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Investire nel mercato immobiliare, ecco perchè conviene

Il mercato immobiliare in Italia dopo molti anni caratterizzati da una diminuzione considerevole dei prezzi sta vivendo una fase di crescita dovuta sostanzialmente all’inflazione che ha coinvolto tutti i settori e che negli ultimi mesi ha raggiunto numeri percentuali a due cifre. In questo contesto il prezzo degli immobili è cresciuto, nel 2022 del 3%, e anche per l’anno 2023 appena iniziato le previsioni parlano di una crescita del valore intorno al 6%, in parte dovuta anche una restrizione dell’offerta.
Malgrado questo, gli investimenti immobiliari rappresenteranno comunque una delle soluzioni preferite dai risparmiatori italiani che, da sempre, vedono nel mattone, una modalità di allocazione di capitali sicura e capace di garantire rendite costanti collegate agli affitti.

L’immobiliare europeo e italiano

Mettendo a paragone la situazione italiana rispetto a quella del resto dell’Europa, contemplando i Paesi le cui economie sono simili alla nostra, vediamo fin da subito che i prezzi degli immobili nel Vecchio Continente sono cresciuti costantemente negli ultimi anni, a differenza di quanto accaduto nel Belpaese che, come detto, ha visto un trend contrario considerevole. Se infatti in UE il valore degli immobili nel periodo 2010-2020 ha fatto registrare un +26%, allo stesso tempo in Italia la decrescita ha toccato quota -15% con un picco nel decennio 2007-2017 che è arrivato addirittura a un -40% per quanto riguarda i capoluoghi e le grandi città.
Prendendo i dati del 2022, confrontandoli con il 2021 (primo semestre) vediamo che i Paesi europei dove i prezzi sono saliti di più sono Spagna e Germania, rispettivamente con una variazione dell’7,5% e dell’11,2%, seguite da Inghilterra (7,8%) e Francia (6,3%). L’Italia, come detto si è fermata intorno al 3%. Considerando le città, Dublino è il centro urbano che ha visto la salita maggiore, con +11,7%, seguita da Madrid e Stoccolma.

Volume delle compravendite

Per quanto riguarda invece il volume delle compravendite, troviamo in prima posizione sempre la Spagna che ha fatto segnare un +22,5%, davanti all’Italia (12,5%) e alla Germania (9,9%). Male invece l’Inghilterra con un -13,2%. Guardando le previsioni in Italia nel 2023 sul prezzo delle case, Roma, che nel 2022 ha visto salire le quotazioni del 3%, è in quarta posizione come città più cara nel settore immobiliare con il prezzo per metro quadro che aumenterà dello 0,76% rispetto all’anno precedente. In terza posizione Bologna con un +3,9%, seconda Firenze (+1,4%) e sul gradino più alto del podio Milano con un incremento del 2,9%.

Diverse tipologie di investitore immobiliare

Anche nel settore immobiliare esistono diverse tipologie di investimento che cambiano a seconda del profilo di rischio e del rendimento atteso. Come si legge sul sito www.vivererealestate.it, infatti, si possono individuare quattro classi principali di investimenti, così individuate:

  • Core: sono gli investimenti meno rischiosi, con un profilo di rischio basso e gli immobili in paesi sviluppati e un valore del bene molto stabile. E’ necessaria molta liquidità.
  • Core Plus: sono simili al Core ma con rischio leggermente più alto così come i rendimenti attesi, e hanno un orizzonte temporale più breve rispetto ai primi
  • Value Add: si caratterizzano per la crescita attesa del valore dell’immobile, sulla base di lavori di miglioramento strutturali. Hanno un rischio maggiore dei precedenti ma una leva finanziaria medio-alta.
  • Opportunistic: come suggerisce il nome, hanno un profilo di rischio molto alto e puntano molto sulla ristrutturazione radicale (o addirittura cambio di destinazione d’uso) per ottenere rendimenti molto alti in un orizzonte temporale molto breve.

Gli investitori immobiliari possono scegliere se comprare un immobile in Italia o all’estero, tendenza molto diffusa negli ultimi anni, visto lo stringente regime fiscale nostrano e la poca dinamicità del settore, fattori che invece in molti Paesi europei (come ad esempio Croazia, Ungheria o Malta, tanto per citarne alcuni) non rappresentano variabili ostative.

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Scrittore, giornalista, ricercatore di verità - "Certe verità sono più pronti a dirle i matti che i savi..."

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