvocati, intervengono pure i vertici nazionali dell’Anm (Luca Palamara e Giuseppe Cascini) che scrivono: «Si verificano assurdi attacchi all’esercizio della giurisdizione, sia da parte della politica che degli stessi operatori del settore, che ne provocano una ulteriore delegittimazione. Stupisce come l’avvocatura non dimostri la dovuta sensibilità a tali esigenze e ufficializzi una protesta contro la magistratura nolana, colpevole di celebrare troppe udienze, cioé di compiere ogni sforzo per arrivare alla conclusione del processo in tempi ragionevoli».
Gli avvocati controbattono, chiaramente con le loro argomentazioni relative all’eccessivo stress dovuto ai tempi brucianti per preparare la difesa e cose di questo genere.
Per i lettori ricordiamo che il Tribunale di Nola è impegnato in questo momento a verificare le accuse dei pentiti del clan Sarno, che hanno sgretolato, con le loro confessioni, l’agguerrito apparato malavitoso di quel territorio che si trova nella delicata fase di sbandamento successiva all’arresto dei fratelli Russo, catturati dopo molti anni di latitanza.
Da osservatori esterni ci viene in mente la frase di Curzio Malaparte nell’opera ” Il battibecco ” dove si dice che ” la legge in Italia è come l’onore delle puttane “, perchè riteniamo che proprio questa tradizione abbiano interrotto i giudici di Nola.
E sull’onore corporativo giocano gli avvocati, ricordando bene ciò che disse Sacchetti in una sua nota novella e cioè che ” onore con danno al diavol l’accomanno “. Insomma, potrebbe sembrare una normale, allegra, controversia culturale, questa storia che ci proviene dal Tribunale di Nola, se non fossero coinvolti assassini incalliti autori di atroci misfatti.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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