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I Neet: chi sono i giovani italiani che si sono arresi

Trai i giovani italiani compresi nella fascia di età che va dai 20 ai 24 anni c’è una notevole presenza dei cosiddetti Neet. Sono circa 1/3. Il dato si riferisce al 2016 e a diffonderlo è stata l’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Si fa riferimento spesso a questi Neet e il dato interessante è che, nel nostro paese, tra il 2005 e il 2015 la loro percentuale è cresciuta in misura nettamente superiore rispetto agi altri paesi dell’area Ocse.
Si parla di +10 punti percentuali in 10 anni. Praticamente un punto per ogni anno. A leggere questi dati ci sarebbe da mettesi le mani nei capelli e sembrerebbero del tutto vane le rassicurazioni di Governo e istituzioni varie circa una improbabile ripresa economica.
E a questo punto, per chi ancora non ne conoscesse il significato, è arrivato il momento di spiegare cosa vuol dire Neet e quali giovani possono rientrare in questa definizione.

Cosa vuol dire Neet?

Il termine di derivazione anglosassone sta a significare Not (engaged) in Education, Employment or Training. Praticamente indica una persona che non è dedita nè allo studio, nè al lavoro, nè alla formazione professionale. In sostanza, una persona che si è arresa.
Solitamente le persone prese ad esame sono quelle che rientrano nella fascia d’età che va dai 15 ai 29 anni: ovvero proprio il periodo della vita di un giovane nel quale ci si costruisce il proprio futuro. Che sia studiando, lavorando o partecipando a corsi di formazione.
Ci si riferisce ad ogni processo formativo, che siano corsi professionali, tirocini, stage o altro; e a qualsiasi tipo di educazione, scolastica o universitaria.
I Neet sono giovani esclusi da tutto, che rinunciano a studiare; a cercare lavoro; e a formarsi. Non a caso quella che sta emergendo ora è stata ribattezzata la generazione Neet.

L’Ocse riprende l’Italia: troppi Neet sotto i 24 anni

Ebbene nelle ultime ore è arrivata la certificazione dell’Ocse a rimarcare come nel nostro pase quello dei Neet sia un fenomeno ampiamente avvertito. Lo studio nel quale è contenuto il dato si chiama Education at a Glance 2016 e va a evidenziare l’aumento di ventenni Neet; quindi arresi alla vita.
Una fotografia impietosa della situazione attuale italiana e del suo sistema educativo. E che non è da ascriversi, come si potrebbe pensare, interamente alla crisi.
Anche altri paesi infatti che come il nostro hanno sperimentato la crisi in modo forte, quale ad esempio Grecia e Spagna, non hanno comunque visto aumentare in modo così esponenziale i dati sui Neet.
In sostanza quello che mancherebbe in Italia sarebbe un serio percorso di reinserimento dei cittadini senza lavoro in percorsi di formazione e istruzione. Anche perché in Italia le prospettive di una laurea vengono viste sempre più non come una garanzia di riuscire a trovare lavoro.
In definitiva, dando credito a questi numeri, a fare acqua sarebbe l’intero sistema, dalle fondamenta. Ovvero dalla formazione.

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