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Il Concordato preventivo biennale e il suo impatto sulla manovra

Agenzia delle Entrate

L’adesione al concordato preventivo biennale, che scade il 31 ottobre, potrebbe incidere in modo significativo sulla manovra economica del governo Meloni. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha infatti sottolineato l’importanza del gettito derivante da questo strumento per finanziare misure a sostegno del ceto medio, come nuovi sgravi fiscali.

Cos’è il concordato preventivo biennale?

Introdotto di recente, il concordato preventivo biennale permette alle imprese e ai professionisti di concordare in anticipo con il Fisco l’imponibile su cui calcolare le tasse, evitando così controlli fiscali approfonditi per i periodi concordati. In cambio, il contribuente accetta di pagare una tassa fissa, indipendentemente dal reddito effettivo.

L’impatto sulla manovra

Il governo conta sul gettito derivante dal concordato per finanziare nuove misure a sostegno del ceto medio, in particolare per la fascia di reddito tra i 35.000 e i 50.000 euro, dove si esaurisce il beneficio del taglio al cuneo fiscale.

Chi è interessato al concordato?

Mentre alcune categorie professionali, come commercialisti, informatici e professionisti sanitari, presentano un’elevata affidabilità fiscale, altre, come ristoratori, autonoleggi e pescatori, mostrano un tasso di evasione più elevato. L’adesione al concordato potrebbe quindi avere un impatto differenziato a seconda del settore.

I vantaggi e i rischi

Il concordato offre diversi vantaggi:

  • Certezza fiscale: si conosce in anticipo l’importo delle tasse da pagare.
  • Semplificazione delle procedure: si riducono gli adempimenti burocratici.
  • Minor rischio di controlli fiscali.

Tuttavia, ci sono anche dei rischi:

  • Tasse più alte: per alcune categorie, l’imposta fissa potrebbe essere superiore a quella che si pagherebbe con una dichiarazione ordinaria.
  • Limitazione dei controlli: ll Fisco potrebbe concentrarsi su chi non aderisce al concordato, aumentando il rischio di controlli per chi decide di non aderire.

In conclusione il concordato preventivo biennale rappresenta una novità nel panorama fiscale italiano e potrebbe avere un impatto significativo sulle finanze pubbliche e sulle scelte economiche del governo. Sarà fondamentale monitorare l’adesione a questo strumento per valutarne l’effettivo impatto e i risultati in termini di gettito fiscale.

Erik Lasiola

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

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