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Incontro con Scalfaro: “la Costituzione italiana”

Nelle scorse ore si è tenuto a Roma, presso un circolo territoriale del Pd (Ponte Milvio) un incontro con l’ ex Presidente della Repubblica ed attualmente Senatore a vita, Oscar Luigi Scalfaro, per una breve lezione sulla Costituzione.
L’incontro, piuttosto piacevole e con pochi partecipanti, il che ha consentito una vicinanza partecipativa con i presenti, è stato un occasione per parlare della centralità ed importanza della nostra Carta costituzionale, nonché per ripercorrere le tappe della vita politica del Presidente emerito della Repubblica a partire dal suo ruolo di  padre Costituente. Abbiamo preso parte all’incontro con il nostro giornale.
Il Presidente Scalfaro ha voluto ricordare il suo ingresso in politica avvenuto nel 1946, quando lasciò la toga da magistrato per dedicarsi a questa nuova avventura: “ero giudice ed entrai in politica – ha ricordato il Presidente – anche se  all’inizio non ne ero così sicuro. Iniziai la mia esperienza con l’Azione Cattolica”.

Scalfaro padre costituente:

Il Presidente Scalfaro ha quindi ricordato la sua esperienza di padre Costituente ripercorrendo alcune tappe che portarono alla nascita dell’ attuale Carta costituzionale fornendo anche aneddoti curiosi: “è ovvio che chi ha votato tutta la Costituzione, parola per parola, abbia un emozione dentro nel sentire ogni singolo articolo, ma a me piace citare l’articolo I della nostra Carta: non si può negare che quell’articolo storicamente aveva un valore incredibile. L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro’: ricordo che ci fu anche una discussione, che tuttavia non fu ostinata, con quelli delle sinistre che avrebbero preferito la formula ‘fondata un popolo di lavoratori’ anziché ‘fondata sul lavoro’. Ma allora il termine ‘lavoratore’ comprendeva solo determinate categorie; la persona che zappava la terra, per fare un esempio, era un lavoratore, gli altri non erano qualificati come tali. Oggi diciamo tranquillamente che un professore universitario è un lavoratore, e non si scandalizza nessuno. Per questo in fase costituente si optò per quella direzione.”
Scalfaro ha sottolineato quindi l’importanza fondamentale di quell’articolo: “In quel momento sorgeva il personaggio più importante della Carta, ovvero l’ individuo, la persona umana; persona umana che il fascismo aveva ridotto ad un oggetto, togliendo il diritto di voto, la possibilità scelta ecc….”

Gli attacchi alla Costituzione:

In materia di Costituzione come sommo bene da difendere dai diversi attacchi, il Presidente emerito ha tenuto a ricordare un episodio avvenuto nel 2006: “ho fatto tutta la battagli del 2006, quando la destra fece una proposta di riforma della Costituzione con il voto solo del Governo, quindi senza una maggioranza forte; nel  testo si affermava che il Presidente del Consiglio, quindi il capo del potere esecutivo, disponeva lo scioglimento del potere legislativo: il Presidente del Consiglio in sostanza decideva e, aggravante, ne era l’esclusivo responsabile. Pochi articoli dopo era scritto che chi firmava il decreto di licenziamento del potere delle camere avrebbe dovuto essere il Capo dello Stato, quando poche righe prima era scritto che l’unico responsabile era il Presidente del Consiglio; in buona sostanza, quindi, chi firmava sarebbe stato uno che non contava niente. Tale riforma fu bocciata da una vittoriosa campagna referendaria con oltre il 60% dei voti, ossia in modo totale.”
Ricordando poi gli anni della Dc, nei quali nacquero le famose ‘correnti’ all’interno del partito, Scalfaro ha fatto un accostamento con l’attuale partito di opposizione, il Pd, proponendo una battuta indubbiamente gustosa: “In questo Pd sono riusciti a fare addirittura una cosa in più rispetto ad allora: le correnti sono nate prima ancora che nascesse il partito.”

Valori, morale e partecipazione attiva:

La conclusione è stata tutta per un richiamo ad una moralità ed alla riscoperta dei valori: “quando mi si dice che i valori sono in crisi, io rispondo che non è vero; solo i valori che sono dentro ciascuno di noi possono essere in crisi, i valori in assoluto sono in piena salute. Dipende tutto dallo stato in cui essi si trovano dentro di noi. La buona educazione è alla base della democrazia: oggi anche all’interno del Parlamento si assiste a scene incredibili. Bisogna credere nei valori, pur se vengono maltrattati.”
Ed infine, il congedo è un invito alla partecipazione attiva, da molti ritenuta fonte di libertà: “Possiamo comportarci come vogliamo, però attenzione, non è bello che noi restiamo solo a guardare; quanti sono i cittadini ancora oggi che si mettono alla finestra a guardare e pensano solo ai loro esclusivi interessi, senza fare alcun passo. Noi abbiamo il dovere morale di interessarci della vita politica. Perché quando questa partecipazione non era consentita, molti ci hanno rimesso la loro stessa pelle affinchè questa tornasse.”

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