Il call center di Roma per i malati di Alzheimer:
Di cosa si occupava il call center “Alzheimer oggi” e che tipo di supporto forniva?
“Davamo supporto alle famiglie con malati di alzheimer e fornivamo loro informazioni utili: non il classico call center che si limita a dare informazioni tecniche e burocratiche di rito. Noi supportavamo le persone che chiamavano e cercavamo di dar loro risposte e sostegno. Il call center era solo il primo approccio telefonico, poi noi eravamo in grado di fornire indicazioni a 360 gradi.”
Nel senso che supportavate le persone anche a nome della vostra associazione?
“Esattamente. Noi in quanto Alzheimer Roma onlus agganciavamo le persone che chiamavano e ci preoccupavamo di seguirle e supportarle. D’altra parte ci occupiamo di questo, di dare sostegno alle famiglie dei malati di Alzheimer. Quindi oltre a fornire informazioni generiche ad esempio su quelle che sono le strutture pubbliche che si occupano di Alzheimer, avendo noi una preparazione specifica in materia ci preoccupavamo anche di dare sostegno psicologico a chi chiamava.”
Tornando al call center “Alzheimer oggi”, aveva molti riscontri?
“Assolutamente si; ricevevamo moltissime chiamate per supporto e non solo da Roma. Anche dal resto di Italia, soprattutto dal sud, in quanto unico servizio gratuito in grado di dare informazioni utili.”
Nelle scorse settimane, la decisione del Comune di chiudere il servizio. Come l’avete vissuta?
“La cosa che ci ha stupiti di più è stato il fatto che dall’oggi al domani ci hanno tolto i servizi senza un margine adeguato di preavviso; ci hanno addirittura detto che non ci sarebbe stato corrisposto quello che ci spettava in quanto anticipato da noi.”
A questo riguardo, essendo finanziato dal Comune, come funzionava l’aspetto economico del call center?
“Gli anticipi li facevamo noi, ovvero le due onlus che lo gestivano; pagavamo bollette del telefono, operatori telefonici ecc… il Comune di Roma poi ci rimborsava questi costi. Solo questi, noi non lucravamo. Ci tengo a precisare che il servizio in totale costava, tra le due associazioni, 50 mila euro l’anno di rimborsi. Non una cifra enorme.”
Servizio a rischio sospensione:
Come verrà sostituito il servizio del call center dopo la sua soppressione?
“Non ci sono certezze ancora: si è parlato di un call center generalista che assorba quelle funzioni. Ad oggi l’unica certezza è che abbiamo avuto un incontro con l’assessorato ai servizi sociali del Comune il quale ci ha detto che l’esigenza è quella di razionalizzare le spese. Quindi hanno scelto di non rinnovare il servizio pur riconoscendo il grande apporto dato dal call center. ”
Durante questi incontri avete proposto qualcosa?
“Abbiamo proposto insieme all’altra associazione Alzheimer Uniti Roma di aprire un tavolo di trattativa per essere in qualche altro modo presenti sul territorio. Speriamo che il Comune accetti e ci sia la possibilità di aiutare in qualche altro modo questa gente. Sarebbe importante anche perché va detto che la Regione Lazio è stata la prima in Italia ad avere una legge per l’Alzheimer; che poi però non ha mai trovato applicazione.”
Cosa succederà nelle prossime ore?
“Faremo insieme all’altra associazione una nostra proposta; entro marzo si dovrebbe sapere qualcosa di certo sulla questione. Come detto la nostra speranza è di continuare in futuro ad operare sul campo; anche in un altro modo, con più interazione. Siamo aperti a tutte le possibilità a prescindere dal call center.”