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Olio Evo italiano: aumenta la produzione. Come riconoscerlo

Buone notizie per le previsioni 2021/2022 sulla produzione di olio di oliva italiano. Le ultime rilevazioni Ismea e Unaprol hanno annunciato un aumento del 15% di raccolta per l’annata in corso rispetto al 2020. Le 315 tonnellate di olio di oliva arriveranno maggiormente dal Sud Italia, in particolare dalla Puglia. Certo, ci si aspettava qualcosa di più.
Purtroppo, i cambiamenti climatici in corso hanno inevitabilmente impattato sulla produzione non solo italiana ma europea. Ricordiamo che il vecchio continente è il detentore del 67% della produzione di olio di oliva mondiale con Italia e Spagna capofila. Nonostante le flessioni a livello comunitario, l’export italiano dell’olio registra ancora ottimi risultati.

Olio Evo italiano

L’ olio evo italiano rimane il più amato tra i consumatori, soprattutto in Regno Unito e Australia. Con il tempo anche i paesi stranieri stanno ampliando la propria cultura in materia cominciando a distinguere le diverse produzioni locali e le differenze organolettiche dei singoli prodotti. Per tali motivi, è maturata anche l’inclinazione a spendere di più, segno dell’indiscussa qualità e genuinità del prodotto.
L’Italia non è solo una delle più grandi esportatrici d’olio, ma anche tra le maggiori importatrici. Questo perché il Bel Paese produce molto meno olio di quanto ne venga mandato oltre i confini e consumato. La conseguenza è l’insufficienza della produzione nazionale per soddisfarne il fabbisogno. Spesso gli oli a prezzi stracciati sono prodotti con olive in arrivo dall’unione europea ed extra europee. Anche solo l’aver imbottigliato l’olio in Italia può far sì che questo venga spacciato come olio italiano.

Riconoscere l’olio evo italiano

Quando si compra l’olio, bisogna far caso alle etichette per assicurarsi che il prodotto acquistato sia davvero Made in Italy. È quindi importante verificare sempre la presenza dell’indicazione “prodotto con olive italiane” tra le diciture dell’etichetta. Anche prediligere l’acquisto di olio biologico può assicurare la qualità del prodotto.
La produzione in questo senso avviene in assenza di alterazioni chimiche come pesticidi, solventi e battericidi. La dicitura in questo caso sarà “olio d’oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici”.

Le maggiori cultivar italiane

Quando si sceglie un olio italiano bisogna tener conto di diversi fattori. In Italia ci sono più di 500 diverse cultivar, ognuna delle quali genera oli dalle caratteristiche differenti. La più famosa in Umbria e Toscana è la Moragliolo. L’olio di queste olive è fruttato con sfumature amare e piccanti mentre il colore è verde con diversi gradi di intensità.
La Puglia è invece famosa per la cultivar di Coratina e Ogliarola. La prima dà vita ad un olio verde che al gusto rimane fruttato e intenso, leggermente amaro e piccante. La seconda invece produce un olio dal colore più tendente al giallo e meno fruttato rispetto alla Coratina. La cultivar che fa da padrona nel nord Italia, nello specifico in Liguria, è la Taggiasca. L’olio della Taggiasca è giallo paglierino dal sapore dolce e lievemente mandorlato. Spesso quest’olio è utilizzato nelle miscele per dare quel tocco in più di personalità ad oli meno intensi.
Quando si procede alla scelta di un olio evo italiano è bene tenere a mente queste piccole ma essenziali considerazioni.

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Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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