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Affitti in nero: nuova stangata per gli inquilini che hanno denunciato

C’era una volta una legge datata 2011, il decreto legislativo n. 23 per l’esattezza, che andava a prevedere la possibilità di registrare unilateralmente un contratto di locazione ad un canone vantaggioso per tutti gli inquilini che denunciavano di essere in nero.
Disposizione in materia di federalismo fiscale municipale, era questo il nome della legge nata per tentare di alleggerire il troppo ‘nero’ presente nel settore degli affitti andando, al contempo, a creare vantaggi per gli inquilini che avevano il coraggio di denunciare. Vantaggi di tutto rilievo, si parlava addirittura di sconti sul canone fino all’80%.
Una legge che metteva in ginocchio chi affittava in nero andando a prevedere una sanzione, secondo molti, anche eccessiva. Al punto che già nel marzo 2014 la Corte Costituzionale aveva sancito che quelle pene erano spropositate e che andavano a colpire in modo troppo violento i proprietari di immobili.
In quella data la Consulta emise una sentenza, la n. 50/2014, con la quale si andavano a cancellare gli effetti del provvedimento con retroattività a partire dal 6 giugno 2011. Niente più diritto a quei vantaggi per gli inquilini che avevano registrato unilateralmente un contratto di locazione. A distanza di oltre un anno la Corte Costituzionale ha aggiustato quel provvedimento dando un’ulteriore colpo agli inquilini in nero.

Gli inquilini dovranno lasciare subito la casa:

Gli inquilini che hanno accettato un contratto in nero non solo non avranno diritto a tutti quei privilegi previsti inizialmente per legge. Ma dovranno anche affrettarsi a fare le valigie e a lasciare l’immobile.
Questa sentenza, che ha colto molti di sorpresa, va ad aggiustare quanto era stato già sancito in precedenza. Con il provvedimento del 2014 si andò infatti a dichiarare illegittima la legge del 2011 a tutela degli inquilini che registravano unilateralmente un contratto di affitto, e si sancì che tutti gli inquilini che avevano fatto ricorso alla denuncia verso il padrone di casa restando nell’appartamento a condizioni favorevoli potevano essere sfrattati sotto minaccia di un decreto ingiuntivo e i locatore avrebbe potuto precepire le differenze non incassate rispetto al canone concordato.

La sanatoria del Piano Casa:

Per evitare un esodo di massa degli affittuari in nero, il Governo aveva studiato una sorta di liberatoria inserita nel Piano Casa che andava a prevedere una sanatoria per tutte le locazioni regolarizzate.affitti-in-nero
In sostanza, si stabiliva che fino al 1 gennaio 2016 gli effetti della legge restassero congelati in attesa che i conduttori trovassero una nuova sistemazione. Il tutto a tutela di quegli inquilini che avevano in un primo momento beneficiato di una legge favorevole poi bocciata dalla Consulta e che, a seguito di questa decisione, si trovavano ora in aperto conflitto con i proprietari di casa.

La nuova decisione della Corte Costituzionale:

La decisione presa dalla Consulta in data 16 luglio 2015 infligge un altro colpo agli affittuari che avevano beneficiato della legge del 2011. Si va a dichiarare illegittima anche la proroga degli affitti in nero poi regolarizzati che era stata prevista dalla sanatoria del Piano Casa di cui sopra.
In sintesi, gli inquilini che avevano denunciato in modo unilaterale l’affitto in nero e che ancora beneficiavano della proroga del Piano Casa dovranno abbandonare l’immobile e potranno essere passibili di decreto ingiuntivo per il pagamento di tutti gli arretrati dal 2011. Si intende quindi la differenza tra il canone concordato dal contratto in nero, e quanto poi versato a seguito della denuncia con registrazione unilaterale del contratto.
Dato che gli sconti di quella legge del 2011 erano piuttosto corposi e consentivano, in taluni casi, di poter usufruire di un canone irrisorio, la stangata per gli inquilini che hanno goduto dei vantaggi della legge de 2011 potrebbe essere ora abbastanza pesante.

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Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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